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Escursioni - L'interminabile mulattiera per Malinone

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Valchiavenna
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: A89
  • Periodo consigliato: da giugno ad ottobre
  • Punto di partenza: Villa di Chiavenna, Frazione Dogana. Da Chiavenna (120 km da Milano lungo la SS36 dello Spluga) si imbocca la SS37 del Maloja percorrendola per altri 8 km fino al confine italo svizzero. Un centinaio di metri prima della dogana si lascia l'auto o sulla destra nei pressi di un capannone o sulla sinistra in corrispondenza del bar-ristorante Altavilla.
  • Tempo di percorrenza: 3-4 ore per la sola salita
  • Dislivello: 1300 m circa
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Giorgetta G.- Lisignoli G. "Dalla Maira alla Mera", Lyasis Edizioni Sondrio 1998; Lisignoli G. "Bregaglia - le più belle escursioni". Ed. Lyasis, Sondrio 2005
  • Cartografia: CNS 1:50.000 «Roveredo» e «San Bernardino»; Carta Escursionistica Kompass n. 92 «Chiavenna-Val Bregaglia».
  • Informazioni locali: Consorzio per la promozione turistica della Valchiavenna - Chiavenna (SO) Viale Matteotti, 4
  • Tel. +39 0343 37485 Fax +39 0343 37361 E-mail: consorzioturistico@valchiavenna.com
 


 
mappa di L'interminabile mulattiera
  1. Percorso
 

Percorso

La partenza del sentiero è poco visibile e si trova sulla destra di un fienile dalle pareti superiori in legno nei cui pressi si trova anche una fontana (cartellino indicatore). Si entra nel viottolo che fiancheggia, a destra, il fienile oppure si prende la stradina che aggira l'edifico, a sinistra, portandosi a monte di esso sotto una minuscola parete rocciosa. Si piega a destra e, dopo un breve tratto, inizia il sentiero che lambendo un prato entra nel bosco e poco dopo sbuca presso le graziose abitazioni di Pian Quartino. A questo punto il percorso inizia ad inerpicarsi sulle ripide pareti della montagna fra roccioni affioranti e boschi, Una interminabile serie di gradini ottenuti da lastre di pietra, a volte enormi, permette di guadagnare quota velocemente. Verso Est si apre la Val Bregaglia ed è ben visibile di fronte a noi l'abitato di Soglio. La lunga ginnastica termina sul ridente e verdeggiante spalto di Somasaccia 1029 m, occupato da vecchie baite e fienili con qualche concessione alla modernità che, forse, si poteva evitare. Prendendo a destra (cartelli) si raggiunge una baita al limite superiore dei prati e si rientra nel bosco per poi tornare allo scoperto sullo spalto prativo dove sorge una vecchia caserma della Guardia di Finanza. Fiancheggiata la caserma la si aggira a monte e si obliqua a sinistra lambendo le costruzioni, praticamente gemelle, di due fienili. Poco oltre si devia ancora a destra (indicazioni su una roccia affiorante dal prato) e, poco dopo, si sbuca sui prati di Ragone 1294 m. Il sentiero piega a destra, poi passa fra alcune baite semi diroccate e riprende ripido alle loro spalle obliquando dapprima verso Est. Con una serie di tornanti si raggiunge un'altra baita dalla quale la salita continua diretta ripidissima (il sentiero originale compie alcuni larghi tornanti, ma è parzialmente invaso dalla vegetazione) fino ad una grossa betulla. Un'altra serie di gradini porta ai margini inferiori dei prati di Preginal che si tagliano con un lungo diagonale verso sinistra per entrare nel bosco dove cominciano a comparire i primi abeti. Questo tratto termina con una magnifica gradinata di grandi lastre lapidee che porta ad un altro spazio prativo con alcune baite, da dove si piega nuovamente a destra lungo la massima pendenza. Si rientra nel bosco e, con ripido tracciato, si guadagna quota mentre in alto, molto in alto, compaiono le ordinate baite di Sciucco. Poco dopo s'incontra un bivio in corrispondenza del quale si deve deviare a destra e, sempre con ripidissimo tracciato, si prosegue fino al limite inferiore dei prato di Malinone. Ancora un piccolo sforzo ed eccoci fra le baite di questo grande alpeggio in buona parte abbandonato. Dalle baite, deviando a destra, si raggiunge in breve un bel poggio panoramico da dove si gode una splendida vista sulla Val Bregaglia e sul gruppo Badile-Cengalo.

Per il ritorno consigliamo di prendere il sentiero che, da Malinone, taglia in piano fino al vicino gruppo di baite di Sciucco dopo aver traversato un valloncello con acqua. Da qui si scende verso destra tornando al bivio lasciato in precedenza.

  1. Approfondimento
 

Malinone, un alpeggio aggrappato alla Val Bregaglia

Un centinaio di metri prima del confine con la Svizzera inizia la lunga e bellissima mulattiera che porta a Malinone, meta della nostra gita. Si tratta di una camminata di un certo impegno e che richiede buon allenamento e passo sicuro, pur essendo priva di punti difficili o anche solo scomodi. Il tracciato, sempre largo e ben segnato, presenta lunghi tratti di gradinate, ottenute con enormi lastre di gneiss, cui si alternano settori di raccordo su prati dove si cammina su una semplice traccia di terra battuta.

Questo è un percorso per chi ama i sentieri "che rendono", cioè quei camminamenti che, senza compromessi, portano solo verso l'alto. Durante tutta la marcia non esiste, credo, un solo metro pianeggiante. Ogni passo spinge verso l'alto, a volte leggermente, più spesso con decise e interminabili alzate che si concludono solo una volta raggiunte le case diroccate di Malinone. Man mano si sale lo sguardo si apre sempre più sulla Val Bregaglia e offre spettacolari vedute sulle grandiose architetture granitiche del gruppo Sciore, Badile e Cengalo. Nella prima parte il cammino si svolge a poca distanza dalla linea di confine e in vista del piccolo paese di Soglio, una delle perle della Bregaglia svizzera.
Su questa interminabile "via verso gli alti alpeggi", forse più che altrove si può toccare con mano il senso della fatica indissolubilmente legata alla vita del montanaro. Ogni metro è stato sfruttato per favorire la povera economia legata all'agricoltura e alla pastorizia, per rendere quanto possibile più facile la vita che si conduceva su questi monti. In particolare colpisce la costruzione della mulattiera, sapientemente disegnata fra pareti rocciose a piombo e ripidi boschi. Ovunque lo sguardo scopre, su questo versante apparentemente desolato e inospitale, piccoli spiazzi d'erba dove sorgono baite, spesso in posizioni incredibili. In cima alla "scalinata" Malinone e Sciucco erano la meta di una percorso di transumanza che conosceva diverse tappe. I due nuclei di baite, piuttosto consistenti, fanno parte di un sistema d'alpeggi che, più o meno tutti alla stessa quota, occupano l'intero alto versante destro orografico della Bregaglia.

Guardie e ladri

Durante la salita, poco dopo Somasaccia, incontriamo sul nostro cammino una vecchia caserma della Guardia di Finanza. Oggi è un po' difficile rendersi conto che, fino a non molto tempo fa, tutta la linea di confine alpina, in particolare fra Italia e Svizzera, era costellata di edifici del genere. Ancor più sorprendente è il fatto che quasi tutte queste casermette erano presidiate per l'intero l'anno. In alcuni casi, come per la caserma presso Ragone, costruita su un bel terrazzo erboso ed esposta al sole per tutta la giornata, la vita del personale non doveva essere tanto dura. Non così in altre situazioni, in presenza di un ambiente più impervio e inospitale. Eppure, per anni, i militari della Finanza fecero la guardia al confine per tenere sotto controllo i contrabbandieri che facevano la spola con la vicina Svizzera. In certi periodi il traffico era nei due sensi, con una sorta di scambio di merci che variavano a seconda delle congiunture e/o delle leggi nazionali che imponevano, di volta in volta, questo o quel dazio o monopolio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ad esempio, dall'Italia entravano in Svizzera copertoni d'auto e dalla confederazione uscivano zucchero, caffè e sigarette.
Fra Finanzieri e contrabbandieri era, quindi, un perenne gioco di guardie e ladri fatto di appostamenti notturni, di fughe rocambolesche e, ogni tanto, di piccoli scontri a fuoco. Spesso nel paese di fondovalle i due protagonisti di questa battaglia vivevano fianco a fianco, si conoscevano e, magari bevevano anche un bicchiere assieme all'osteria. Entrambi dovevano vivere in condizioni difficili e certamente, in molti casi, ci furono episodi di tolleranza da parte delle guardie, che chiudevano un occhio lasciando letteralmente&. correre. Fra i due contendenti, v'era sicuramente anche un certo rispetto, forse dovuto, più che altro, al fatto che ambedue erano consci di condividere, su fronti opposti, le stesse fatiche e gli stessi notevoli rischi.

Sull'assolata sponda meridionale della Bregaglia

La Val Bregaglia è un importante corridoio che collega l'alta Engadina, in Svizzera, con i vasti piani della Valchiavenna in Italia. Profondamente incisa fra alti versanti, la valle reca chiari i segni dell'antica escavazione glaciale che, tuttavia, ha dovuto fare i conti con la durezza delle rocce. Tutto il versante sinistro è, infatti, parte del Plutone del Masino e quindi è composto da solidissime rocce granitiche. Un po' meno compatto, ma non molto, è il substrato roccioso del versante opposto, formato da gneiss di Chiavenna.
Parte della vallata, dal Passo del Maloja a Castasegna, si trova in territorio elvetico; poi, da qui a Chiavenna si entra in Italia. La conformazione generale, tuttavia, muta molto poco, forse è più evidente nel cambio della copertura vegetale che ammanta i versanti, in particolare quello destro orografico. Con l'abbassarsi della quota, infatti, le abetaie lasciano man mano il posto a boschi misti di betulle, faggi e poi castani. Da Villa di Chiavenna in giù, sul versante aprico compaiono anche i terrazzamenti della vite. Placche rocciose e falesie, strette gole e valli detritiche ripidissime caratterizzano tutto questo tratto del versante in questione. Passando con l'auto è difficile scorgere segni di vita fra queste ripide e selvagge montagne; quindi la scoperta che ovunque si trovano malghe e alpeggi è stata una piacevole e interessante sorpresa. Queste antiche pendici rocciose sono, infatti, intervallate da piccole e grandi cenge che ne interrompono la verticalità. Ognuna di queste è stata pazientemente raggiunta e colonizzata dai montanari che ne hanno fatto stazioni per la sosta durante le transumanze estive verso gli alti pascoli. La gita di questo mese Vi introdurrà in un mondo d'alpeggio molto diverso da quello che siamo abituati a conoscere. Niente ampi pascoli e dolci declivi: qui ogni spazio utile è stato strappato alla montagna con grandissime fatiche e incredibile tenacia. Seguiteci, dunque, sulla lunga mulattiera che porta a Malinone.

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