Da Valbona si traversa il torrente Serio sul ponte contiguo al parcheggio e si entra fra le case. Si seguono per un breve tratto le segnalazioni del "Sentiero delle Marmitte dei Giganti" (bandierine bianco-rosse con N. 255) fino ad una fontana dove si abbandona il percorso principale per deviare a destra andando a riattraversare il Serio su un ponte di legno già visibile dal parcheggio. Si segue, ora, una bellissima mulattiera, a tratti lastricata, che percorre il bosco e, più in alto, traversa la strada sterrata che parte dal piazzale-parcheggio di Valbona. Seguendo le bandierine segnaletiche bianco-rosse (stiamo percorrendo alla rovescia il sentiero "ufficiale" delle Marmitte) si rimette piede sulla sterrata e, tramite essa, si raggiungono le case di Castellaccio. Si passa fra le abitazioni lambendo una fresca fontana sulla sinistra e si procede sulla strada che sale rettilinea per 100 metri. A questo punto la si può abbandonare prendendo la mulattiera che procede diritta, reimmettendosi nella strada poco sopra, oppure si può proseguire per la carrozzabile incontrando un bivio dopo circa 100 m. Si piega allora a sinistra e con percorso semi pianeggiante di altri 100 metri circa si giunge ad un ponticello di cemento gettato sul Serio 480 m (la mulattiera, che abbiamo imboccato sopra Castellaccio, sbuca a circa metà di questo tratto rettilineo). Una ventina di metri prima del ponte, dal quale si possono ammirare alcune belle marmitte, si piega a destra su terreno detritico nel bosco. Si segue, ora, una traccia che si tiene sempre a non più di venti, trenta metri dall'alveo del torrente. Per spazi erbosi e tratti di boscaglia si guadagna rapidamente quota non dimenticando di andare ad osservare le magnifiche formazioni rocciose del Serio che si possono avvicinare grazie a sporgenze e a lingue di bosco che giungono fin quasi all'acqua. Questo breve tratto, di non più di 200 metri di dislivello, è veramente una meraviglia e non richiede particolari attenzioni se non in alcuni punti, peraltro aggirabili, che si affacciano direttamente su alcuni profondi settori del torrente.
La salita ha termine pochi metri a destra del ponticello di quota 680 m, traversato dal normale percorso segnalato di cui seguiamo le ultime bandierine. Raggiunto il ponticello si prospettano due alternative: se siamo curiosi e intraprendenti possiamo proseguire sempre tenendoci sulla sinistra orografica delle acque (destra salendo); altrimenti possiamo traversare il ponte e iniziare il ritorno. Nel primo caso raccomandiamo una certa prudenza poiché si devono risalire le facili ma lisce placche levigate dalle acque. L'ambiente cambia un po' e ci regala ancora curiose prospettive. In caso di titubanza si evitino i tratti che sembrano più complicati tenendosi nel bosco vicino. La salita termina in corrispondenza di un argine che delimita il torrente poco sotto un altro ponte. A destra dell'argine s'infila un sentierino che fra la vegetazione del greto raggiunge la strada a quota 900 m circa. La discesa si svolge per lo stesso itinerario fino al ponticello a quota 680 m da dove, piegando a destra, s'inizia la discesa su Valbona. Il primo tratto del percorso si svolge fra piccole radure e placche (attenzione, qualora la roccia sia bagnata) e, con un ultimo tratto nel bosco, porta ai ruderi della frazione di Bettoli. Si tratta di un grosso nucleo rurale oggi ormai invaso dalla vegetazione e quasi completamente diroccato: fate bene attenzione a non addentrarVi nelle case. Oltre Bettoli il sentiero si fa mulattiera e inizia a scendere deciso percorrendo il crinale boscoso che separa la valle del Serio da una vallecola più ad Est. In molti tratti la mulattiera è ancora lastricata e ben conservata. Essa presenta alcune caratteristiche interessanti fra cui una sezione orizzontale concava e la quasi assenza di tornanti. Questa scelta costruttiva non è casuale, la concavità del fondo lastricato e la mancanza o quasi di curve servivano per far scivolare facilmente a valle i grossi tronchi tagliati in montagna. Dopo un lungo tratto si trova, in centro alla mulattiera, un grosso macigno e poco più a valle un cartello giallo indica, a destra, la deviazione verso la chiesa di San Vittore 550 m.
In pochi passi si giunge sul piazzale erboso antistante l'edificio oggi sconsacrato. La chiesetta sorge circondata da un fitto bosco e resiste all'incuria e alle intemperie mostrando ancora le sue linee architettoniche semplici e pulite. Accanto al muro perimetrale giace una piccola vasca monolitica di pietra che forse, un tempo, si trovava all'interno della chiesa e raccoglieva l'acqua benedetta.
Ritornati sulla mulattiera proseguiamo la nostra discesa ammirando l'abilità di chi ha costruito questa stradina senza avvalersi di ingegneri né architetti. Percorriamo tutto il crinale in un ambiente tranquillo e sereno finché un'ultima tratto ripido ci riporta a Valbona e all'auto.
L'avvicinarsi della stagione estiva ci consente di rivolgere le nostre attenzioni alle "ombrose" Orobie. Come prima gita della stagione proponiamo un affascinate percorso che Vi porterà in un angolo fra i più belli e suggestivi dei dintorni di Sondrio.
L'itinerario costeggia il corso del torrente Serio che ha scavato una incredibile serie di marmitte dei giganti connesse fra loro da un mirabile sistema di tobogan naturali che fanno sembrare il tutto una sorta di "Aquafan" di Madre Natura. Le marmitte sono, a volte, di dimensioni ragguardevoli, i salti che le separano brevi e invitanti (non proprio tutti) e alcuni, d'estate si prestano ad entusiasmanti bagni.
La nostra proposta di discosta un po' dal classico "Sentiero delle Marmitte dei Giganti", la cui descrizione si trova su un cartellone apposto dalla Comunità Montana di Sondrio nell'ampio piazzale parcheggio sulla sponda del torrente Serio. Il sentiero, così com'è descritto, ci permetterà di vedere queste meravigliose sculture della natura solo per un brevissimo tratto, quando, raggiunto il suo punto massimo, ritorna a scendere dopo aver attraversato il Serio su un ponticello di legno. Per quanto bella questa soluzione non ci soddisfaceva, memori di quante altre magnifiche "marmitte" si trovino lungo il corso d'acqua. Per questo proporremo una variante di percorso che, se effettuata in salita, non richiede particolari attenzioni tranne che in alcuni brevissimi tratti, peraltro aggirabili a destra su terreno più agevole e sicuro.
Vi raccomandiamo, tuttavia, di effettuare la gita con tempo asciutto e di vigilare con attenzione se avete al seguito bambini o persone poco esperte.
Il minuscolo torrente Serio non è molto conosciuto. Non lo citano le guide turistiche di Valtellina, né, credo, altri testi di carattere naturalistico. Eppure questo corso d'acqua appartato, quasi nascosto nel bosco a due passi da Sondrio, ci regala uno dei più interessanti e spettacolari paesaggi naturalistici valtellinesi. Il Serio s'è scavato il suo letto in una stretta vallecola dal fondo roccioso, le cui sponde sono ammantate da lussureggiante vegetazione composta principalmente da faggi, betulle, maggiociondoli e castani. Con calma e pazienza il Serio ha eroso le morbide rocce e, quasi in concerto con esse, s'è aperto un alveo che è un'opera d'arte. Qualche verdeggiante radura interrompe la selva creando piccoli terrazzi panoramici da dove è possibile ammirare il corso d'acqua; ma in molte occasione si trovano anche comodi "corridoi" che permettono addirittura di avvicinare il fondo della valletta per andare a curiosare da vicino i suoi più misteriosi anfratti.
In una precedente occasione abbiamo proposto la gita al Parco delle Marmitte dei Giganti di Chiavenna dove si possono ammirare imponenti esempi di queste sculture naturali. Ma le "marmitte" di Chiavenna, per quanto grandiose e imponenti, sono un relitto ambientale dei tempi in cui le vorticose acque di grandi ghiacciai iniziarono a modellare la tenera roccia serpentinosa che solcavano. Si tratta, quindi, di un mondo "morto", perché da millenni privato dell'elemento che lo ha creato: l'acqua.
Diversa è la condizione che troverete passeggiando sulle sponde del Serio che, sicuramente, si sarebbe meritato un toponimo meno impegnativo. Qui l'acqua corre ancora vitale e allegra e sembra proprio divertirsi saltando da lisce pareti di roccia in limpide e tondeggianti marmitte, sgusciandone fuori di nuovo per affrontare una serie di scivoli sinuosi, intervallati da altre piccole escavazioni, E dopo un breve tratto, in cui si riposa su un greto ghiaioso, la spensierata discesa delle acque riprende in un inseguirsi di meravigliose e bizzarre sculture di roccia, fino alle porte di Valbona. Il tratto finale del corso d'acqua entra in una forra oscura e difficile e quindi non visibile, ma quanto Vi si è offerto nel tratto superiore lascerà un indelebile ricordo di armonia e di bellezza. Il settore di torrente più interessante è quello compreso fra il ponte di quota 480 m e quello di quota 680 m percorso dal sentiero "ufficiale" delle Marmitte dei Giganti.
Al di sopra di questo ponte si può sempre proseguire per bosco oppure camminando sulle inclinate placche rocciose della sponda destra (sinistra orografica) del torrente. Raccomandiamo, tuttavia, sempre la massima attenzione e, soprattutto per la discesa, consigliamo di evitare le pur facili placche, scegliendo il vicino bosco, tutto sommato facilmente percorribile.
Le "marmitte" del Serio non sono le uniche delle Alpi Orobie; troviamo fenomeni simili nelle gole del torrente Armisa, poco a valle di Agneda, in Val d'Arigna, e poi ancora nei tratti inferiori e per lo più sconosciuti dei torrenti Bondone e Caronella, prima che le loro acque si gettino nell'Adda.
Un po' più famose sono le marmitte dei giganti della Val Corta, in Val Tartano, ma solo perché sono facilmente visibili. Nulla di paragonabile tuttavia con lo spettacolo vario e "pirotecnico", offerto dal piccolo, sconosciuto e "laborioso" torrente Serio.