Testata per la stampa

Cicloturismo - Alle porte dell'Alta Valtellina. La conca ed il rifugio di Schiazzera

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Alta Valtellina
  • Periodo consigliato: da luglio a ottobre.
  • Punto di partenza: Tirano 440 m.
  • Dislivello: 1639 m.
  • Difficoltà: percorso molto panoramico e regolare con un ultimo tratto su sterrato.
  • Sviluppo: 23 km circa di cui 19 km circa su strada asfaltata.
  • Ciclabilitá: 100% percorso misto.
  • Tempo di percorrenza: 3-4 ore.
  • Cartografia:  Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 , n° 94 «Edolo-Aprica».
 

Informazioni locali: Rifugio Schiazzera  tel. 347 2608250 

 
 
mappa Tirano-Schiazzera
  1. Percorso
 

Percorso

Dalla Stazione Ferroviaria di Tirano si percorre la Via Mazzini fino all'incorcio semaforico con Viale Italia. Deviando a destra si percorre Viale Italia fino al ponte sull'Adda e al suo imbocco si traversa il viale (sinistra) imboccando il Lungoadda Ortigara, stretta strada che costeggia il fiume. Si percorre la strada uscendo dal centro storico di Tirano e si procede in leggera salita nel verde apprezzando questo bellissimo tratto di Valtellina. La strada si attiene sempre alle sponde del fiume e giunge infine alle porte degli impianti idroelettrici A2A di Sernio (3,3 km da Tirano). Un cartello diffida l'attraversamento, ma i ciclisti sono tacitamente ammessi e pochi metri dopo si giunge sullo sbarramento che crea il bacino artificiale costruito sull'Adda. Si devia allora a sinistra (bacheca con cartina), si aggira il manufatto e si continua percorrendo Via Sabotino che per lungo tratto corre lungo la sponda del bacino artificiale. Lambita un'altra area privata di A2A aggirandola a destra si entra in un'area a coltivi dove sorgono anche dei capannoni per immettersi poi su una strada che  giunge qui dalla SS38 dopo aver traversato l'Adda su un ponte. Si volge a destra per pochi metri e poi si devia a sinistra entrando sulla strada asfaltata che immersa nel verde e nella quiete porta alla caratteristica e graziosa contrada di Nova oltre la quale si prosegue per circa 1,5 km e con una salitina ci si immette su una strada che da destra giunge dal vicino borgo di Vervio. Piegando a sinistra ci si immette su detta strada iniziando la salita verso Schiazzera. Il percorso prende subito quota con una serie di tornanti e vedute sempre più aperte sul prospiciente versante della Valtellina e sul verdeggiante fondovalle dove sorge l'abitato di Tovo Sant'Agata. Questo tratto termina presso la grande chiesa di San Giacomo-Rogorbello) dedicata ai santi Sebastiano e Fabiano. Prendendo a destra (cartelli indicatori) si prosegue la salita che ora si svolge prevalentemente nel fitto bosco e con un'altra serie di tornanti, continua, ma mai veramente faticosa attraversa qualche raro maggengo dove è possibile ammirare quei curiosi manufatti in pietra a secco simili a degli igloo noti come "tegie". Si tratta in genere di piccole, ma massicce costruzioni arcaiche, usate principalmente per la conservazione dei prodotti lattiero caseari. Innalzandosi di quota, si giunge ai più ampi e panoramici prati di Susen impreziositi dalla graziosa chiesetta posta in posizione panoramica sul fondovalle. La vegetazione cambia progressivamente e ben presto si entra nella fascia altitudinale dove prevale l'abete rosso, il clima si rinfresca e con lo stesso andamento poco faticoso il nastro d'asfalto giunge al limite dei prati-pascoli di Pramarnone 1589 m (19,34 km circa da Tirano). Qui termina la fatica per chi disponga di una bicicletta da corsa perché ora la strada si fa sterrata, con rarissimi punti asfaltati. La pendenza è sempre ragionevole, ma il fondo è sconnesso. Si prosegue quindi su terreno sempre più aperto mentre il bosco di dirada progressivamente e con un lungo tratto a mezza costa e un'ultima serie di tornanti si giunge a lambire un ampio piazzale parcheggio che si trova sulla sinistra. Un ultimo tornante lambito da una spumeggiante cascata e un altra breve salita portano al termine della strada carrozzabile. A questo punto, sulla sinistra prosegue una larga mulattiera selciata che presenta alcuni ripidissimi strappi, ma che, fortunatamente, è assai breve e dopo poche centinaia di metri termina sullo spalto prativo dove sorge il bellissimo Rifugio Schiazzera 2079 m.


  1. Approfondimento
 

Breve introduzione

In corrispondenza della cittadina di Tirano l'orografia della Valtellina muta decisamente. Il fondovalle si stringe e inizia a salire molto più ripido, stretto fra alte pendici ammantate da fitti boschi; è quasi come se il terreno stesso ci avvertisse che si sta entrando in un ambiente nuovo e diverso. Infatti, proprio poco oltre  Tirano possiamo dire di essere entrati nell'Alta Valtellina; il solco della valle fino a poco prima allineato da Ovest ad Est, ora piega decisamente verso Nord-est e più avanti, all'altezza di Le Prese piegherà a Nord sbucando nella vasta conca di Bormio.
Recentemente la pista ciclabile di fondovalle, nota come Sentiero Valtellina, è stata allungata oltre Tirano e giunge alle porte di Grosio. Il tracciato si svolge sulla destra orografica dell'Adda, seguendo in parte una strada che serve gli impianti idroelettrici A2A di Sernio ed è piacevolmente suggestivo. La gita che vi proponiamo non si limita però a questo primo tratto facile e, diremmo, idilliaco perché poco prima di giungere nel paese di Vervio, la musica cambia completamente ed inizia un altro genere di impegno, reso fortunatamente meno gravoso dall'abbondante ombreggiatura del percorso.
Ci arrampicheremo lungo il versante Sud-est del Monte Masuccio 2816 m, la montagna di Tirano e dei tiranesi, sentinella su questo tratto di Valtellina e sulla Val Poschiavo che giunge da Nord. Siamo in zona di confine e la nostra meta finale sarà la ex caserma della Guardia di Finanza di Schiazzera, oggi restaurata e trasformata in confortevole rifugio alpino.
La caserma ricorda un tempo neppure tanto lontano in cui nei pressi di tutti gli attraversamenti più facili del confine italo-elvetico, lo Stati Italiano fece costruire dei presidi per scoraggiare e combattere il contrabbando, fiorente attività almeno fino alla fine degli anni '60 del 900. Alcune di queste caserme erano semplici e spartani edifici, ma altre, quelle erette nei punti più facili da  raggiungere (e quindi da traversare) erano delle bellissime costruzioni, architettonicamente ben inserite nel paesaggio, grandi e confortevoli. Quella che troveremo al termine della gita faceva parte di questa categoria, lo si capisce immediatamente osservandone la struttura.
Il percorso completo può essere compiuto solo con l'uso di una robusta bicicletta allround o con una Mountain Bike, viceversa chi fosse dotato di un mezzo meno robusto o di una bicicletta da corsa potrà fermarsi al temine dell'asfalto, 19 chilometri circa dopo Tirano, in località Pramarnone 1589 m.


Stampa la pagina