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Passeggiate - Magnifica e tranquilla Val Fex

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Engadina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A-1
  • Periodo consigliato: anche se descritta nel periodo invernale la gita è fattibile tutto l'anno
  • Punto di partenza: Sils-Segl Maria 1809 m. La località si raggiunge con la SS36 dello Spluga fino a Chiavenna (120 km da Milano) e, poi, con la carrozzabile del Passo del Maloja che arriva a lambire l'abitato dopo altri 40 km. In alternativa si può seguire la SS36 fino al Trivio di Fuentes e poi la SS38 dello Stelvio fino a Tirano. Da qui si volge a sinistra valicando il Passo del Bernina per poi dirigersi verso Saint Moritz (57 km da Tirano). Superata questa località si prosegue verso il Passo del Maloja e, dopo altri 10 km, s'incontra il bivio che verso sinistra porta a Sils.
  • Tempo di percorrenza: 1,30 ore per la sola andata.
  • Dislivello: 164 m.
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Cartografia: CNS 1:50.000 n. 268 «Julierpass» e 1:25.000 n. 1277 «Piz Bernina»; Carta escursionistica Kompass 1:50.000 n. 93 «Bernina - Sondrio».
  • Informazioni locali: Hotel Fex;   Sils Maria turismo
 


 
mappa di Magnifica e tranquilla Val Fex
  1. Percorso
 

Percorso

Parcheggiata l'auto nel grande parcheggio sotterraneo alle porte di Sils (prima ora gratuita), si entra nel piccolo villaggio e, poco dopo la chiesa, si giunge sul piazzale della Chesa Cumünela (Municipio) dove si trova anche la stazione di partenza del servizio di carrozze per la Val Fex. Invece di proseguire lungo la strada principale che entra in valle si costeggia, a sinistra, il piazzale delle carrozze e seguendo le indicazioni Val Fex - Curtins si traversa un piccolo pianoro che porta all'imbocco della minuscola forra che il torrente della valle ha scavato alle spalle dell'abitato. Il largo tracciato giunge subito ad un caratteristico passaggio coperto che s'affaccia sul torrente e, poco dopo, prende a salire lungo la sponda destra orografica della forra grazie ad ampi e comodi gradoni con l'alzata ottenuta da tronchi di legno. Fatti un paio di tornanti si esce al margine settentrionale dei prati di Platta, amena località le cui caratteristiche dimore sono sparse su un vasto ripiano circondato dai boschi. Si prosegue ora per un breve tratto in piano, arrivando infine al ponticello di legno grazie al quale si traversa il torrente di fondovalle portandosi sulla sponda opposta. Una piccola salita ci porta, infine, all'ingresso del nucleo abitato di Crasta dove il sentiero si immette sulla strada carrozzabile della Val Fex. Si lambisce sulla sinistra il piccolo, ma grazioso, Hotel Sonne e, poco oltre, si passa accanto ad una bianca chiesetta con campanile a vela, risalente al XVI secolo, al cui interno si trova un pregevole ciclo di affreschi coevi.
A questo punto non resta che proseguire in direzione Sud con piacevolissima passeggiata, nell'ampia e dolce culla dei fianchi della valle. In leggera discesa si torna presso la sponda del torrente e, dopo averla lambita per un tratto, ci si porta sul lato opposto del corso d'acqua grazie ad un altro ponticello. Poco oltre, un paio di tornanti permettono di prendere quota fra le poche case di Vals e Muot per poi riprendere il cammino pianeggiante che porta ad attraversare il minuscolo borgo di Curtins. Oltrepassate le case, dopo poche centinaia di metri, si giunge infine all'Hotel Fex che sorge isolato in mezzo alla vallata, sovrastato, sulla sinistra, da un'alta parete rocciosa. Poco dopo l'albergo, in una fattoria, è possibile ammirare alcuni capi di Yak, il bovino himalayano di cui si sta sperimentando l'allevamento sulle Alpi. Volendo è possibile proseguire verso il fondovalle per raggiungere il piccolo ristoro che sorge presso il Plaun Vadret (il Piano della Vedretta) vasto pianoro di escavazione glaciale.
In questo caso si prosegue sul viottolo che, poco dopo, riattraversa il torrente di fondovalle innalzandosi leggermente sul versante sinistro orografico della valle. Scavalcato il poggio di Muot Selvas si raggiunge in breve il ristoro. In questo caso si calcolino altri 40 minuti di cammino dall'Hotel Fex.

  1. Approfondimento
 

Engadina, paradiso del turismo alpino

L'Alta Engadina è un piccolo paradiso montano ingentilito da magnifici laghi circondati da fitti boschi e sorvegliato da grandi vette che superano i 3000 metri. Da sempre la vocazione turistica di questo angolo delle Alpi è stata incentivata e accresciuta mediante una sapiente opera di programmazione che ha visto nelle bellezze del territorio una risorsa da non sprecare. Inutile citare le famose piste di sci di St. Moritz e quelle vicine del Corvatsch e di Furtschellas, oppure i lunghissimi tracciati per lo sci da fondo che qui trova una delle sue mecche. In Engadina ogni tipo di sport all'aria aperta è stato valorizzato e i praticanti trovano qui anche una serie di servizi che vanno ben oltre la presenza di un tracciato o un campo d'esercizio. Tutto funziona per facilitare la vita del turista, dai servizi di autobus che portano alle varie stazioni di partenza degli impianti e alle piste da fondo, fino allo spogliatoio ove, gratuitamente o per modica spesa ci si può cambiare prima e dopo l'attività.
L'Engadina e le sue valli laterali sono diventate, quindi, un enorme "parco giochi" dove potersi rilassare a contatto con una natura rispettata e valorizzata. D'estate s'arrampica, si pratica l'alpinismo, si scivola col windsurf sulle placide acque dei laghi, si compiono lunghe passeggiate a piedi, a cavallo, in bicicletta. D'inverno, accanto ai classici sport della neve, esistono alternative anche per poter passeggiare, per pattinare e persino per giocare al curling, il curioso "gioco delle bocce" che si pratica su un campo da pattinaggio facendo scivolare delle specie di pentole ovoidali che sostituiscono le sfere usate nel gioco su terra.
Ma, accanto al fervere di ogni attività sportiva, l'Engadina è da sempre sinonimo di pace e tranquillità: qui si può passare una vacanza veramente rilassante nella quiete e nel silenzio dei boschi, nella luminosa scenografia delle vallate e dei ghiacciai. Anche il silenzio è un bene prezioso da "vendere" al turista e qui l'hanno capito da oltre un secolo. Non è certo un caso se questa vallata sia stata scelta come luogo di riposo e meditazione da alcuni dei più grandi artisti e pensatori dell'ottocento e del novecento. Gli struggenti panorami alpestri, la loro maestosità, l'intensità dei contrasti stagionali, i grandi silenzi ispirarono a lungo il pittore Giovanni Segantini. E questi stessi elementi soggiogarono e furono muse per scrittori e filosofi come Thomas Mann, Marcel Proust, Hermann Hesse, Herbert Marcuse ma, in particolare, per Friedrich Nietzsche che a Sils Maria soggiornò per diversi anni.
La nostra gita ha proprio come punto di partenza questo piccolo paesino che sorge sul versante destro orografico engadinese, allo sbocco della Val Fex. La passeggiata prosegue in questa bella e amena vallata, dapprima lungo un facile sentiero e poi sulla stradina che porta all'Hotel Fex, meta principale della giornata.

La Val Fex

Insieme alla Val Fedoz, sua parallela a Ovest, la Val Fex è una delle due grandi vallate che dal massiccio del Bernina sboccano in Alta Engadina partendo dalla cresta di confine con l'Italia. Si tratta di un'ampia vallata il cui dolce profilo ad U indica la profonda azione erosiva compiuta dai ghiacciai del Quaternario durante la loro avanzata e il loro successivo ritiro. Superata la bassa soglia iniziale la valle prosegue quasi pianeggiante fino alla sua testa, dominata dalle vette che costituiscono il limite occidentale del massiccio del Bernina. Un modesto ghiacciaio, il Vadret Fex, occupa la testata della valle la cui cresta spartiacque è delineata da una profonda insellatura centrale ai cui lati s'innalzano due importanti vette. In corrispondenza della sella si trova la Fuorcla dal Chaputsch scavalcata la quale si scenderebbe in Val Malenco, alle spalle di Sondrio. Sulla sinistra (Est) s'impone la curiosa morfologia del Pizzo Tre Mogge 3435 m la cui porzione sommitale è formata da bianchi calcarei poggiati un basamento di nere rocce cristalline. Verso occidente, quasi completamente ammantata dai ghiacci, s'eleva invece la tozza cima del Piz Fora o Sassa di Fora 3363 m.

Friedrich Wilhelm Nietzsche a Sils

Per un decennio, dal 1869 al 1879 Friedrich Nietzsche insegnò filologia classica presso l'Università di Basilea, vivendo un periodo di notevole pressione psicologica che fu probabilmente causa delle emicranie di cui spesso soffriva.
Proprio per tentare di sfuggire al malessere che lo perseguitava, Nietzsche scelse Sils Maria come località di villeggiatura e ritiro spirituale. Data la sua particolare sensibilità agli effetti del clima, egli pensava che l'ambiente secco e soleggiato dell'Engadina avrebbero potuto giovare non poco al suo stato di salute.
Già dopo la prima vacanza trascorsa fra questi monti nell'estate del 1879, il filosofo tedesco ebbe modo di constatare un notevole miglioramento psicofisico che lo indusse a tornare nuovamente a Sils. Abbandonata l'università, causa il peggiorare dei suoi sintomi, Nietzsche affittò una camera in paese e la elesse a rifugio trascorrendovi lunghi periodi di ritiro fra il 1881 e il 1888. Le lunghe passeggiate nella solitudine dei boschi, al cospetto di una natura incontaminata e grandiosa cui si sentiva profondamente affine e da cui era profondamente permeato, furono un meraviglioso stimolo per la sua vena creativa. Già durante il primo periodo di vacanza questi luoghi ebbero effetti prodigiosi, non solo sulla salute del grande pensatore; nell'estate del 1879, nasceva la sua prima "opera engadinese": Il viandante e la sua ombra.
Ma il successivo periodo fu ancora più fecondo e da esso prenderà forma l'opera nietzschiana più celebre: Così parlò Zarathustra.
È sulle rive del lago di Silvaplana, in un luogo "a 6'000 piedi sul livello del mare, e molto più in alto al di sopra delle umane cose", che il filosofo fece il suo primo incontro con Zarathustra, proiezione del suo inconscio. Da quella magica, fatale rivelazione doveva scaturire una delle opere più rivoluzionarie e controverse del pensiero occidentale moderno: in un'ardita, nuova interpretazione non è più Dio a farsi uomo, ma è quest'ultimo a diventare superuomo e ad assurgere al rango di divinità.
La casa al limite del bosco, dove lungamente dimorò il filosofo, è stata trasformata in un piccolo museo a lui dedicato ed è visitabile dalle ore 15 alle 18 ad eccezione del lunedì.
Nella dimora, oltre ad un'ampia documentazione fotografica e letteraria, sono conservati: il tavolo di legno della stanza di Nietzsche sul quale furono stese le prime righe di "Così parlò Zarathustra", un dipinto di Nietzsche opera di Edvard Munch, scritti di Thomas Mann, Hermann Hesse e Theodor W. Adorno e il libro degli ospiti dell'ex Hotel Alpenrose con la firma di Nietzsche e la data 18 luglio 1883.

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