Escursioni - Monte Gallo (1136 m), sentinella di Treviso Bresciano

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Monte Gallo (1136 m), sentinella di Treviso Bresciano»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valcamonica
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-109
  • Periodo consigliato: estate-autunno
  • Tempo di percorrenza: 4-5 ore.
  • Partenza: Treviso Bresciano, contrada Trebbio 687 m. Trasporti Brescia Nord linea Brescia Vestone-Treviso Bresciano-Vico.
  • Dislivello: 449 m.
  • Difficoltà: EE (Escursionistica per Esperti)
  • Bibliografia:
  • AA.VV., «Sui monti ventosi - itinerari escursionistici sui sentieri della Resistenza bresciana», Museo Naturale Storico della Resistenza Bresciana, Roccafranca, (Bs), 2004.
  • Guide e carte: Carta dei Sentieri della Valle Sabbia 1:35.000, n° 2«Bassa valle»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 103«Le Tre Valli Bresciane».
  • Informazioni locali:
  • Escursione apparentemente semplice, ma che richiede un piede sicuro nel tratto di traversata sulla cresta finale. Da affrontarsi solo quando il terreno sia ben asciutto, il tracciato ricalca uno dei tanti sentieri utilizzati dai partigiani della Val Sabbia per i loro spostamenti durante la Resistenza. La gita descritta è parte, infatti, del "Sentiero della Libertà e dei caduti trevigiani" che con percorso assai più ampio compie il periplo del territorio di Treviso Bresciano. Poca acqua sul percorso.
 


Escursione apparentemente semplice, ma che richiede un piede sicuro nel tratto di traversata sulla cresta finale. Da affrontarsi solo quando il terreno sia ben asciutto, il tracciato ricalca uno dei tanti sentieri utilizzati dai partigiani della Val Sabbia per i loro spostamenti durante la Resistenza. La gita descritta è parte, infatti, del "Sentiero della Libertà e dei caduti trevigiani" che con percorso assai più ampio compie il periplo del territorio di Treviso Bresciano. Poca acqua sul percorso.

 
mappa di Monte Gallo (1136 m), sentinella di Treviso Bresciano

Percorso


Dall'edificio sede del Comune di Treviso Bresciano, sito in contrada Trebbio (che assieme a quella di Vico poco ad Est forma il borgo), ci spostiamo in direzione Vico per pochi metri, imboccando poi a destra la Via Facchetti (indicazioni per la Parrocchiale di S. Martino). Scendiamo lungo la stretta via compiendo un tornante (lo si può tagliare scendendo per un ripido vicolo che passa sotto una volta) e poco dopo la via si biforca. Grazie ad un piccolo viadotto della diramazione destra raggiungiamo la bella chiesa.

Situata su una piccola collina, la chiesa domina tutto il territorio e ha fatto pensare che sia stata eretta sulle fondamenta di una precedente opera fortificata d'epoca romana o antecedente. Sebbene più volte rimaneggiata nei secoli, l'architettura dell'edificio lascia intuire la sua antichità probabilmente riferibile al XV secolo.

Compiendo il periplo delle mura scendiamo per la strada arrivando ad incrociare la strada superata dal viadotto che si immette nella diramazione sinistra di Via Facchetti. Ci abbassiamo ora verso destra, imboccando un viottolo cementato che tagliai magnifici prati sottostanti la chiesa e che lambisce il capannone di un'azienda agricola. Arriviamo così alle cascine di Roncaif e ci portiamo presso il vicino ruscello.

Lasciate a sinistra due deviazioni, poste immediatamente prima e dopo l'attraversamento, proseguiamo lungo una comoda sterrata che sale lambendo un'altra cascina sulla destra. La strada guadagna quota nel bosco, aggira Cima Chicchetti 748 m, ed entra in un valloncello, per poi uscirne sul versante opposto con un percorso a mezza costa. Aggirata una grande dorsale, la strada scende lentamente percorrendo la destra orografica della Valle Bondo. Una volta raggiunto il torrentello di fondovalle, il percorso prosegue ripidissimo su fondo cementato mantenendosi alla sua sinistra. La nostra implacabile salita termina su un bel poggio erboso, dove sorge una cascina detta di Valle Scura. Prima dell'edificio imbocchiamo una mulattiera che sale dritta tornando nel bosco e che arriva in un valloncello.

Trasformatosi in un ripido sentierino, il percorso sale direttamente senza curve né tornanti lungo i ripidissimi pendii che fiancheggiano il valloncello. In questo tratto la salita, raramente interrotta da pause, è veramente faticosa. Infine un breve tratto verso destra ci riporta nel bosco, e un'ultima salita termina sull'aperto colle del Passo del Cul 973 m.

Da qui seguiamo verso sinistra il crinale, spostandoci poco dopo sul suo versante Sud-est. Guadagnamo quota ammirando le belle vedute panoramiche e rientriamo infine nel bosco per raggiungere una prima tondeggiante sommità, cui fa seguito la vetta vera e propria che ci regala uno splendido scenario. Scendiamo ora un breve e ripidissimo tratto e proseguiamo lungo la traccia che si attiene grosso modo al crinale Nord-est del Monte Gallo. Con alcuni punti esposti, richiedenti attenzione, il sentiero percorre tutta la cresta offrendo magnifici scorci, anche sul sottostante Vallone Faegole con le sue torri d'erosione. Più avanti, poco prima di una grande zona erosa che giunge sino a sfiorare la cresta, occorre prestare attenzione tenendosi lontano dal ciglio del franamento (cartelli).

Scendiamo quindi, seguendo una buona traccia, aggirando questa zona sul versante orientale della cresta; il sentiero attraversa poi a mezza costa una zona detritica (è consigliabile prestare molta attenzione), oltre la quale riprende quota portandosi sul crinale erboso. Continuiamo lungo la traccia, ora assolutamente sicura, per giungere infine su una sterrata che in breve ci porta alla carrozzabile che collega Treviso Bresciano ad Eno: seguendola si prende a sinistra e, poco dopo, lasciando a destra la deviazione per il Cavallino del Fobia, si scende a Vico e poi a Trebbio.

Treviso Bresciano e la sua terra


Appartato, quasi celato a chi non ne conosca l'esistenza, il verdeggiante territorio di Treviso Bresciano si stende in un'ampia conca sospesa, delimitata a Sud e ad Ovest dalla Valle Sabbia e ad Est dalle montagne della sponda occidentale del Lago di Garda.

Il luogo fu abitato già in epoche remote, ma le sue origini sono avvolte nelle nebbie del tempo. Di sicuro si sa che dove oggi sorge la chiesa parrocchiale di San Martino, si trovava un edificio preesistente, forse un'opera militare risalente al periodo romano.

Anticamente, e per secoli, il borgo fu chiamato Agno o Cacys, dal longobardo "gaz", che significa foresta, bosco.

Il nome divenne Treviso solo il 24 maggio 1532, con decisone comunale nella quale si deliberava che: "&"dicta Terra amplius non vocet Cacij, sed Trevisii".

Sull'etimologia del nuovo toponimo vi sono differenti interpretazioni: alcuni si rifanno al latino "tres vici", con riferimento alle tre frazioni che compongono il comune; altri scomodano il vocabolo celtico "Tarvismo" che dovrebbe significare casa bianca; altri ancora pensano ad una derivazione da "trais" o "treis", che significa greppia.

Noi propendiamo per la prima interpretazione, che appare la più logica.

Il bosco di Treviso fu per secoli un'importante riserva di caccia dei diversi signori che ne entrarono in possesso, primo fra tutti il vescovo di Brescia. Il settore meridionale appartenne invece ai monasteri di Leno e di Santa Giulia. La posizione appartata e di difficile accesso, non risparmiò Treviso da numerose vicende belliche essendo in prossimità di importanti nodi strategici e viari. Nel 1526, per aggirare le formidabili difese della rocca di Anfo, vi passarono i lanzichenecchi di Giorgio di Frunsberg. Nel 1797, fecero lo stesso le truppe francesi di Gioacchino Murat dirette su Trento. In seguito, con lo spostamento del confine d'Italia alla Valle del Caffaro, Treviso vide aumentare la sua importanza strategica e vi si costruì il forte di Valledrane, usato durante la prima guerra mondiale.

Principalmente legata ad un'economia agro-pastorale e forestale, la popolazione di Treviso conta anche numerosi cacciatori che tengono viva la secolare tradizione venatoria nata con riserva di caccia.

  • La conca di Treviso Bresciano dominata sullo sfondo dal Monte Gallo.
  • La chiesa parrocchiale di San Martino.
  • La lunga dorsale del Monte gallo percorsa interamente dal sentiero descritto.
  • Poco dopo il Passo del Cul, alla volta della cima sentierino.
  • Vista dalla vetta del Monte Gallo.
  • Le curiose formazioni erosive del Vallone Faegole.
  • Dalla crinale sommitale sguardo verso Est sulla valle di Eno.
  • Le ripide erosioni che lambiscono la cresta percorsa dal sentiero.