Da Forcola si segue la strada sterrata che dopo un paio di tornanti nel bosco taglia verso Ovest sotto la vetta del Monte Rolla, sul suo lato meridionale. Si passa cosìccanto all'Alpe Poverzone 1908 m e poi sempre su strada con percorso piacevolissimo e panoramico si taglia la ripida pendice boscosa del versante sud-ovest del Rolla fino alle baite dell'Alpe Marscenzo 2009 m. Circa 500 m più avanti si abbandona la carrareccia per prendere a destra (Nord) un buon sentiero che taglaindo per il pascolo sovrastante porta sul filo di cresta alla sella di cresta fra Monte Arcoglio 2459 m e Monte Canale (volendo accorciare un po' questo tratto si può salire per tracca già presso l'Alpe Marscenzo). Una volta toccato il crinale appaiono sul versante opposto le baite dell'Alpe di Arcoglio e la Val Malenco. A questo punto si volge a destra (Est) seguendo il facile crinale lungo circa 1 km; raggiunto il punto di incontro con la cresta sud del Monte Canale che sale da destra, si procede in direzione opposta (Nord) su una traccia e per un ultimo tratto su terra smossa si tocca la vetta.
In discesa si ritorna al punto di incontro fra le creste Ovest e Sud e quindi si prosegue lungo la ripida traccia che segue il crinale di quest'ultima.
Un ultimo tratto ancora più ripiido ci deposita infine alla Bocchetta del Valdone 2176 m che si apre fra il Canale e il Rolla. Per raggiungere quest'ultima vetta si riprende a salire sul lato opposto lungo un pendio erboso con rada vegetazione percorso da una debole traccia che poco sopra si perde. Tuttavia non esistono problemi d'orientamento né difficoltài sorta: una volta raggiunta una prima spalla, si piega leggermente a sinistra e lungo la tondeggiante cresta Ovest del monte si giunge agevolmente in vetta. Il panorama è simile a quello ammirato sul Monte Canale con la differenza che è possibile gettare un occhio anche sul sottostante abitato di Sondrio. Per concludere la gita basterà abbassarsi direttamente verso Sud seguendo una traccia (qualche segnalazione biancorossa) che ci porta al limite del bosco. Poi con un lungo traverso a sinistra ci si porta quasi sul crinale del crestone Est per poi scendere a sinistra nel bosco e arrivare sui pascoli dell'Alpe Poverzone lambiti dalla strada che, seguita verso sinistra, riconduce all'auto.
Lungo il tragitto stradale per raggiungere Forcola, punto di partenza della gita, la carrozzabile, una volta superato l'abitato di Triangia inizia ad inerpicarsi sulle boscose pendici meridionali del Monte rolla e poco dopo passa accanto al Laghetto di Triangia.
Il minuscolo specchio d'acqua é meta delle gite fuori porta dei sondriesi e sebbene apparentemente insignificante é legato ad una curiosa storia che sul finire dell'800 vide l'allora neonata Sezione Valtellinese del C.A.I. impegnarsi per creare lì un centro di piscicoltura alpina.
Uno degli scopi principali era quello di far cessare ..la delittuosa pesca delle trote all'epoca del fregolo nella nostra Adda... , ma vi era anche il tentativo di portare fra i monti valtellinesi nuove forme di attività imprenditoriali che potessero migliore le condizioni economiche dei valligiani. Fu così che mossi da tale nobile missione, i maggiorenti della Sezione Valtellinese del C.A.I. diedero il via al coraggioso esperimento che iniziò con l'innalzamento delle sponde del laghetto di Triangia, ...immondo stagno coperto di alghe e insozzato da migliaia di salamandre e tritoni..., ritenuto ideale per nuovi esperimenti. Il livello delle acque del laghetto venne in breve fatto aumentare di oltre un metro ...onde si può dire che il volume di esse é aumentato di circa 1800 metri cubici; la qual massa di liquido é bastante, come potete pensare, per farvi scorrazar dentro un esercito di pesci. E così abbiamo oggi in quel luogo invece di una putrida palude, utile a null'altro fuorché alla fetente macerazione della canape, un bel laghetto... e quelle acque e quelle sponde spopolate dianzi d'ogni altra qualità di animali, da rettili ributtanti e velenosi in fuori, é diventato il tranquillo e gradevole soggiorno di una moltitudine di piccole scardole e tinche.
Purtroppo però, anche a causa di un certo ostruzionismo passivo da parte del Comizio Agrario ogni speranza di proseguire nell'intento di incentivare questa nuova ed interessante forma di attività, grazie anche a contributi pubblici, veniva definitivamente a cadere. Il laghetto tornava così ad essere il regno delle rane e di altri anfibi, piccolo mondo meraviglioso per centinaia di bimbi che lassù hanno giocato. In fin dei conti, forse, é stato meglio così tanto lontana appare la fratellanza fra pescatori e alpinisti.