A) Sfruttando la moderna funivia del Palù la cui stazione di partenza è a Chiesa Val Malenco, si raggiunge l'Alpe Palù. Da qui si scende sci ai piedi lungo la pista battuta che porta al Lago Palù sulla cui sponda settentrionale sorge l'omonimo rifugio. Dal rifugio si prosegue verso Est raggiungendo il Bocchel del Torno 2203 m (chi volesse rinunciare all'uso degli impianti può giungere qui partendo da San Giuseppe 1433 m e più precisamente dalla stazione di partenza della seggiovia che si trova presso il rif. Sasso Nero. Lungo la strada innevata, si raggiungono i Barchi 1698 m e si prosegue nel bosco fino alla conca del lago Palù) che si apre a sinistra della rocciosa cresta del Monte Roggione. Valicato il colle si prosegue verso sinistra per rado bosco tenendo come riferimento il nuovo impianto di risalita che porta sotto i pendii sommitali del Sasso Nero. Dalla stazione d'arrivo dell'impianto si continua su terreno più ripido n direzione Nord-ovest per percorrere il pendio (in genere sempre percorso da piste di risalita) che sale costeggiando la cresta SE e che porta ai più aperti pendii che adducono alla quota 2814 m.
B) Qesto percosro non è segnato nella cartina dettagliata. Dal parcheggio della stazione degli impianti di risalita di San Guseppe 1433 m si segue la strada per il rifugi Barchi e Lago Palù. Dopo una prima serie di tornanti si lascia l'itinerario principale per deviare a sinistra su una pista generalmente battuta dalle motoslitte che dopo essersi abbassata punta verso Nord-ovest, attenendosi alla strada che porta all'Alpe Entova e al Rifugio Longoni. Raggiunta l'Alpe Entova 1917 m, si abbandona il tracciato per piegare a destra, risalendo il largo vallone dell'Entovasco per tagliare così la lunga serie di tornanti della strada. Tenendo preferibilmente la sponda sinistra orografica si rimette piede sulla strada verso i 2400 m e la si percorre verso destra fino al suo termine (il tratto finale si svolge su pendii ripidissimi ed è ormai caduto in rovina). Si sbuca così nell'ampia conca ove si trova la baracca della teleferica che serviva il rifugio Entova-Scerscen, ben visibile sulla cresta sovrastante. Volgendo a destra si percorre la conca e i successivi gobboni che in lenta salita permettono di raggiungere la Forcella d'Entova 2831 m. Da qui si punta a Sud verso la quota 2882 m e tagliando a sinistra poco sotto il suo vetta, ci si abbassa leggermente per raggiungere la base dell'evidente canale che raggiunge la cresta sommitale del Sasso Nero a sinistra del salto roccioso di quota 2905 m. Lasciati gli sci si supera il canale (100 m c.; qualche passo su roccia e misto fino al III) e si raggiunge la dorsale che si percorre a sinistra fino alla vicina vetta (ore 1 dalla Forcella d'Entova).
La gita scialpinistica al Sasso Nero è una delle più belle e classiche fra quelle fattibili ad inizio inverno in Val Malenco. Si tratta di un percorso complessivamente sempre in buone condizioni di sicurezza anche se da non sottovalutare, specie dopo forti nevicate recenti. La gita, può essere compiuta in due modi con differenti punti di partenza e differente impegno. Estate e d'inverno il Sasso Nero è una montagna molto particolare: nella bella stagione è un dedalo di bastionate rocciose inframmezzate da desolate e solitarie pietraie, d'inverno, si copre quasi interamente di un bianco mantello e assume un aspetto completamente diverso, più gentile e "ospitale". Un'altra particolarità legata alla nostra cima è la presenza di numerose vette, cinque in tutto comprese le due minori, che si susseguono sul lungo crinale sommitale da Est a Ovest. La vetta maggiore è alta 2921 m, ma raramente viene raggiunta dalle comitive che, una volta giunte sul crestone sommitale restano a bocca aperta ad ammirare l'imponente panorama che si apre dinanzi ai loro occhi. Il Sasso Nero è infatti uno dei migliori balconi panoramici sui colossi del gruppo del Bernina che, quasi a portata di mano, sfilano ben allineati a chiudere l'orizzonte settentrionale. Verso Ovest si allunga la bastionata rocciosa che va dal Piz Glüschaint 3594 m al Pizzo Sella 3511 m. Si impone poi nettamente la grandiosa triade Roseg-Scerscen-Bernina, nucleo centrale del massiccio e armoniosa architettura di pareti rocciose, canali innevati e creste merlettate. Più ad Est svetta la punta della Cresta Güzza seguita dall'oscura parete Ovest del Pizzo Argent.
La sola vista di questo imponente spettacolo è sufficiente a ripagare dalle fatiche, invero non eccessive, richieste dalla salita.