Lasciata l'auto si segue il tracciato che, verso destra, in pochi istanti porta nei pressi dell'edificio del Rifugio Roccoli Lorla. Lambito il rifugio sulla sinistra, si entra in una faggeta per poi abbassarsi leggermente ad una selletta boscosa oltre la quale inizia la lunga cresta occidentale del Legnone. Il sentiero si attiene, grosso modo, al crinale che nella prima parte è ricoperto da un rado bosco costituito principalmente da faggi, larici, abeti e qualche betulla.
Una serie di brevi risalti successivi porta a passare sotto il tracciato di un grande elettrodotto e ad uscire gradualmente dalla vegetazione. Il sentiero si tiene sempre sul lato meridionale del crestone per percorrerne il filo solo in brevi tratti, con belle aperture panoramiche sulla piana di Colico e sulla Valchiavenna. Rimontato il risalto di cresta noto come lo "Zappello d'Agrogno", con un ultimo tratto pianeggiante e poi in leggera discesa, si raggiungono i pascoli dell'Alpe d'Agrogno (possibilità di acquistare prodotti tipici nel periodo estivo). Il sentiero risale il prato alle spalle delle baite e prosegue con qualche ripido tornante nel rado bosco incontrando il "Sentiero dell'Orso" che, da sinistra, sale dal Colico attraverso l'Alpe Temnasco (il nome del sentiero pare sia dovuto al fatto che qui, nel 1885, fu abbattuto l'ultimo orso del Monte Legnone).
Poco oltre si esce definitivamente dalla vegetazione d'alto fusto, e si risale con diversi tornanti fino a raggiungere la prominenza nota come "Porta dei Merli". Con un altro lungo tratto pianeggiante si raggiunge, infine, il minuscolo e spoglio Rifugio Legnone 2148 m, o Cà de Legn, piccola costruzione che può servire al più come ricovero d'emergenza in caso di maltempo. Siamo ora alla base del salto finale di cresta, il più faticoso ed "impegnativo". Il sentiero si tiene sempre leggermente sul lato Sud, ma sovente segue il crinale, che qui si affaccia sul vertiginoso canalone della parete Nord-ovest. Si prosegue con magnifica vista sulla bassa Valtellina e sulla Valchiavenna a Nord, sul Lario e i monti della Valsassina a Sud, mentre l'erba lascia sempre più spazio al terreno sassoso e alle roccette che precedono la vetta. Per detriti si raggiunge la porzione sommitale della cresta Nord e da qui, volgendo a destra, superando alcuni facili blocchi, si arriva finalmente alla croce metallica che segna il termine della salita.
A dispetto, della sua quota relativamente elevata, solo 2609 m, il Monte Legnone, vera e propria colonna d'Ercole alle porte della Valtellina, è una cima veramente imponente, da qualsiasi lato la si osservi. D'inverno ed in primavera, quando la neve ne ricopre i fianchi ila montagna assume addirittura le sembianze di una cima himalayana. Tale impressione di grandiosità ed imponenza deriva principalmente dal fatto che la nostra montagna si eleva direttamente al di sopra del Lario e del fondovalle valtellinese, senza interruzioni di sorta. Si creano così versanti altissimi, che raggiungono e superano i 2000 metri di dislivello. A questa particolarità si aggiungono le forme eleganti della porzione sommitale, disegnata da quattro creste rocciose che convergono verso la vetta.
Il Monte Legnone rappresenta anche il limite occidentale della lunga catena delle Alpi Orobie che per circa 60 chilometri, determina il versante sinistro idrografico della media e della bassa Valtellina. Geologicamente il massiccio è formato da rocce metamorfiche, quali gli gneiss e gli ortogneiss, nelle quali si trovano diversi minerali come stauroliti, tormaline, distene e mercurio solforato.
La montagna si generò milioni di anni or sono, quando la placca africana andò a cozzare contro quella Eurasiatica, dando luogo all'innalzamento della catena Alpina. Il Legnone è pertanto un lembo d'Africa rimasto "attaccato" all'Europa.
La vetta è sempre stata un punto di riferimento importantissimo per tutti i viaggiatori che transitavano in questo settore alpino. La piramide sommitale dal profilo così inconfondibile è, infatti, visibile da grandissima distanza, sia dalla Valtellina sia dalla Valchiavenna, ma anche da tutti i territori che circondano il Lago di Como. Potremmo anzi azzardare l'ipotesi che l'antico toponimo di "Lineone", da cui Legnone, derivi proprio dalla funzione di punto di riferimento ottico che questa cima ebbe per diversi secoli.
Un'altra curiosità legata a questa bella montagna è riferita a tempi più recenti e riguarda la sua grande parete Nord-ovest. Questo oscuro versante è solcato quasi interamente da un lunghissimo canalone nella cui parte alta la neve rimane almeno fino ad agosto, a dispetto della bassa quota. Il colatoio, formato da una nutrita serie di cascate alte fino a 60 metri, fu salito nell'inverno del 1981 da due alpinisti valtellinesi ed è il più lungo colatoio di cascate delle Alpi: 1700 metri di dislivello. Sebbene non sia sempre facile trovare ghiacciati i primi salti d'acqua, che iniziano a 900 metri di quota, il couloir del Legnone è diventato una grande classica per gli amanti delle scalate su ghiaccio.