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Sci alpinismo - Pizzo Palù - Il castello argentato

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Engadina
  • Tipo: Sci alpinismo
  • Sigla: S25
  • Periodo consigliato: da gennaio a maggio
  • Punto di partenza: stazione d'arrivo della funivia Diavolezza 2973 m
  • Esposizione: Nord
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Difficoltà: BSA (Buon sciatore alpinista)
  • Dislivello: 1100 m circa
  • Attrezzatura: uno spezzone di corda da almeno 20 m (diametro min. 9 mm), ramponi, piccozza, qualche cordino ed un paio di chiodi da ghiaccio
  • Bibliografia: Miotti G. e Selvetti C. "282 itinerari di scialpinismo fra alto Lario ed Engadina" - Guide dalle Guide 1998; Canetta N. e Miotti G. "Bernina"  Collana Guida dei  Monti d' Italia Ed. CAI-TCI; Milano 1996.
  • Cartografia: CNS 1:25.000 «Piz Bernina» - 1:50.000 «Julierpass»
  • Informazioni locali: Ente Turistico di Poschiavo (tel. 0041-81-8440571 - fax. 0041-81-8441027); Ferrovia Retiche - Impianti Diavolezza
 


 
mappa di Pizzo Palù
  1. Percorso
 

Percorso

Dalla Chamanna da Diavolezza 2973 m si scende per il ripido pendio nevoso che porta sul sottostante Vadret Pers raggiungendolo verso i 2800 m. Una volta sul ghiacciaio si mettono le pelli di foca e, con un diagonale verso Sud sud-est, dapprima con pendenza moderata, ci si porta all'inizio grande vallone glaciale compreso fra la parete Ovest-nord-ovest del Pizzo Cambrena e lo sperone del Pizzo orientale di Palù.

Superando un tratto abbastanza crepacciato e un po' ripido, si risale il vallone verso Sud, tenendosi piuttosto appresso al Pizzo Cambrena. Dopo la crepacciata il pendio si fa più uniforme e molto meno tormentato, con ampi zig zag si guadagna quota puntando alla spalla di cresta a Est della vetta del Pizzo Palù orientale. Con un ultimo, ma breve, tratto ripido si raggiunge la cresta spartiacque presso la suddetta spalla a q. 3731 m. Lasciati gli sci si prosegue lungo la nevosa cresta Ovest dei Pizzi Palù e, dopo aver scavalcato la vetta orientale, 3883 m, si raggiunge facilmente il grande cupolone glaciale della vetta culminante (ore 5).

Discesa

Generalmente si svolge lungo l'itinerario di salita. Volendo evitare la risalita al rifugio Diavolezza, si può scendere sul Vadret Pers verso Nord-ovest, puntando all'affioramento dell'Isla Persa sito ai piedi del crestone della Fortezza. Raggiunta la sommità dell'affioramento si scende sul versante opposto lungo un canale fino ai piedi della seraccata con cui il Vadret Pers confluisce nel Vadret da Morteratsch. Ci si porta al centro di questo ghiacciaio e, verso il suo termine, sulla sua sponda occidentale per poi proseguire fino alla stazione ferroviaria di Morteratsch dove il trenino riporta alla partenza della funivia della Diavolezza.

  1. Approfondimento
 

I PIZZI di PALU' 3823 m - 3906 m - 3881 m

la grande triade

Se si ammette che uno dei principali motori dell'alpinismo sia legato all'aspetto estetico della montagna, allora la triade di vette del Pizzo Palù, o meglio dei Pizzi di Palù, compone uno dei quadri più suggestivi di tutte le Alpi. Risulta allora più facile comprendere come i tentativi di raggiungere la vetta del cosiddetto "castello argentato" abbiano visto arditi scalatori cimentarsi con questa montagna, fin dai primordi dell'alpinismo. Isolato e possente il Palù domina, con la sua parete Nord, lo scenario di chi, dalla Diavolezza spinge il suo sguardo verso meridione. Nessun'altra cima si impone tanto all'attenzione: come il trono di un dio occupa il centro di un'immaginaria sala il cui pavimento è il pianeggiante Vadret Pers.  La parete é alta dai 700 ai 900 metri ed è larga circa due chilometri; le creste non presentano profili particolarmente arditi eppure è difficile non soffermarsi ammirati davanti all'armonia di questa montagna.
Partendo da una sella glaciale una lunga cresta sommitale si distende da Est a Ovest seguendo lo spartiacque principale delle Alpi e per tre volte si impenna in altrettante vette: il Pizzo orientale di Palù, il Pizzo centrale e la Punta occidentale o Punta Spinas. Da queste tre vette scendono altrettanti speroni di ghiaccio e roccia armonicamente allineati. Il meno rilevato dei tre è quello di Punta Spinas che scende dapprima con una sottile cresta di neve a cui seguono i due terzi inferiori di roccette. Un grande vallone di ghiaccio separa questo sperone da quello centrale, il più possente rilievo della parete con i suoi 900 m di rocce e ghiaccio. A Est dello sperone centrale la parete forma un nuovo grandioso vallone glaciale, tormentato da una cascata di seracchi che lo occupa quasi per intero. La sponda destra orografica del canale è costituita dall'ultimo dei tre speroni, quello orientale, che è anche quello dalle linee più armoniose e scende a disegnare una gigantesca S di cui i due terzi basali sono formati da una costola rocciosa, seguita dalla nevosa cresta sommitale.
I tentativi di raggiungere la vetta del Palù risalgono al 12 agosto 1835 data in cui pare che una comitiva formata da Oswald Heer, Meuli, P. Flury, Johann Madutz e il cacciatore di camosci Gian Marchet Colani abbia toccato la cima orientale. Più certa è
la salita alla stessa vetta compiuta il 24 luglio 1863 da E. N. Buxton, W. F. Digby, W. E. Hall, J. Johnston e M. Woodmass con Peter Jenny, Alexander Flury e J. B. Walther. La vetta centrale fu raggiunta solo nel 1866 da K. E. Digby con Peter Jenny e un portatore.

In alternativa

Come a volte può capitare in alta montagna, le condizioni per la salita al Palù potrebbero essere poco favorevoli: maltempo, condizione di instabilità dei pendii nevosi potrebbero consigliare di cambiare progetto. Ma in Val Bernina la giornata non sarà certamente sprecata.

Qualora vi sia buona visibilità è possibile, ad esempio, compiere la discesa dalla Diavolezza a Morteratsch lungo i ghiacciai del Vadret Pers e di Morteratsch. Si tratta di una Mer de Glace in miniatura che riserva, tuttavia, una splendida discesa, al cospetto del Pizzo Palù e della muraglia del Pizzo Bernina 4049 m, il sovrano di queste cime. La discesa è descritta come alternativa possibile al termine dell'itinerario del mese. Si ricordi che, poiché si svolge su un ghiacciaio, occorre avere un minimo di attrezzatura ed esperienza per far fronte ad eventuali problemi che potrebbero sorgere. In caso di dubbio è meglio avvalersi dell'ausilio di una Guida alpina.

Ma la maggior parte della gente che d'inverno raggiunge la Diavolezza lo fa per poi scendere lungo le sue magnifiche piste da sci che, con una lungo itinerario riportano alla stazione di partenza ove, con la modernissima telecabina, si torna in alto per riprendere il gioco.

Poco oltre la stazione di partenza della Diavolezza, in direzione del Passo del Bernina, si trova la funivia di Lagalb. Non ci si lasci ingannare dal fatto che per scendere esiste un'unica pista: si tratta di una discesa divertentissima e per sciatori esigenti e ben allenati sulle gambe. Dalla sommità di Lagalb si potrà inoltre godere di un inconsueto panorama sul massiccio del Bernina. Un unico ski pass permette di avvalersi indifferentemente dei due impianti descritti.

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