Escursioni - Lago del Truzzo - Rifugio Carlo Emilio 2140 m

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Lago del Truzzo - Rifugio Carlo Emilio 2140 m»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valchiavenna
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E37
  • Periodo consigliato: luglio-ottobre
  • Punto di partenza: S. Bernardo (fraz. Scanabecco) 1242 m. Lungo la SS 36 dello Spluga. Oltrepassata Chiavenna si entra in Val San Giacomo e, in breve, si giunge al bivio per S. Bernardo e Olmo. Una stretta carrozzabile si stacca, a sinistra, dalla SS 36, poco prima di S. Giacomo Filippo e, traversato il Mera, sale con molti tornanti raggiungendo prima il bellissimo paese di Olmo e poi, dopo aver traversato la parte inferiore della Valle del Drogo, termina a S. Bernardo
  • Tempo di percorrenza: 3 ore per la sola salita
  • Dislivello: 900 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Lisignoli G. "Valchiavenna le più belle escursioni" Ed. Lyasis, Sondrio 2008; Gogna A. Recalcati A. "Mesolcina-Spluga" Collana Guida dei Monti d'Italia ; Ed. CAI-TCI; Milano 1999
  • Cartografia: CNS 1:50000 «Roveredo» e 1:25000 «Campodolcino»; Carta escursionistica Kompass 1:50000 «Chiavenna-Val Bregaglia»; SeteMap 1:25.000 «Valchiavenna / Valle Spluga-Val Bregaglia»;
  • Informazioni locali: Consorzio Promozione Turistica Valchiavenna
 


 
mappa di Lago del Truzzo - Rifugio Carlo Emilio 2140 m

Percorso

Da San Bernardo, dove è consigliabile lasciare l'auto, si percorre la strada che porta alla parte alta del paese, alla piccola frazione di Scanabecco. Da qui seguire il sentiero (indicazione C 25) che si diparte verso sinistra e, con percorso pianeggiante, taglia il versante destro (sinistro orografico) della Valle del Drogo. Con un ultimo tratto in leggera discesa, il tracciato perviene alle case di S. Antonio (qui, giunge anche la mulattiera che parte alle spalle dell'edificio della centrale idroelettrica posta sulla carrozzabile fra Olmo e S. Bernardo) e prosegue alla volta della vicina Alpe Caurga. Poco prima dell'alpeggio si incontra la deviazione a gomito (cartellino indicatore Rif. Carlo Emilio) con cui la mulattiera piega a destra per iniziare a risalire la grande e ripida muraglia che porta alla meta.
Grazie ad un bellissimo lastricato, il percorso è poco faticoso, anche se è consigliabile effettuarlo molto presto il mattino a causa dell'esposizione a Sud. Con una serie interminabile di tornanti (poche possibilità di rifornirsi d'acqua) si guadagna presto quota, rinfrescati, a volte, da qualche tratto di bosco. Il fondo della mulattiera, sempre perfetto, diventa particolarmente suggestivo nel tratto in cui traversa una zona di grandi massi, oltre la quale si giunge sullo spalto di rocce montonate dove sorge l'Alpe Cornera 1920 m. Da qui, sebbene le costruzioni del bacino artificiale sembrino a portata di mano, il tragitto è ancora lungo. Con altri tornanti si guadagna quota, portandosi quasi sotto le rocciose pendici del Pizzo Camoscie; infine si torna verso sinistra per raggiungere la casa dei guardiani della diga. Da qui si sale a destra, percorrendo la lunga gradinata che, con alcune rampe, porta sul muro di contenimento del bacino del Truzzo. Si percorre il muraglione verso sinistra e si prosegue seguendo le indicazioni che portano ad aggirare in alto la sponda del lago. Superata una dorsale si raggiunge il piccolo avvallamento in cui si trova il Lago Nero nei cui pressi sorge il Rifugio Carlo Emilio.

Nota: poco dopo aver lasciato il muraglione della diga si incontra la deviazione che, verso sinistra, scende all'Alpe Prosto e all'Alpe Lendine. Poiché in questi ultimi tempi il sentiero ha subito un grave deterioramento e la segnaletica lascia un po' a desiderare, sconsigliamo tale variante (che si potrebbe scegliere per la discesa), in caso di nebbia e maltempo o agli escursionisti poco allenati ed esperti.

Olmo, San Bernardo e la Valle del Drogo.

L'imbocco della Val San Giacomo colpisce per la ripidezza e l'asprezza dei suoi fianchi. Grandi pareti rocciose piombano quasi sulla strada e anche prevale il bosco la ripidezza della pendice è tale da fare escludere che lassù ci siano case, e, tanto meno, paesi. Si resta quindi un po'sconcertati quando, giunti a San Giacomo Filippo, guardando in alto, sul versante sinistro orografico della valle, spuntano dal verde i bianchi campanili di Olmo e San Bernardo. La strada tutta a tornanti che porta ai due piccoli villaggi è quasi completamente celata dalla fitta vegetazione. Percorrendola, nei rari punti dove la vegetazione si apre, si avrà modo di ammirare tutto il roccioso e selvaggio versante opposto della Val San Giacomo, mentre a Sud si scorge Chiavenna, dominata dal nero ed imponente scoglio del Pizzo di Prata. Gli abitati sono stati costruiti sui due versanti della soglia sospesa della Valle del Drogo, laterale sinistra alla Val San Giacomo. Il nome della valle deriva dal termine dialettale "dröög", vale a dire, stretta forra, perché questo è l'andamento che assume il suo corso inferiore.
I due paesi, formati da alcune contrade, ebbero in passato una certa importanza poiché si trovavano sulla direttrice di una via che permetteva di comunicare con la Val Mesolcina nel vicino Canton Ticino. La via che portava oltre confine è ancor oggi il sentiero che attraversa il più esteso lariceto della Valchiavenna, sul versante destro orografico della Valle del Drogo. Al limite del bosco si raggiunge la splendida Alpe Lendine, da dove si prosegue verso Sud valicando il facile crinale per entrare in territorio elvetico.  Importanti tracce di queste relazioni con la vicina svizzera sono ancora visibili nell'assetto urbano e nello stile architettonico delle abitazioni locali. Puliti, ordinati, con le antiche case ristrutturate nel rispetto degli originali canoni costruttivi, Olmo e San Bernardo fanno parte di una serie di insediamenti che occupano tutta questa sponda aprica della Val San Giacomo per spingersi fin sopra Mese, già in Valchiavenna.

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