Escursioni - Il Monte Ario, nel cuore delle Prealpi bresciane

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Il Monte Ario, nel cuore delle Prealpi bresciane»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valcamonica
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-134
  • Periodo consigliato: estate-autunno
  • Tempo di percorrenza: 4-5 ore andata e ritorno
  • Partenza: Piani di Vaghezza raggiungibili da Marmentino imboccando prima la carrozzabile per Irma e abbandonandola dopo 400 m per deviare a destra, lungo una strada asfaltata in leggera salita che dopo 3,5 km arriva alla località.
  • Dislivello: 635 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Camerini Fausto «Zaino in spalla: montagne bresciane e dintorni», ZetaBeta editrice, Verona 2002
  • Guide e carte: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 103 «LeTre Valli Bresciane»
  • Informazioni locali: Provincia di Brescia - http://www.provincia.brescia.it; CM Valle Trompia http://www.valletrompia.it
 

Provincia di Brescia - http://www.provincia.brescia.it; CM Valle Trompia http://www.valletrompia.it

 
mappa di Il Monte Ario, nel cuore delle Prealpi bresciane

Percorso

Raggiunti i Piani di Vaghezza conviene parcheggiare in un ampio piazzale sulla sinistra, nei pressi di un chiosco. Seguendo le indicazioni escursionistiche e i bolli biancoazzurri della "3Valli", si imbocca una stradina asfaltata sulla sinistra che rasenta alcune case. Poco oltre, la segnaletica biancoazzurra ci immette in un largo e sconnesso sentierone che, salendo, ci conduce fino ad un punto di sosta all'ombra di grandi faggi e poco oltre incrocia una strada sterrata. Si segue la sterrata in piano verso sinistra giungendo al Passo delle Piazze 1222 m, dove si trova una grande area di sosta. Questo valico immerso nel verde si trova a crocevia di tre importanti percorsi segnalati; a destra si scende in direzione della Valle Sabbia, verso Avenone e Pertica alta, a sinistra si entra in piano nella Valle dei Peri, una delle ramificazioni dell'alta Valle del Mella di Irma e si può poi continuare per Malga Croce e Vizzale. L'ultima deviazione è invece quella che interessa noi e i cartelli segnaletici indicano la prosecuzione. Si abbandona la strada per imboccare sulla destra un largo sentiero che s'inoltra nel bosco sfiorando grandi faggi. Poco dopo, ad un bivio, si svolta a sinistra e con ampi tornanti si sale nello splendido bosco che s'infittisce. Lungo questo tratto ci si trova a passare accanto ad una piccola grotta naturale che ospita una statuina di San Francesco con il lupo e si prosegue con un ameno percorso fino a sbucare al margine inferiore dei prati di Pian del Bene. L'ambiente circostante cambia bruscamente e il bosco scompare per lasciare il posto a vaste praterie montane derivate principalmente da secoli di utilizzo a scopo pastorale. Tagliamo direttamente lungo i prati, arrivando ad intercettare una sterrata sul cui ciglio si trova una palina con cartelli escursionistici. Il nostro itinerario prosegue dritto, lungo la massima pendenza: traversiamo dunque la carreggiata e percorriamo i sovrastanti pendii prativi. Poco dopo, con l'inizio di una serie di tornanti, la salita si fa meno impegnativa e termina sulla tondeggiante cima del Monte Campello 1642 m. Da questa cimetta proseguiamo ora lungo il facile crinale, destreggiandoci fra graziosi torrioni calcarei fino all'ultima salita che porta alla croce di vetta. La discesa si svolge lungo la ripida dorsale Nord, seguendo un sentiero che porta ad una sottostante sella alle soglie del bosco. A questo punto deviamo a destra e scendiamo diagonalmente lungo i prati della Malga Campo di Nasso. Facendo attenzione alla segnaletica bancoazzurra si piega quindi a destra lungo una traccia che costeggia un recinto per poi distanziarsene continuando pianeggiante per rientrare nel bosco. Il tragitto si tiene parallelo e sovrastante alla sterrata che collega Malga Campo di Nasso con il Pian del Bene e la intercetta solo poco prima delle baite e dello stallone di questa località. Seguendo la sterrata ci spostiamo in leggera salita fra le costruzioni e poi, traversato in piano un valloncello detritico, proseguiamo fino alla palina con cartelli escursionistici incontrata durante la salita. Da qui ci si ricollega al percorso di salita e si torna all'auto.

Geografia, geologia e storia

"Monte Ario, bella e isolata piramide erbosa a Nord del Passo delle Piazze, tra il Goletto del Campo di Nasso e il Pian del Bene". Così si esprime Fausto Camerini, autore della guida «Prealpi Bresciane» facente parte della celebre collana Guida dei Monti d'Italia del CAI-TCI. Per la facilità di accesso, per la bellezza della natura e per il panorama che si può ammirare dalla sua vetta il Monte Ario è una delle mete più frequentate della Val Trompia. La gita che porta alla vetta è facile e abbastanza breve e si svolge in parte su sentieri segnalati e in parte su strade sterrate senza incontrare difficoltà di sorta.
Il Monte Ario sorge nel cuore delle Prealpi Bresciane, un cuore verde e amichevole fatto di boschi, ampi pascoli e ridenti paesi di montagna. La cima segna il punto più meridionale di una sinuosa cresta che, scendendo dal Passo Maniva, divide l'alta Val Trompia dal bacino del Lago d'Idro (l'Eridio) e dalla Valle Sabbia. Più a Sud del Monte Ario la Val Trompia e la Valle Sabbia sono separate da una complessa area montuosa, percorsa da numerose valli minori, che digrada man mano verso la pianura bresciana.
Il toponimo sembra derivare dal nome di un'antica famiglia locale che ebbe notevole influenza in un remoto passato. La famiglia degli Arii è spesso citata in numerose lapidi scoperte in Val Trompia. Un'altra ipotesi propone la derivazione del nome latino medioevale Ario, Airone; altri ancora propendono per una derivazione dal termine dialettale arìa e cioè erica.
Poco prima della vetta il sentiero di accesso passa serpeggiando in una zona di piccoli torrioni rocciosi costituiti da Dolomia di Esino, un tipo di dolomia che si differenzia dalla Dolomia Principale (quella delle Dolomiti) perché più antica e quasi priva di stratificazioni. La sua formazione non è, infatti, dovuta alla lenta e successiva sedimentazione di resti organici, ma deriva dalla sovrapposizione di apparati corallini. Ci troveremo insomma a passare fra quello che resta di un antichissimo atollo che un tempo doveva essere in tutto simile a quelli che tanto ci fanno sognare i mari della Polinesia.
Come già detto, per la sua posizione centrale la cima del Monte Ario è uno splendido balcone panoramico. Da lassù lo sguardo spazia sulle Prealpi Bresciane. A occidente, oltre le massicce forme del Monte Guglielmo, sentinella del Sebino, s'innalzano le dentellate cime delle Alpi orobie, verso Nord spicca la lunga dorsale del Monte Colombine e del Monte Crestoso, a Nord-est ecco le scogliere della Corna Blacca e verso oriente tutto il mare di vette che formano la sponda destra orografica del Lago di Garda. Curiosamente, nonostante la posizione favorevole, l'unico lago visibile dei tre che attorniano l'Ario è il Lago di Garda.
Base di partenza della gita sono i Piani di Vaghezza. vasta area di pianure di origine carsica immerse nel verde dei boschi che si trovano sopra il piccolo paese di Marmentino. Il borgo sorge sul versante meno ripido della omonima valle, tributaria della Val Trompia. Tutta l'economia della zona è da sempre legata alle attività agro-silvo pastorali e solo in tempi più recenti, dagli inizi del 1900, al turismo di villeggiatura. I grandi boschi, gli alpeggi, e una collocazione appartata, sono l'ideale per una vacanza di tipo "slow", al riparo dal brusio che affligge molte parti delle nostre Alpi. Nel periodo d'inizio estate le vaste praterie degli alpeggi si arricchiscono di splendide fioriture e nei mesi autunnali le faggete aggiungono una nota di colore che contrasta vivacemente con il verde scuro delle abetaie. La zona di Vaghezza, e quindi anche il Monte Ario, sono da sempre uno dei maggiori poli d'attrazione turistica dell'alta Val Trompia, regno degli escursionisti e degli appassionati della mountain bike. Particolarmente famoso fra gli amanti delle due ruote è l'anello Marmentino-Vaghezza-Passo delle Piazze-Irma-Marmentino. Ai Piani di Vaghezza, oltre all'escursionismo e alla mountain-bike, si possono praticare altri sport, come l'equitazione e, nella stagione invernale, lo sci escursionistico.

  • Il Passo delle Piazze circondato da fitti boschi.
  • Sul sentiero oltre il Passo delle Piazze.
  • La grotticella con la statua di San Francesco che si trova sul percorso.
  • Usciti dal bosco il paesaggio cambia di colpo per lasciare posto alle praterie.
  • Sguardo verso Sud-est, sulla destra si scorge il Lago di Garda.
  • In primo piano il Monte Tigaldine alle cui spalle sorge la Corna Blacca.
  • Ampia veduta dalla vetta guardando a Sud-ovest verso il Monte Guglielmo.
  • Sulla vetta del Monte Ario.