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Cicloturismo - La Strada orobica di Carona

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre
  • Punto di partenza: Stazione ferroviaria  di Tresenda
  • Sviluppo: 30 km circa
  • Tempo di percorrenza: 4-5 ore andata e ritorno con partenza da Tresenda
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Bernina-Sondrio»
 

Informazioni locali: 

 
 
Da Teglio a Tirano
  1. Percorso
 

Percorso

Dal piazzale della stazione ferroviaria di Tresenda si volge verso Ovest e poco dopo si imbocca il Sentiero Valtellina che, con un percorso molto vario e riposante, arriva a San Giacomo di Teglio, nei pressi del ponte sull'Adda tramite il quale si entrerebbe sulla SS38 dello Stelvio. Giunti all'incrocio della carrozzabile che proviene dalla SS36, si piega a sinistra entrando nella Via per Carona.  In salita abbastanza comoda e regolare puntiamo verso Sud percorrendo il lato occidentale del conoide di deiezione del Torrente Margatta. Oltrepassati alcuni gruppi di case, con un paio di tornanti arriviamo a lambire la frazione di San Sebastiano, caratterizzata dalla sua grande chiesa. Poco più avanti eccoci in frazione Cevo 514 m. A questo punto la strada prende un andamento Ovest-Est, traversa il torrente e la frazione Margattoni ebpoi riprende a salire più decisamente, mantenendo però sempre la direttrice verso Est. Con alcune serie di tornanti intervallati da lunghi tratti a mezza costa in leggera salita, si passano alcune contrade giungendo sul bordo del vallone scavato dal Torrente Bondone. Senza traversarlo, la strada risale la sinistra orografica del vallone con quattro ampi tornanti e giunge infine fra le case di Caprinale da dove si può ammirare un bel panorama sulla Valtellina ed il versante retico dove spicca la rupe di Teglio sormontata dall'antica torre medioevale. Subito dopo Caprinale si traversa il Torrente Bondone per arrivare a Luscio. La salita ha un attimo di tregua e riprende molto dolce a mezza costa arrivando infine alle case di Vespi-Monegatti 1055 m. Qui, volendo salire a Carona, basta deviare a destra seguendo le indicazioni stradali per entrare in breve nell'antico paese orobico 1162 m. Visitati il borgo e la chiesa di Sant Omobono ritorniamo a Vespi-Monegatti per riprendere la pedalata verso oriente che a questo punto si dipana fra ombrose selve in ambiente silenzioso e per certi versi selvaggio. Dopo un lungo tratto pianeggiante la strada inizia gradualmente a perdere quota entrando in Val Belviso, la più orientale delle vallate delle Alpi Orobie Valtellinesi. Con qualche apertura sul valico dell'Aprica, alle cui spalle si indovinano le vette dell'Adamello, lambendo qualche cascina solitaria eccoci infine nell'ombroso e stretto fondovalle della Val Belviso dove sorgono gli impianti idroelettrici di Frera. Grazie allo stretto ponte di Ganda ci si porta sul versante opposto della valle, lasciando a destra la deviazione che, prima del ponte, entra in Val Belviso. A questo punto ci attende una piccola prova di forza perché, dopo la discesa, si vorrebbe forse continuare così ed invece ci tocca risalire un poco per arrivare a mettere infine le ruote sulla SS del Passo dell'Aprica.
Ora, a meno che non vogliate raggiungere il valico, la salita è veramente terminata e non ci resta che riprendere fiato scendendo lungo il larghissimo nastro d'asfalto che, con alcune belle aperture sulla Valtellina si avvicina al fondovalle. Lasciata sulla destra la deviazione per Stazzona, la strada si restringe leggermente e con divertente percorso giunge ad una galleria tramite la quale entra nel fondovalle valtellinese percorso da un lungo rettilineo che porta a Tresenda dove si chiude l'anello della gita.


  1. Approfondimento
 

Non sono molti i ciclisti che conoscono questo percorso che potremmo definire strano, ma che sicuramente lascerà ottime impressioni di sé. Essendo ad anello, la gita può essere compiuta indifferentemente nei due sensi ma, per ragioni di comodità (molti ciclo turisti usano il treno), abbiamo deciso di farlo partire dalla stazione ferroviaria di Tresenda. A nostro avviso il modo migliore per apprezzare la gita prevede, infatti, un senso di marcia antiorario. Ci sono almeno due buoni motivi per questa scelta. Innanzi tutto percorrendo il Sentiero Valtellina da Tresenda a San Giacomo di Teglio si avrà modo di scaldare un poco i muscoli in previsione della lunga salita. In secondo luogo ci è parso più riposante e salutare proporvi la salita a Carona da San Giacomo perché la strada è assai poco frequentata dalle auto, immersa nel verde e assai panoramica. Viceversa una salita lungo la carrozzabile per il Passo dell'Aprica risulta noiosa e soggetta all'intenso traffico motorizzato che, oltre a disturbare l'udito, di sicuro non produce buoni effetti sui nostri polmoni che per affrontare la salita si dilatano al massimo.
Il punto di massimo dislivello si trova in contrada Vespi-Monegatti 1055 m dove si diparte la strada che con un paio di tonanti porta nel piccolo borgo orobico di Carona che può valer la pena di essere visitato.
Il paese, omonimo del più celebre e importante borgo della Val Brembana, conobbe in passato una certa importanza, tanto che arrivò a contare quasi un migliaio di abitanti.  Interessante la chiesa di Sant Omobono, che inizialmente fu un oratorio consacrato alla Madonna e le cui origini sono certamente antichissime, probabilmente antecedenti il 1200. All'interno della chiesa, che negli anni ha subito molti rimaneggiamenti, sono conservate pregevoli opere artistiche.


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