Passeggiate - Il sentiero del Rat

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «L'anello del Sentiero del Rat»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A27
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Palù 540 m frazione di Poggiridenti Piano. Per accesso vedi descrizione del percorso.
  • NOTA: È anche possibile raggiungere la località di partenza utilizzando i mezzi pubblici. Scendendo alla stazione ferroviaria FFSS di Tresivio e procedendo per circa duecento metri in direzione Sondrio lungo la strada statale, si arriva al bivio per Poggiridenti. Da qui, come sopra, in pochi minuti si raggiunge il sentiero del Rat.
  • Tempo di percorrenza: 3/4 ore per compiere con calma l'intero percorso.
  • Dislivello: 200 metri circa
  • Difficoltà: T (turistica) e  E (Escursionistica) 
  • Cartografia: SeteMap 1:30.000 «Valmalenco-Sondrio e dintorni»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 93 «Bernina-Sondrio».
  • Informazioni locali: Tresivio turistica
  • "Ristorante Il Poggio", Poggiridenti - Via Panoramica, 2 - tel. 0342.380800
  • "Ristorante Al Crap", Tresivio - Via Lago, 29 - tel. 0342.430197
 
 
mappa di Il sentiero del Rat

Percorso

Lasciata Sondrio in direzione di Tirano, si abbandona la SS 38 in corrispondenza della rotonda che s'incontra 2,5 chilometri dopo l'uscita della tangenziale cittadina (supermercato Le Rocce). Prendendo la terza uscita per Poggiridenti centro si sale per per circa trecento metri, si giunge ad un bivio dove si svolta a destra per la Via Palù (cartellini Sentiero del Rat) così giungendo ad un piccolo parcheggio dove si lascia l'auto. Si prosegue a piedi fra le poche abitazioni della frazione Palù lungo una strada fiancheggiata sulla sinistra da un torrentello dagli argini in cemento. Poco dopo si supera una prima sbarra e subito si traversa il corso d'acqua su un ponticello imboccando una stradina in parte sterrata e in parte con fondo in cemento. Poche decine di metri dopo si nota sulla sinistra il cartellone che indica la partenza del Sentiero del Rat. Ci s'incammina salendo a sinistra del cartello per un fitto bosco d'acacie, carico d'odori e di suggestioni. Dopo pochi tornanti si arriva in prossimità della Predera: un piccolo ripiano delimitato a monte da un caratteristico muretto a secco sul quale risalta una tipica scaletta in pietra. Qui, in età storica, era estratta la Pietra di Tresivio: un cloritoscisto dal caratteristico colore verde chiaro appartenente alla formazione del Servino e d'età Triassica inferiore (dell'attività estrattiva oggi rimangono ben poche testimonianze, ma sulla parete rocciosa sopra il ripiano è ancora visibile qualche foro da mina).Abbandonata la Predera, in pochi minuti si giunge a lambire una suggestiva cascatella che scorre entro una stretta incisione della roccia creando magici giochi di luce e di colore. Da una scaletta in pietra, la traccia abbandona il ruscello per continuare nella macchia. La salita procede tranquilla scandita di tanto in tanto da piccoli cartelli didattici inerenti la flora locale. In una decina di minuti di cammino dalla gola rocciosa, si raggiunge una caratteristica scalinata scolpita nella pietra. Proseguendo oltre, e lasciando sulla destra due deviazioni, si raggiunge una mulattiera inerbita e pianeggiante, delimitata a monte da un canaletto di irrigazione. Si devia a sinistra e con un'ultima salita si giunge allo sbocco del sentiero sulla Strada Panoramica dei Castelli. Ti traversa la carrozzabile raggiungendo lo slargo sul lato opposto e in pochi passi si raggiunge il piccolo edificio del Mulino del Canaìn, alimentato da Torrente Rogna e sito sul confine amministrativo dei due comuni di Poggiridenti e Tresivio, fisicamente individuato dal letto del corso d'acqua. Ciò che una volta serviva per macinare segale e grano saraceno, fondamentali elementi di una dieta semplice e povera, giace ora inserito in un contesto urbano più moderno, ma serve a ricordare i secoli passati e la semplicità dei gesti che accompagnavano la vita di tutti i giorni.
Proseguendo lungo la stretta strada asfaltata che lambisce il mulino si prende quota per poi svoltare a destra arrivando al cospetto dell'imponente edificio della Santa Casa di Loreto. Poco oltre ci si immette sulla strada che collega Tresivio a Boirolo che si discende lambendo la chiesa arcipretale dei Santi Pietro e Paolo giungendo di nuovo sulla Panoramica dei Castelli ad un incrocio semaforico. Riattraversata la strada si prosegue dritti per un centinaio di metri giungendo in una piazzetta alla cui destra si dirama Via Martiri della Libertà. In fondo alla piazza si imbocca la stretta Via Calvario, inizialmente è acciottolata, che con un paio di curve sale ad immettersi nella Via Castello. Proseguendo la salita la strada man mano si trasforma in tratturo e fra vigneti, radure e macchie di selva arriva presso la chiesa del Calvario. Tornati in fondo a Via Calvario si prende a sinistra Via Martiri della Libertà e poi Via Lago che dopo un'ampia curva lambisce un vasto piazzale parcheggio. Qui, fra il piazzale e il cartello del Centro di Formazione Credito Valtellinese si diparte un tratturo che dopo un tratto pianeggiante si restringe e scende in un vigneto. Dopo qualche tornante (qualche bollo bianco-rosso) il tracciato riprende ad allargarsi, taglia in piano verso destra e poi riprende a scendere. In questo tratto una roccia che delimita la stradina sulla sinistra mostra molte incisioni lineari che indicano come sia stata usata in tempi antichi come affilatoio per le lame.  Proseguendo a scendere in breve si arriva presso il cartellone del Sentiero del Rat dove abbiamo iniziato la salita. 

Due passi in più: la Santa Casa di Loreto, Tresivio e il Dosso del Calvario

Situato per la maggior parte in un'area boschiva, il percorso presenta interessanti spunti di carattere naturalistico e antropologico: un buon itinerario introduttivo per chi vuole avvicinarsi alla storia del territorio e delle modificazioni che ha subìto nei secoli, per opera dell'uomo e della natura. Mentre le aree circostanti appaiono profondamente modificate e "addomesticate" dai terrazzi a vigneto la selva a Sud-ovest del Dosso del Calvario rimane quasi un'oasi quasi incontaminata. La salita termina su uno dei tipici terrazzi d'escavazione glaciale, situati ad una quota compresa tra i cinquecento e i seicento metri, sul versante settentrionale della media e bassa Valtellina e sulla quale sorgono i paesi più antichi della valle come Tresivio, Poggiridenti, Montagna in Valtellina, Castione Andevenno, Berbenno e Buglio in Monte. Diversi furono i motivi che spinsero i popoli del passato ad insediarsi in questa fascia costiera. Tra questi, sicuramente l'esigenza di far fronte ai problemi di un'area spesso soggetta ad alluvioni e malsana e dal bisogno di sfruttare al meglio il calore del sole, per le coltivazioni ma anche come alternativa alle più primitive forme di riscaldamento. Certamente questi terrazzi furono colonizzati già nella preistoria come testimoniano le incisioni rupestri, le stele sacre e i manufatti rinvenuti in molte località fra cui proprio la zona del Dosso del Calvario. Da allora questo territorio ha subito continue modifiche da parte dell'uomo compresa l'apertura della cava da cui si estraeva la Pietra di Tresivio, lavorata prevalentemente a spacco, per ottenere blocchi da costruzione. Questa pietra fu molto utilizzata tuttavia, nel XIV/XV secolo per realizzare elementi decorativi e strutturali destinati alle più importanti opere architettoniche di Sondrio, Ponte in Valtellina e Tresivio. Il colonnato del cortile interno del Museo di Storia e Arte di Sondrio, alcuni particolari architettonici del Palazzo del Municipio del capoluogo e del palazzo Martinengo, nonché la base del santuario della Santa Casa di Loreto a Tresivio, non sono che alcuni esempi dell'impiego di questa pietra nell'architettura locale.
Il santuario della Santa Casa di Loreto posto a monte della strada panoramica, fra Tresivio e Poggiridenti merita una visita. La costruzione, risale al XVIII secolo e sorge sui resti di una cappella del 1440 e detta della Madonna di Tronchedo, di fondazione della famiglia Beccaria. A differenza della maggior parte delle chiese valtellinesi, le cui pareti perimetrali, salvo la superficie della facciata, non sono intonacate ma presentano la grezza muratura, l'edificio fu concepito come una sorta di palazzo-castello barocco, studiato in maniera tale da offrire interessanti particolari e impostazioni stilistiche differenti su tutte quattro le facciate. Il vicino borgo di Tresivio fu abitato da epoche remote. Nell'anno 1016, il suo nome compare come castro Trecive per diventare, nel 1022, Tresivi. Nel 1328, il paese vide sorgere sulle sue alture un castello per opera dei De Capitanei di Sondrio. La costruzione venne sfruttata durante tutto il governo dei Visconti e degli Sforza per poi venire demolita il 22 aprile 1513 in seguito alla venuta dei Grigioni.
Le bellezze artistiche e architettoniche di questo paese non si limitano al solo santuario. Degne di nota sono anche la chiesa arcipretale di S. Pietro e Paolo risalente al XIII secolo, un palazzo seicentesco, situato nella stessa piazza della chiesa e l'Oratorio del Calvario, posto sulla rupe che domina, a meridione, il paese e risalente al diciassettesimo secolo.
Il ristorante Il Poggio, in località Poggiridenti, sulla Strada Panoramica o il ristorante Al Crap, in Via Lago 29 a Tresivio, consentono al visitatore, una sosta gastronomica in un ambiente caratteristico e accogliente.



  • Un tratto del sentiero immerso nel verde della selva e rallegrato da un ruscello
  • Veduta della Valtellina dalle pendici del Calvario
  • Dalla cima del Calvario sguardo verso monte. Sulla destra l'imponente edificio della Santa Casa
  • Il Santuario della Santa Casa di Loreto