Si segue la strada fino a un cartello indicatore che segnala il sentiero per il rifugio. Si prende a sinistra sulla mulattiera che dopo aver lambito di nuovo la strada presso un tornante continua a zig zag fra qualche spazio erbosi bosco di betulle. Si guadagnano così circa 200 metri di dislivello giungendo ad un evidente bivio posto a 1300 m circa. A sinistra si andrebbe al Rifugio Menaggio e a destra alla chiesetta di Sant'Amate sulla dorsale che collega il Monte Bregagno a Nord con il Monte Grona a Sud. Prendiamo questa deviazione e poco dopo usciamo sui prati iniziando a tagliare verso Nord con panoramica passeggiata che termina presso Sant'Amate 1623 m. Da qui si volge a Sud percorrendo il sentiero che segue la cresta tenendosi sul suo lato occidentale per raggiungere la sella della Forcoletta 1611 m. Ora su buona traccia si risale il crinale Nord-est del Grona fino alla sua vetta settentrionale dalla quale ci si abbassa brevemente all'ampia sella erbosa ove da sinistra giunge il sentiero della "Direttissima" proveniente dal Rifugio Menaggio per poi salire (breve tratto con corde fisse) alla piatta, ampia e rocciosa sommità principale.Tornati alla sella fra la cima settentrionale e la vetta si imbocca sulla destra il ripido sentiero che percorre l'ampio vallone delimitato a destra dalla cresta Sud-est del Monte Grona percorsa dalla Via Ferrata. Si supera un passaggio esposto facilitati anche qui da un corrimano a catena metallica e si continua la discesa in ambiente selvaggio caratterizzato dai torrioni della cresta Est.La ripida discesa termina verso i 1470 metri dove si deve abbandonare il tracciato che continua diretto per deviare a sinistra tagliando verso Est su un ripido pendio prativo che porta al Rifugio Menaggio. Da qui per evidente sentiero che traversa in lato la Val Pessina si torna al bivio per Sant'Amate e all'auto
"Montagna dai fianchi dirupati che si alza fra la Val Sangra e il Lago di Como a Nord nord-ovest di Menaggio... Il panorama è magnifico, uno dei migliori delle Prealpi". In questo modo si esprime Silvio Saglio nella rarissima edizione dedicata alle Prealpi Comasche - Varesine - Bergamasche della celebre collana CAI-TCI "Guide dei Monti d'Italia".
Il giudizio risale al 1948, ma nulla è cambiato, rispetto ad allora, sul Monte Grona, se si eccettua la presenza di un ottimo e confortevole rifugio ai suoi piedi e la realizzazione di una via ferrata sul suo sperone Sud-est
La nostra montagna emerge, a mo' di scoglio roccioso biancheggiante, al termine della lunga dorsale Sud del Monte Bregagno ed è ben visibile a chi percorra la sponda orientale del Lario.
Le rocce calcaree che la compongono vanno ad appoggiarsi, a Nord, alle rocce cristalline del Bregagno presso il valico della Forcoletta, toccato dal nostro itinerario di discesa. Il versante Sud e Sud-est è formato da una serie di speroni, e torrioni, separati fra loro da fratture e canali più o meno vasti. Il tutto entra a far parte della "linea del Grona", vasta unità tettonica di rocce sedimentarie che, con una serie di archi convessi, parte dal Luganese per giungere al Lago di Como.
La gita proposta può essere comodamente spezzata in due parti con pernottamento al rifugio; tuttavia ci sentiamo di consigliare, in ogni caso, il piccolo sforzo aggiuntivo di raggiungere la vetta, sia pure dal sentiero che passa per la Forcoletta, perché il panorama che si gode dalla sommità è quanto di più vasto ed interessante si possa immaginare. Lo sguardo spazia libero a 360° dalla Pianura Padana ai dolci bacini lacustri del Lario e del Ceresio, si spinge a Nord abbracciando tutte le Alpi, dal Monte Rosa al Vallese, dalla Mesolcina alle Alpi Retiche, per poi scendere di nuovo a mezzogiorno passando per l'imponente piramide del Monte Legnone, l'ombroso e profondo solco della Valsassina e le vette del Grignone e della Grigna.
La Via Ferrata, realizzata nel 1985 dal C.A.O. e dal C.A.I. Menaggio, è stata recentemente rinnovata e ottimamente attrezzata.
Si tratta di un percorso sicuro poiché si svolge per buona parte in cresta e, quindi, al riparo da cadute di pietre. Si consiglia tuttavia di munirsi di casco protettivo e di fare attenzione alla presenza sulla via di altri alpinisti.
Dislivello: 356 m
Difficoltà: occorre un minimo di esperienza arrampicatoria e buona pratica nell'uso degli attrezzi alpinistici
Tempo: 2 ore circa
Attrezzatura: set da ferrata, imbragatura, moschettoni a ghiera, qualche cordino, casco.
Percorso
Dal Rifugio si prende il sentiero (cartelli indicatori) che in piano punta verso Sud-ovest raggiungendo la base dei denti di Grona, la serie di torrioni calcarei che formano lo sperone Sud-est del monte. Traversato lo sbocco del canalone detritico percorso dal sentiero della "Direttissima" si raggiunge la base dello sperone dove, presso una pianta, si trova la partenza della ferrata (targa indicatrice).
Si inizia subito su terreno ripido per superare di slancio la "prima torre" dalla cui vetta la via piega a sinistra sino ad un settore di rocce adagiate che si risalgono per poi deviare nuovamente a sinistra. Si riprende a salire superando uno speroncino arrotondato per poi arrivare all'intaglio posto alla base della "seconda torre", dove si incrocia per la prima volta il sentiero della "Direttissima". Si scala il torrione, dapprima verso destra, poi a sinistra, lungo uno speroncino. Poco oltre, roccette adagiate portano alla base della "terza torre", che costituisce il tratto più impegnativo a causa di una difficile placca rocciosa, al cui termine si è in cima alla torre.
Ci si abbassa, quindi, al successivo intaglio incrociando ancora il sentiero della "Direttissima" per poi proseguire percorrendo il salto finale di rocce che adduce in vetta.