Escursioni - Il giro dei Corni di Canzo

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Il giro dei Corni di Canzo»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-19
  • Periodo consigliato: da maggio ad ottobre
  • Punto di partenza: Canzo-Fonte Gajum.
  • Tempo di percorrenza: 5 ore per l'intero anello.
  • Dislivello: 892 metri alla vetta del Corno di Canzo centrale
  • Difficoltà: E (Escursionistica). EE il breve tratto facoltativo di salita alla vetta del Corno di Canzo centrale
  • Bibliografia: AA.VV. "Passi nel bosco trenta escursioni nelle Foreste di Lombardia"; Regione Lombardia-ERSAF, 2005.Mozzanica I. "Itinerari nel Triangolo Lariano" Edizioni Electa; Milano 1999.
  • Cartografia: Carta dei Sentieri del Triangolo Lariano 1:25.000 edita dalla Comunità Montana Triangolo Lariano;CNS 1:50.000 «Como»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 91 «Lago di Como-Lago di Lugano».
  • Informazioni locali: Comunità Montana Triangolo Lariano
 
mappa di Il giro dei Corni di Canzo

Percorso

Dal parcheggio presso gli alberghi delle Fonti Gajum, si prosegue imboccando la larga strada acciottolata che, attraversato il torrente Ravella, compie subito una curva verso sinistra salendo a lambire una grande casa. Il tragitto continua in lenta salita lungo la strada che, dopo essere sbucata su alcuni pendii prativi, rientra nel bosco e con piacevole passeggiata lungo la destra orografica della Val Ravella, ci conduce fino alla grande ed antica cascina di Prim'Alpe. Di fronte alla cascina si trova una bellissima fontana con vasca monolitica di granito ove è un piacere rinfrescarsi e far provvista d'acqua. Nella cascina ristrutturata, l'ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste) ha ricavato un attrezzatissimo punto informativo che merita senz'altro una visita.

Lasciata Prim'Alpe, proseguiamo sulla strada acciottolata e, dopo un breve tratto pianeggiante, riprendiamo la salita arrivando presso la cappelletta votiva dedicata a San Gerolamo. La strada compie una curva pronunciata e poco dopo si incontra un cartello indicatore che segnala la diramazione di un sentiero sulla sinistra (indicazione Sentiero n°5 CORNI). Abbandoniamo, dunque, la strada e saliamo lungo la traccia che entra nel bosco e alterna tratti ripidi ad altri in minore pendenza. In ambiente suggestivo e solitario prendiamo quota facendo bene attenzione a non perdere di vista la segnaletica che è piuttosto obsoleta e, a volte, sbiadita. Sempre lungo il sentiero n°5 arriviamo ad incrociare un tratturo proveniente da destra (Terz'Alpe) che porta verso la Colletta dei Corni. Traversata la stradicciola noi continuiamo dritti e raggiungiamo l'ampia dorsale boscosa che costituisce lo spartiacque fra la Val Ravella e la Valle del Foce. Durante la salita, alcuni varchi nel fitto bosco lasciano intravedere il sottostante agglomerato di Valbona mentre verso Nord si amplia il vuoto che segnala la presenza del Lago di Como. Procedendo nel bosco misto di faggio, betulla e tiglio, ci avviciniamo allo scavalcamento del crinale passando fra alcuni grossi massi erratici. Il cammino prosegue poi in leggera salita, a mezza costa, tagliando il versante settentrionale dei Corni di Canzo e dopo un tratto gradinato sbuca a Pianezzo, nei pressi di alcune cascine ristrutturate dove si incrocia la strada sterrata salente da Valbona ed il sentiero che, da destra, giunge direttamente qui da Terz'Alpe.
Le rupi calcaree dei Corni di Canzo sono, ora, ben visibili, poco sopra le nostre teste. Prendendo a destra lungo la stradina si giunge, in breve, alla grande e ben visibile costruzione del Rifugio SEV.
Alle spalle dell'edificio il sentiero taglia in obliquo verso Sud, raggiungendo in breve la Forcella dei Corni 1300 m., che separa il Corno di Canzo centrale, a sinistra, da quello occidentale a destra.
Dal valico possiamo raggiungere abbastanza facilmente la cima del Corno centrale: seguiamo la buona traccia che, verso sinistra, si attiene al crinale di boscaglia e roccette affioranti. Aggirato con prudenza un piccolo spuntone calcareo, proseguiamo facilmente tenendo infine il versante destro (Sud) della cresta fino al ripido pendio erboso che porta sotto le rocce terminali. Seguendo la traccia si toccano le roccette e lungo un sistema di cenge a zig zag (segnalazioni con vernice rossa) si giunge in breve alla croce sommitale. Dalla cima il panorama è estesissimo. La discesa si compie per la stessa via tornando alla Forcella dei Corni.
Questo pur breve tratto è da consigliare ad escursionisti esperti e da affrontarsi con rocce asciutte.
Dalla Forcella dei Corni iniziamo la discesa rientrando nell'alta Val Ravella. Un comodissimo sentiero scende a tornanti nel bosco e raggiunge l'ampia sella della Colma di Val Ravella, nei cui pressi si trova un monumentale faggio (cartello indicatore). Sempre comodamente proseguiamo a scendere piegando verso destra fra faggi, noccioli, maggiociondoli e sorbi montani. Con piacevolissimo cammino, sorvegliati dalle rupi dei Corni di Canzo, giungiamo al grande complesso di Terz'Alpe, dove si trova un rifugio agrituristico e dove termina la strada proveniente da Gajum. Prendiamo orala larga carrareccia che in piano entra nel grandioso bosco e, poco dopo, eccoci a passare presso quel che resta delle costruzioni di Second'Alpe. Qui, accanto ad una cappelletta e ad alcuni tradizionali caselli per la conservazione dei latticini, sorge un monumentale tiglio ai cui piedi, quasi simbolicamente, sgorga una fresca fontana.
La tradizione vuole che a Second'Alpe, un tempo fiorente nucleo abitato, sia nato San Miro, cui è dedicata una chiesetta sul versante sinistro orografico della valle.
Sempre lungo la stradicciola proseguiamo il cammino per arrivare nuovamente al punto dove l'abbiamo lasciata per imboccare il sentiero n°5.

La Val Ravella ed il suo Santo

La gita proposta si svolge in un ambiente prettamente silvestre nella dolce Val Ravella, importante solco che confluisce da Est nella Vallassina, all'altezza dell'importante borgo di Canzo.
Oltre che per i suoi boschi, la valle è nota per essere la sede delle Fonti Gajum, sorgenti di acqua minerale pregiata, la cui storia si perde nella leggenda. La tradizione vuole, infatti, che le fonti siano state fra le molte scoperte in valle da San Miro, pio eremita del luogo che era celebre per le sue doti nel trovare e far sgorgare sorgenti.
Secondo alcuni Miro nacque a Canzo, altre fonti dicono invece che abbia visto la luce a Second'Alpe nel 1336, da anziani genitori che non speravano più di aver prole. Per questo il bimbo fu chiamato Immiro, "nato in modo straordinario". Alla morte dei genitori, il ragazzo donò i suoi beni ai poveri e si ritirò in eremitaggio in una grotta della sua valle, presso la quale fu successivamente eretta la chiesa lui dedicata. Rientrato da un pellegrinaggio a Roma, Miro decise di ritirarsi di nuovo in solitudine, ma in altro luogo. Prima di andarsene egli chiese ai suoi convalligiano di esprimere un desiderio ed essi gli dissero che la cosa più desiderata era l'acqua. Partendo, Miro promise loro che da quel giorno il prezioso elemento non sarebbe mai mancato in Val Ravella.
Traversato il lago grazie al suo miracoloso mantello, Miro raggiunse prima Mandello e poi risalì la riviera fino a Sorico dove si fermò e dove vide i suoi ultimi giorni, per spirare nel 1381.
Parte del percorso si svolge lungo la larga strada acciottolata detta Via dei Monti perché collega i tre principali alpeggi della valle, Prim'Alpe, Second'Alpe e Terz'Alpe, Di questi il secondo è ormai quasi scomparso, sebbene le cronache ci dicano che un tempo fosse forse il più popoloso della valle. Fin dall'antichità, l'abbondanza d'acqua e la relativa ampiezza del territorio, consentirono di insediare stabili attività agro-pastorali, con produzione di latte, burro e formaggi. Nei pressi di Second'Alpe e Terz'Alpe, sono ancora ben visibili i baitelli costruiti in vicinanza di ruscelli la cui acqua serviva per rinfrescare gli ambienti di conservazione dei latticini.
Trattandosi di un percorso ad anello la gita può essere affrontata indifferentemente in due sensi di marcia, tuttavia, la soluzione proposta è quella che, certamente, renderà le cose più agevoli.
Una volta raggiunta la Forcella dei Corni, proponiamo la salita al Corno di Canzo centrale, una breve variante consigliabile però solo ad escursionisti esperti.

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