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Passeggiate - Le "Valli" di S. Antonio

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Valcamonica
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A41
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre
  • Punto di partenza: S. Antonio 1124 m
  • Tempo di percorrenza: 2 ore per l'intero percorso.
  • Dislivello: 200 m
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia: Monti I. "Valli di Sant'Antonio, gemelle senza età" Grafica Raveglia 2009; CAI Sez. di Aprica: "Sui sentieri di Aprica e dintorni" -Comune di Aprica, 1994
  • Cartografia: Carta escursionistica Kompass 1:50000 n° 94 «Edolo-Aprica»; Carta IGM 1:50000 «Malonno».
  • Informazioni locali: Comune di corteno Golgi  Sito web Valli di Sant'Antonio
  • Rifugio Campovecchio, tel. 0364-74.108; Dario Albertoni tel. 0364-74108 oppure 347-7788099
  • e-mail: dariococco@lombardiacom.it
  • Rifugio Brandet, tel. cell. 0347-29.09.167, gestore Piero Marazzani tel. 347-2909167.
 


 
Le "Valli" di S. Antonio
  1. Percorso
 

Le valli gemelle

  1. Approfondimento
 

La natura nella Riserva delle "Valli di S. Antonio"

La Riserva naturale regionale "Valli di S. Antonio", una delle prime in Lombardia, è stata istituita nel 1983. La sua presenza in questa regione alpina è assai importante, perché rappresenta una sorta di anello di collegamento fra il Parco dell'Adamello e quello delle Orobie valtellinesi. Vicinissimi, se non proprio contigui ,ci sono poi i confini del Parco Nazionale dello Stelvio e quelli, minuscoli, ma importanti, dalla Riserva naturale di Piangembro cui si aggiunge l'Osservatorio Eco-Faunistico Alpino di Aprica, realizzazione unica e originale nel suo genere sulle Alpi.

Le valli di S. Antonio si trovano, dunque, nel cuore di una grandissima area protetta e ne sono uno degli aspetti più singolari ed importanti per le loro peculiarità naturalistiche e geomorfologiche.

La Riserva naturale vera e propria attiene al fondovalle, mentre le fasce altitudinali superiori fanno parte della Azienda faunistica Val Belviso Barbellino.

I magnifici torrenti che percorrono le due vallate sono ricchissimi di pesce, grazie alla Riserva di pesca comunale e sono meta di numerosi pescatori sportivi.

Una corona di montagne, costituente il sottogruppo del Telenek, circonda interamente il territorio quasi a volerlo proteggere e nascondere. Si tratta, in pratica, di una lunga cresta che si chiude a ferro di cavallo attorno alle due valli, con cime che vanno dai 2500 m ai 2700 m. Partendo dalla Val Brandet e, quindi, in senso orario le cime più importanti sono: il Corno Barbione 2385 m, il M. Palone 2530 m, il M. Palone del Sopressa 2.583 m, il M. Palone del Torsolazzo 2.670 m, il Piz Svolt 2.642 m, il M. Torsoleto 2.708 m, il M. Culvegla 2.618 m, il M. Sellero 2.744 m, il M. Telenek 2.754 m, il M. Torsolazzo 2.610 m, il Dosso Pasò 2.575 m; sulla dorsale posta tra le due valli e che parte dalle pendici settentrionali del Monte Culvegla, svettano invece il M. Sessa 2.497 m ed il M. Borga 2.733 m. Ai piedi di queste montagne, alla testata delle due valli, si trovano alcuni magnifici laghetti alpini: il Lago di Piccolo 2378 m e il Lago di Torsolazzo 2369 m, in Val Brandet; i Laghi della Culvegla 2291 m, in Val Campovecchio.

L'ambiente vegetale, assai diversificato, va dai prati e dalle foreste montane tipici della fascia altitudinale compresa fra i 1000 e i 1500 metri, fino alle praterie d'alta montagna passando per tutti gli orizzonti vegetali intermedi. Alle quote inferiori il patrimonio vegetale appare fortemente influenzato dalla mano dell'uomo, la cui azione ha portato alla creazione dei prati da sfalcio grazie al controllo e al riassetto idrogeologico del territorio selvaggio.

L'elemento dominante resta però il bosco montano ed alpino. Magnifici ontani ombreggiano gli impetuosi torrenti e l'ontano verde occupa, colonizzandoli, i solchi lasciati dalle valanghe. Abeti e larici sono le piante più diffuse, anche se, ogni tanto, s'incontra qualche abete bianco e qualche pino silvestre. Fra le latifoglie ricordiamo il sorbo dell'uccellatore e l'acero di monte, mentre il rigoglioso sottobosco è un vero "paradiso del fungo" di cui abbondano specie commestibili e non.

Il larice è il signore delle quote più elevate ove ma man mano si dirada per lasciar posto alle praterie alpine con vaste aree ricoperte da arbusti di mirtillo e di rododendro. Ci troviamo nella zona delle malghe e dei pascoli alti, elemento fondamentale nella vita e nella cultura delle genti alpine.

Questo magnifico e verdeggiante territorio costituisce l'habitat ideale per la tipica fauna alpina: camosci, caprioli, cervi, marmotte, volpi, martore ed ermellini, scoiattoli e lepri. Fra l'avifauna ricordiamo il francolino di monte, la pernice bianca, l'aquila reale, il gallo forcello e il gallo cedrone.

Il Sentiero 4 Luglio e la "Maratona del cielo"

Per ricordare l'amico Davide Salvadori i membri della Sez. Santicolo del C.A.I. e dell'U.S. Corteno Golgi hanno reso agibile un itinerario di grande bellezza, che percorre tutta la lunga cresta che racchiude le Valli di S. Antonio e l'hanno chiamato "Sentiero 4 luglio", dalla data di nascita di Salvadori. Il percorso è lungo 35,1 km e non facile, ma di grande soddisfazione. Data la lunghezza è consigliabile percorrerlo in due tappe, sostando per la notte al bivacco Davide, punto di rifugio allestito presso il Passo Torsoleto a 2645 m. Sul tracciato del "Sentiero 4 luglio", a partire dall'anno 1994 si svolge una delle più celebri competizioni internazionali di corsa in montagna: la "Maratona del Cielo".

Partita in sordina, la gara ha acquistato sempre più notorietà ed importanza tanto da essere oggi inserita nel calendario ufficiale F.S.A. (Federation for Sport at Altitude). La lunghezza del percorso è passata dai 35,8 km delle prime cinque edizioni ai 42,195 canonici della maratona, nel 1999. Il dislivello complessivo in salita ammonta a 2750 m e a 2800 m in discesa.
Per consultare l'Albo d'Oro della manifestazione, accedere al sito: http://www.maratonadelcielo.it

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