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Passeggiate - I Bagni di Bormio

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Alta Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A19
  • Periodo consigliato: per quanto fattibile tutto l'anno, si consiglia di effettuare la gita nel periodo estivo.
  • Punto di partenza: ponte del Forn sull'Adda, a 4 km circa da Bormio (SS 38 dello Stelvio, 60 km da Sondrio, 190 km da Milano), in Valdidentro
  • Tempo di percorrenza: 1.30-2 ore
  • Dislivello: 103 m
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia: Gianasso  M. e AA.VV.  "Guida turistica della Provincia di Sondrio"  seconda edizione; Ed. Banca Popolare di Sondrio"  - Sondrio  2000
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Bormio-Livigno-Corna di Campo».
  • Informazioni locali: Bormio turismo tel. (+39) 0342 902424; Alta Valtellina;
  • Terme di Bormio
 

APT Bormio, Via Roma - tel. 0342-903300.

 
mappa di I Bagni di Bormio
  1. Percorso
 

Itinerario:

La gita che proponiamo si svolge nel magnifico Parco dei Bagni di Bormio, un'oasi di pace e tranquillità a due passi dalle trafficate strade per Livigno e per il Passo dello Stelvio.

Da Bormio si prosegue sulla SS 38, in direzione del Passo Stelvio. Al secondo tornante, si prende la deviazione per Valdidentro-Livigno che si percorre lasciando a destra la deviazione per Bagni Nuovi, fino al ponte sull'Adda, allo sbocco delle gole del fiume.

Si parcheggia prima del ponte e si imbocca sulla destra una sterrata, avvicinandosi al complesso dei Bagni Nuovi 1332 m. Un centinaio di metri prima degli edifici, presso una sbarra che chiude una stradina che si diparte a gomito da quella che stiamo percorrendo, si devia a sinistra imboccando un sentierino che sale nell'abetaia del "Parco dei Bagni" e che, dopo pochi metri, incrocia un sentiero proveniente dai Bagni Nuovi. Si piega ancora a sinistra sul nuovo tracciato e, ad un altro bivio, si va ancora a sinistra (indicazione "Fonte Pliniana"). Dopo un ponte che scavalca una cascata di acqua termale, si giunge infine alla Fonte Pliniana, finto antro, realizzato giuntando grossi blocchi rocciosi e decorando il soffitto con stalattiti artificiali. Poco prima della Pliniana, si stacca sulla destra un sentiero che, fra numerosi rivoli di acqua termale, porta alla Fonte S. Carlo e poi, lungo le scale di San Martino, raggiunge la chiesetta omonima probabilmente già esistente nel 1200. Poco a monte sorge l'edificio dei Bagni Vecchi 1435 m.

Dopo aver dato un'occhiata agli antichi edifici si può imboccare la strada, dapprima asfaltata, che scende verso destra alla volta dei Bagni Nuovi. Poco dopo la strada diventa sterrata, passa ai piedi di una parete rocciosa, per poi traversare un torrentello e infine lambire un edificio-garage (a questo punto è anche possibile arrivare salendo lungo la breve strada che dagli stabilimenti raggiunge la SS dello Stelvio. Si scende per la Statale oltrepassando una galleria al cui sbocco si trova l'iscrizione che commemora la costruzione della strada dello Stelvio. Si prosegue fino al termine del successivo ponte. Prendendo a destra, si scende per facile terreno coperto da mughi, riprendendo la strada di collegamento fra gli stabilimenti).

Si prosegue in leggera discesa passando accanto al Sasso Garibaldi, grosso masso calcareo dalla cui vetta pare che il generale abbia guidato, nel 1859, l'assalto ai Bagni Vecchi, occupati dagli austriaci. Poco più avanti ci si imbatte in un minuscolo Cimitero Alpino dedicato a due alpinisti morti sul Monte Cevedale nel 1878. L'incidente capitò ad una cordata composta da tre facoltosi alpinisti tedeschi, accompagnati da una Guida e un Portatore di Sulden. Solo uno di loro, il dottor Georg Salomon, ebbe la fortuna di sopravvivere al tremendo volo che fecero, scivolando per oltre cinquecento metri e cadendo in un crepaccio, quando ormai erano prossimi alla vetta. Alcune cordate che seguivano poterono prestare i primi soccorsi all'infortunato e, dividendosi, scendere sui due versanti del monte a cercare aiuti. Per primi due alpinisti tedeschi giunsero alle Baite dei Forni, dove ebbero la fortuna di trovare la Guida Luigi Bonetti che con sette uomini partì subito alla volta del luogo dell'incidente. Con il salvataggio dell'alpinista tedesco si concludeva felicemente una delle prime operazioni di soccorso alpino condotta sulle montagne valtellinesi. Pochi anni dopo dottor Salomon lasciò una particolareggiata descrizione dei fatti cui fu dato ampio risalto sulla stampa locale. L'articolo dell'alpinista terminava con un ricordo dei compagni scomparsi: "Nell'agosto 1882 ritornai, in compagnia di mio fratello Wilheim, a quei luoghi che erano per me pieni di ricordi. La nostra meta principale fu Bormio dove ora, nelle vicinanze dei Bagni Nuovi, i miei amici hanno trovato una bella e degna sepoltura". I resti mortali dei due compagni del Salomon, Carl Sachs e Paul Heinitz, riposano ancor oggi nel minuscolo cimitero loro dedicato lungo la stradetta che collega i Bagni Vecchi ai Bagni Nuovi di Bormio.

Il nostro percorso sta volgendo al termine e prosegue sempre facile ed evidente per giungere finalmente agli stabilimenti termali dei Bagni Nuovi. Da qui si imbocca un pianeggiante camminamento che, verso destra, riporta nel bosco; presto ci si imbatte nel sentierino percorso all'andata: per esso si torna quindi all'auto.

  1. Approfondimento
 

Le terme di Bormio

Le fonti termali che sgorgano all'imbocco della profonda forra scavata dall'Adda alle spalle di Bormio, erano sicuramente già celebri in epoche remote: Plinio il vecchio le menziona nella sua "Naturalis Historia" e Cas-siodoro, segretario del re ostrogoto Teodorico, in una lettera del VI secolo, consiglia l'uso dei bagni al re Teodato. Le acque termali furono subito sfruttate economicamente dai bormini e già nell'alto Medio Evo furono costruiti gli edifici dei Bagni Vecchi, forse su precedenti costruzioni romane. Oggi, di questo storico impianto non restano che le mura.

La fama delle virtù terapeutiche di queste acque crebbe di anno in anno, attirando nel bormiese turisti da ogni parte d'Europa; si trattava per lo più di nobili e ricchi notabili, i soli che, in quei tempi, si potevano permettere una "vacanza". In seguito a questo notevole successo, negli "Statuti di Bormio" si inserirono norme e regolamenti per la gestione razionale delle fonti. Ad esempio, per favorire l'afflusso di forestieri, fu vietato agli abitanti locali di usare le acque termali nel periodo estivo. Si stabilirono, inoltre, giorni alterni per l'accesso degli uomini e delle donne. Nei pressi dell'edificio dei Bagni Nuovi fu realizzata anche un'apposita area di cura per gli animali ammalati.

Sono ben nove le sorgenti, che sgorgano alle falde del monte Reit. Si tratta di un'acqua fortemente radioattiva, che ha una temperatura variante fra i 38° e i 41° C, con punte massime nei mesi invernali e primaverili e minime in estate. Le si riconoscono svariate proprietà terapeutiche nella cura dell'uricemia, delle malattie del ricambio, del diabete e delle affezioni ginecologiche.

Ogni sorgente ha un nome a partire da quella forse più nota, la Cinglaccia, cui fanno seguito, più in alto, le fonti Nibelunghi, Ostrogoti, Pliniana, Arciduchessa, Zampillo dei Bimbi, Cassiodora, S. Carlo e S. Martino. Nei pressi dello stabilimento dei Bagni Vecchi si trova poi la "grotta sudatoria". E' un tunnel naturale tramite il quale si accede ad uno slargo, dove precipitano le calde acque termali. Le tre fasi di accesso, cioè ingresso, tunnel e slargo finale, sono anche note tradizionalmente come "Paradiso", "Purgatorio" e "Inferno", in rapporto alla diversa temperatura che vi si riscontra.

Agli inizi del secolo scorso, fu evidente che i vecchi stabilimenti dei Bagni erano ormai obsoleti ed insufficienti per garantire un valido servizio ai loro frequentatori. Si pensò, pertanto, di dare il via alla costruzione di un nuovo centro termale.

La costruzione dei Bagni Nuovi, iniziò nel 1832 su progetto dell'ingegner Giovanni Donegani, sotto gli auspici dal governo asburgico e favorita dalla costruzione della strada dello Stelvio, realizzata fra il 1820 e il 1824 da Carlo Donegani, padre di Giovanni. L'opera fu terminata nel 1836 e conobbe subito un grande successo. L'albergo era, oltre che luogo di cura, anche semplice stazione di soggiorno estivo e punto di sosta per i viaggiatori che transitavano per lo Stelvio.

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