La gita proposta di seguito è una delle più belle e classiche che si possano effettuare in Valtellina. Si tratta di un percorso molto facile e quasi interamente pianeggiante che si svolge in un ambiente di rara bellezza. La fama di questa breve passeggiata è tale che vogliamo consigliare i nostri lettori di evitare di affrontarla nel periodo estivo. I momenti migliori per apprezzare la Val di Mello sono quelli delle mezze stagioni corrispondenti ai mesi di maggio-giugno e di ottobre-novembre. In questi periodi la valle torna ad essere quella di tanti anni fa, quando ancora non era stata scoperta dal turismo di massa. Particolarmente bello è il paesaggio del tardo autunno, quando i larici ingialliscono e i faggi che si abbarbicano alle più alte cenge, si colorano di tinte fiammeggianti, contrastando col grigio chiaro delle pareti granitiche.
Dalla piazza di S. Martino, si raggiunge la chiesetta del paese per portarsi alle sue spalle (destra), all'imbocco di un viottolo caratterizzato da un grosso blocco strapiombante di granito. Sotto questo primo riparo naturale, nel 1936, furono deposti i corpi dei soci del CAI Milano periti nella grave tragedia della Punta Rasica. Poco più avanti si prende il primo vicoletto a sinistra e si sale per sentiero, raggiungendo la strada carrozzabile della Val di Mello. Al termine del tratto asfaltato il tragitto prosegue su un bell'acciottolato, che s'inoltra verso l'imbocco vero e proprio della valle, passando accanto ad un primo nucleo di baite sottostanti le Cascate del Ferro. Le magnifiche cascate solcano spumeggianti le chiare placconate di granito poste all'inizio della Val del Ferro, e scendendo in una sorta di grande toboga naturale che hanno scavato nei millenni. Volendo salire ai loro piedi basta prendere la deviazione che segue la sponda sinistra del torrente da esse originato e che traversa la strada gettandosi nel torrente Mello. La carrozzabile termina in un grande piazzale parcheggio presso la locanda del Gatto Rosso e un piccolo campeggio. Sulla sinistra si impone il grande pilastro granitico del Precipizio degli Asteroidi teatro di numerose difficili imprese arrampicatorie.
Una stretta e ripidissima valle, la Val Livincina, lo separa da un'altra grandiosa struttura, forse meno compatta, che si trova alla sua sinistra: il Pappagallo. Ai piedi di queste pareti sorge il cospicuo nucleo di baite di Cà di Panscer. Dopo il Gatto Rosso inizia il sentiero che recentemente è stato sistemato e leggermente allargato per consentire il transito dei mezzi agricoli. Il percorso sale dapprima dolcemente tenendosi ad una certa distanza dal torrente di fondovalle, al quale si riavvicina solo dopo alcune centinaia di metri, in corrispondenza di alcuni secolari larici. Qui lo sbarramento naturale provocato da una frana scesa dalla Val Qualido ha creato un meraviglioso laghetto. Con fondo ora pianeggiante si continua verso oriente arrivando nei pressi di un ponticello che, sulla destra, permette di raggiungere il suggestivo nucleo di Cà du Sciüma. Noi si procede invece diritti, fra prati e boschetti, in cui sono adagiati massi erratici di ogni forma e dimensione. Oltrepassata la limpidissima pozza nota come "bidè della contessa", il sentiero sfila in un camminamento fra prati e ontani, per poi sbucare sull'ampio pianoro prativo dove sorgono le case di Cascina Piana, 1092 m. Si tratta di un magnifico nucleo rurale costituito da numerose baite in pietra e da alcuni ricoveri ricavati sotto i grandi massi caduti migliaia di anni or sono dalle sovrastanti pareti. Qui sorgono i ristori Luna Nascente e Val di Mello, punti tappa fondamentali per gli amanti della buona tavola e del riposo.
Lasciato il piccolo gruppo di baite, il sentiero prosegue con una leggera salita e poi torna a farsi pianeggiante avvicinandosi nuovamente al torrente. Qui, verso sinistra si vedrà il cartello indicatore per il Rifugio Allievi-Bonacossa e la Val di Zocca. Si continua ancora sul fondovalle tansitando sul ponte gettato sul torrente della Val di Zocca oltre il quale si giunge nella splendida piana di Rasica 1148 m, dominata verso Est dalle guglie del Cameraccio e dalle vette del Monte Pioda e del Disgrazia. In questa tranquilla e ridente posizione si trova l'ultimo punto di ristoro della Val di Mello e qui termina anche la nostra gita.
Il ritorno può essere effettuato sul percorso di andata oppure traversando il torrente di fondovalle su un ponte per portarsi sulla sinistra orografica della valle e seguire il sentiero che tiene questo versante. In più punti si può tornare sulla traccia principale ma per concludere degnamente l'anello consigliamo di traversare all'altezza del parcheggio auto presso il Campeggio e il Gatto Rosso.
NOTA: due altri sentieri per accedere alla valle partono rispettivamente dai due estremi del ponte che traversa il torrente Mello e porta al grande piazzale parcheggio del Centro Sportivo locale. Quello che attiene alla sponda sinistra (destra orografica) si collega a quello descritto. Quello che corre sull'altra sponda porta ad un ponticello tramite il quale si raggiunge il parcheggio presso la locanda Gatto Rosso.
Modellata dal poderoso lavoro dei ghiacciai, la valle presenta il tipico profilo ad U e, dato il suo orientamento Est-Ovest, offre allo sguardo due versanti del tutto differenti.
Il lato destro idrografico è caratterizzato da immense muraglie di granito solcate da cenge alberate dove sono sopravvissuti faggi secolari. Ad intervalli regolari vi confluiscono quattro valli laterali (da Ovest: Val del Ferro, Val Qualido, Val di Zocca e Val Torrone) che in uno scenario di picchi granitici si addentrano fino allo spartiacque principale delle Alpi. Il versante opposto della valle è oscuro ed ombroso: le pareti sono meno possenti e le valli laterali (da Ovest: Valle d'Arcanzolo, Valle Mezzola, Val Temola e Val Romilla) sono più piccole e corte. Ad oriente la valle è chiusa da un vastissimo anfiteatro, dominato dalle imponenti vette del Monte Pioda 3431 m e del Monte Disgrazia 3678 m spesso brizzolate di neve.
A partire dalla metà degli anni '70, grazie alle magnifiche e innumerevoli possibilità di scalata offerte dalle sue pareti, la Val di Mello è divenuta uno dei maggiori centri internazionali di scalata su granito. La salita delle lisce placconate richiede molta abilità e una raffinatissima tecnica. Non è necessario avere muscoli d'acciaio: occorre, piuttosto, essere dotati di notevole equilibrio, saper essere delicati, sensibili e agili. Si sale fidando solo nell'aderenza delle suole di gomma delle pedule sul ruvido granito. Le mani trovano ben pochi appigli per lo più forniti dai grossi cristalli di bianco feldspato che sporgono un po' dalla liscia parete. I primi scalatori che si dedicarono all'esplorazione delle piccole e grandi strutture della valle diedero ad esse nomi affascinanti e fantasiosi. Al termine della strada carrozzabile, lo sguardo è attratto da un imponente pilastro che piomba sulla sinistra: il Precipizio degli Asteroidi dove si trova la celebre via Oceano Irrazionale. Le baite di Cascina Piana sono dominate dalle muraglie delle Dimore degli Dei, caratterizzate dal grandissimo arco granitico sotto cui passa la via del Risveglio di Kundalini. L'arco di Kundalini è una delle tante testimonianze del periodo sùbito posteriore alla glaciazione. Il grande ghiacciaio erose e fratturò le rocce sottostanti che restarono in posizione finché la massa glaciale poté fungere da elemento di contenimento. Col ritirarsi del ghiaccio venne a mancare il sostegno e tutta la parete franò, frammentandosi nei blocchi che circondano Cascina Piana e lasciando in vista la grandiosa arcata. Sopra le Dimore degli Dei si trova una cupola granitica chiamata Scoglio delle Metamorfosi; la sua parete Sud è percorsa da numerose vie fra cui probabilmente la più bella di tutte: la Via della Luna Nascente. Oltre la baite di Rasica il sentiero va a lambire le facili Placche dell'Oasi, terreno ideale per apprendere i segreti dell'arrampicata in aderenza (e per cercare i funghi nei fitti boschi che le circondano).
Prima di essere scoperta dai giovani scalatori la valle ospitava numerosi nuclei familiari provenienti dal paese di Mello, capitale della costiera dei Cèch", sul versante retico della bassa Valtellina, ed era una specie di campo base" del percorso di transumanza. Da qui le mandrie salivano nelle varie valli laterali per trascorrervi i mesi estivi. I melat potevano, in tal modo, prolungare un po' di più la stagione utile, sfruttando i ricchi pascoli della valle sia a tarda primavera, sia nel primo autunno. Ancor oggi tale tradizione permane seppure molto meno evidente a causa della notevole diminuzione del bestiame. Molti hanno preferito dedicarsi ad altre attività; altri, recentemente, hanno saputo trarre profitto dal notevole flusso turistico. Sono sorti così tre ristori agrituristici, due a Cascina Piana ed uno a Rasica, nei quali è possibile apprezzare tutte le specialità valtellinesi in un ambiente rustico ed immerso nella dolce natura di questi luoghi. E sebbene il turismo abbia un po' stravolto l'atmosfera antica della valle, bisogna ammettere che ha anche consentito l'avvio del recupero di molte baite nel rispetto dell'originale stile architettonico, e ha evitato l'abbandono dei luoghi.
Da alcuni anni la valle è diventata Riserva Regionale ed il suo territorio è interamente protetto. Purtroppo, per una serie di inspiegabili ritardi il piano di gestione e le normative inerenti stentano ancora a decollare lasciando, speriamo ancora per poco, questo patrimonio naturale in balia degli eventi.