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Escursioni - La solitaria Punta Setteventi 2250 m

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Valcamonica
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-57
  • Periodo consigliato: estate-autunno
  • Punto di partenza: Cappelletta di Grapa di Vaia sulla strada che collega il Passo Maniva al Passo Croce Domini
  • Tempo di percorrenza: 3 ore
  • Dislivello: 400 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: AA.VV., Passi nel bosco 30 escursioni nelle foreste di Lombardia, Regione Lombardia-ERSAF, 2005
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 103 «Le Tre Valli Bresciane»
  • Informazioni locali: Gita facile e abbastanza breve che conduce nelle desolate solitudini alpestri tipiche del crinale montuoso che collega il Passo Maniva con Passo di Croce Domini. Interessante settore geologico formato da conglomerati che prendono il nome da una vicina sommità, il Dosso dei Galli, sul quale sorgono imponenti impianti radar militari. Alla vicina e sottostante Malga di Vaia si possono acquistare prodotti d'alpeggio. Non c'è acqua sul percorso. Il percorso è da effettuarsi con buona visibilità.
 

Gita facile e abbastanza breve che conduce nelle desolate solitudini alpestri tipiche del crinale montuoso che collega il Passo Maniva con Passo di Croce Domini. Interessante settore geologico formato da conglomerati che prendono il nome da una vicina sommità, il Dosso dei Galli, sul quale sorgono imponenti impianti radar militari. Alla vicina e sottostante Malga di Vaia si possono acquistare prodotti d'alpeggio. Non c'è acqua sul percorso.
Il percorso è da effettuarsi con buona visibilità.

 
mappa di La solitaria Punta Setteventi 2250 m
  1. Percorso
 

Percorso

Nota sul punto di partenza: Cappelletta di Grapa di Vaia sulla strada che collega il Passo Maniva al Passo Croce Domini. La località è raggiungibile percorrendo la SS 345 della Val Trompia fino a Collio e da qui proseguendo per il Maniva. Viceversa si raggiunge il Passo Croce Domini da Breno o da Bagolino e poi si imbocca verso Sud la strada per il Maniva.


Dopo aver lambito i grandi impianti radar che occupano la cima del Dosso dei Galli, la strada che collega il Passo Maniva al Passo Croce Domini inizia a scendere presso il Goletto del Giogo della Bala 2129 m (10 km circa dal Passo Croce Domini e 20 km circa da Collio). In corrispondenza del primo tornante, si diparte sulla destra una sterrata e si trova un vasto piazzale naturale ove è possibile il parcheggio. La sterrata lambisce la cappelletta di Grapa di Vaia, inizialmente non visibile, per scendere verso la Malga Vaia di Mezzo 1851 m e poi Malga Vaia di Fondo 1716 m.
Dalla cappelletta seguiamo invece la traccia pianeggiante che s'inoltra incerta nel pascolo verso destra (Sud) e che, poco dopo, giunge alla vasta insellatura prativa quotata 2152 metri, posta ai piedi della cresta settentrionale dei Corni Setteventi.
Scollinando di pochi metri troviamo un cartello ligneo con indicazioni escursionistiche e, piegando a sinistra (per chi scende dalla sella), imbocchiamo una vecchia mulattiera militare che con tracciato abbastanza buono taglia a mezza costa il versante occidentale dei Corni Setteventi, portandosi infine alla sella posta fra questi e la Punta Setteventi. Sempre lungo la mulattiera procediamo a mezza costa tagliando il versante meridionale della Punta Setteventi; poco dopo, superata un paretina incombente sulla mulattiera, il tracciato si avvicina al crinale. Facilmente abbandoniamo la mulattiera e saliamo in cresta, seguendo poi verso sinistra una comoda traccia che, senza difficoltà, porta alla povera croce di legno che si trova in vetta. Tornati alla sella fra la Punta Setteventi ed i Corni Setteventi, in corrispondenza di un altro cartello ligneo, scolliniamo sul versante opposto del crinale, abbassandoci per traccia alla vicina conca erbosa sottostante.
Da qui iniziamo un lungo traverso verso sinistra, che si tiene poco a valle dei macereti ai piedi del versante orientale dei Corni Setteventi (qualche ometto).
Con bella vista sul sottostante ampio lago glaciale di Vaia 1910 m, la traccia percorre magri pascoli sassosi; a volte è incostante, ma l'importante è puntare all'evidente Cascinello di Vaia già ben visibile e situato poco sotto, proprio a margine della sterrata che scende a Malga Vaia di Fondo. Raggiunto il baitello in pochi passi ci si immette sulla sterrata e la si risale fino alla cappelletta di Grapa di Vaia.
La gita si può leggermente allungare con la discesa sulle rive del sottostante Lago di Vaia, uno dei più pescosi laghetti alpini del Bresciano e con visita alle vicine malghe, ritornando poi lungo la sterrata alla Grapa di Vaia.

  1. Approfondimento
 

La Punta Setteventi 2250 m

Questa breve gita si svolge nel piccolo gruppo di monti compreso fra il Passo del Maniva ed il Passo di Croce Domini, nelle Prealpi bresciane, a cavallo fra la Valcamonica ad Ovest e la Val Trompia ad Est. Si tratta di mondo solitario e desolato fatto di cime abbastanza poco appariscenti, di ampi spazi e di grandi pascoli ingentiliti di tanto in tanto da qualche laghetto alpino.
La strada carrozzabile SS 345 "delle Tre Valli" che si spinge fin quassù e che collega i due valichi con un percorso di crinale molto panoramico, lungo circa 17 km, consente un facile accesso a questa zona, altrimenti distante ed isolata.
Numerosissimi sono i motivi d'interesse della passeggiata, da quelli panoramici a quelli naturalistici, da quelli storici a quelli etnografici. Si cammina quasi sempre su sentiero discretamente tracciato e in parte su una vecchia mulattiera militare di cui restano ormai ben poche vestigia. La Punta Setteventi, toponimo assai calzante per questa cima, veramente esposta a tutti i venti, è la vetta più elevata delle Prealpi bresciane. Accanto ad essa si trovano le piccole, ma suggestive guglie rocciose dei Corni Setteventi e nei pressi, sul vicino Dosso dei Galli, svettano gli imponenti radar militari della N.A.T.O. oggi in disuso.

I radar del Dosso dei Galli 2196 m

La Stazione N.A.T.O. del Dosso dei Galli ha operato, sopra il Colle del Passo Dosso dei Galli, operante dal 1969 fino al 1995, e acquistò vitale importanza con l'uscita della Francia dall'Alleanza Atlantica. La Stazione era collegata verso Nord, alla stazione tedesca di Feldberg, mentre a Sud era collegata con Monte Giogo. Era quindi la "spina dorsale dei collegamenti militari da Nord a Sud e viceversa. La rete partiva dalla Norvegia e si collegava alla rete N.A.R.S. (North Atlantic Radio System) alle isole Faroe (danesi), che, attraverso la Groenlandia, entrava in Canada e poi negli Stati Uniti.
Verso Sud il segnale toccava a Malta, e la Grecia per poi giungere in Turchia, dove terminava il Sistema di Telecomunicazioni Terrestre "Europeo-Nordico-Statunitense" di Allarme Immediato.
Il sistema di collegamento creava una rete di sorveglianza dell'Unione Sovietica ed i suoi Paesi Satelliti, a guardia di eventuali azioni aggressive verso l'Occidente. Data la sua posizione, la stazione, con sue enormi antenne a parabole, è visibile già da parecchi chilometri di distanza. Poiché il luogo è molto esposto agli eventi atmosferici, d'inverno o durante periodi di maltempo la stazione poteva rimanere isolata anche per diversi giorni a causa delle lunghe ed abbondanti precipitazioni nevose; tutto ciò nonostante si facesse di tutto per mantenere la strada sempre aperta.
In queste condizioni i rifornimenti venivano effettuati tramite elicotteri dell'Esercito, o grazie ad appositi gatti della neve dislocati presso il Rifugio Bonardi, assieme ad una cisterna per il rifornimento di 15.000 litri di carburante. La stazione in caso di necessità, assolveva obbligatoriamente il compito di soccorso e trasporto, di civili infortunati durante escursioni invernali o estive sui monti circostanti.

La leggenda della Grapa (o Crapa) di Vaia

La cappelletta della Grapa di Vaia, punto di partenza del nostro itinerario, sorge nei pressi del Passo di Vaia, antico punto di transito fra la Val Sabbia, la Val Trompia e la Valcamonica. Il piccolo ricovero annesso alla cappelletta era, in effetti, usato come punto di riparo dai viandanti colti quassù dal maltempo o dalla stanchezza. Si tratta di un luogo solitario che induce ancor oggi a fantasticare. All'interno dell'edicola, sotto un affresco raffigurante una Vergine col Bambino assieme a San Rocco e San Fermo, è conservato un teschio umano, "la grapa o crapa", oggetto di un'antica leggenda.
Un giorno, passando sulle rive del sottostante Lago di Vaia, un mandriano dal carattere iracondo e irriverente scorse un teschio che lo fissava dalle sue vuote orbite con un'espressione di supplica. Per nulla intenerito il pastore diede un calcio al cranio facendolo ruzzolare in acqua. Ripassando sul luogo il giorno appresso l'uomo si ritrovò di fronte quel teschio e ripeté il suo gesto disumano. Solo la terza volta che la scena si ripeteva, un po' di timor di Dio scese nell'animo del montanaro che finalmente intuì di trovarsi di fronte ad un anima "confinata", una di quelle costrette a restare nei luoghi ove in vita avevano commesso peccato. Impietosito raccolse il teschio e poi, presso il Passo di Vaia, luogo di grande transito, costruì una cappelletta ove esporlo in modo che le preghiere dei tanti viandanti potessero liberare quell'anima dal castigo divino.

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