Escursioni - La Via Spluga da Montespluga al valico

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «La Via Spluga da Montespluga al valico»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valchiavenna
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-42
  • Periodo consigliato: primavera
  • Punto di partenza: Montespluga 1908 m
  • Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti di facile camminata.
  • Dislivello: 200 m circa
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Giorgetta G. e Jacomella E. "Valchiavenna-itinerari storici", Edizioni Lyasis Sondrio 2000.
  • Cartografia: CNS 1:25.000 n° 1255 «Splügenpass»; oppure 1:50.000 «San Bernardino»
 
mappa di La Via Spluga da Montespluga al valico

Percorso

Lasciata l'auto all'ingresso di Montespluga si percorre la carrozzabile che, rettilinea, attraversa il piccolo borgo in direzione del Passo dello Spluga. Lambita la casa di vacanze estive del poeta Giovanni Bertacchi, riconoscibile, sulla destra, per la grande lapide commemorativa murata sulla facciata ci si porta all'uscita del villaggio. Qui si imbocca sulla sinistra un viottolo che, grazie ad un ponticello di legno, traversa il torrente Liro, per portarsi sulla sua sponda opposta (indicazioni "Via Spluga").
Un discreto sentiero sale attraverso i pascoli, guadagnando la sponda superiore del torrente per poi puntare verso Nord alla volta del valico.
Con piacevole camminata saliamo senza troppa fatica traversando qualche ruscelletto mentre la vista si apre sempre di più su Montespluga ed il suo grande lago artificiale. Sulla destra la valle è dominata dalle rocciose pareti del Pizzo della Casa.

Questo primo tratto di salita termina presso la grigia e massiccia costruzione della vecchia Dogana, raffigurata dal Lose in una delle sue incisioni. A questo punto l'antico percorso traversa di nuovo il Liro e poi il moderno nastro d'asfalto della carrozzabile per portarsi sul versante opposto della valle.
La salita riprende assai agevole e su un tracciato più largo che solca verdissimi pascoli. Poco dopo si giunge ad una zona di grandi blocchi in cui il tracciato sembra perdersi, ma è solo un'impressione.

In questo tratto è interessante notare la presenza di due diversi tracciati, entrambi ancora ben conservati nella selciatura e nei solidi muri a secco di sostegno, che si intersecano. La strada più ripida risale al XVII secolo, quella con andamento più dolce e di quasi cent'anni dopo e fu costruita per attenuare la pendenza del tracciato secentesco.
Poco dopo questo tratto si incontra ancora una breve sezione di carrareccia ben selciata e poi, di nuovo, la strada diventa largo sentiero nei pascoli che, a volte in leggeri avvallamenti sale lambendo affioramenti calcarei. L'ultimo tratto si conclude al valico da dove si apre la vista sul versante opposto e sulle grigie cime dolomitiche dell'Alperschällihorn 2988 m e 3039 m che sovrastano l'abitato di Splügen.

La Strada dello Spluga

La Tavola Peutingeriana, la più antica carta geografica e stradale del mondo antico redatta sulla base di una ancor più antica carta romana è composta da 11 pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 centimetri e riporta 200.000 km di strade, 555 città con le relative distanze in miglia e altre 3.500 particolarità geografiche, ma anche la posizione mari, fiumi, foreste, catene montuose e valichi. Nella carta è descritta anche la via che da Chiavenna porta a Coira traversando le Alpi.

Da Chiavenna si saliva a Tarvessede, forse Campodolcino, e poi si scollinava raggiungendo Coira dopo essere passati per Lapidaria, forse Marmorera. Resta però il mistero tutt'oggi insoluto dell'esatta collocazione del valico che sulla Tavola è indicato come Cunuaureo o Cunu Aureo. Poteva essere l'odierno Spluga, ma forse anche uno dei vicini ed altrettanto comodi valichi come il Passo d'Emet.
Il percorso della moderna carrozzabile, si sovrappone solo in parte al tracciato della vecchia strada che, comunque, nel corso dei secoli ha subito numerosissime variazioni, dovute soprattutto alle modificazioni climatiche e al cambiamento degli scopi precipui per cui era utilizzata.
Probabilmente, il percorso dello Spluga era noto e utilizzato già nella preistoria. I ritrovamenti effettuati qualche anno fa, sul vicino Pian dei Cavalli, ci parlano di genti del Mesolitico che regolarmente frequentavano questi luoghi per la caccia e forse ci abitavano in via semi stabile. Dal Pian dei Cavalli, si accede facilmente alla valle del Reno posteriore, grazie ai valichi del Baldiscio e di San Bernardino, dello Spluga e di Emet, utilizzabili a seconda delle esigenze e della stagione. Qui le Alpi sono veramente aperte al transito, sebbene oggi si preferiscano altre direttrici viarie.
Per altri approfondimenti in merito alla questione della via Spluga rimandiamo anche al percorso delle Gole del Cardinello


I Viaggi Pittorici ottocenteschi

Agli inizi del XVIII secolo le Alpi conoscevano una nuova stagione. La scalata del Monte Bianco, avvenuta pochi anni prima, nel 1789, aveva definitivamente schiuso valli e vette agli interessi e alla curiosità degli europei, che avevano scoperto un "continente" quasi inesplorato in casa loro. Le montagne e le vallate non erano più solo un ostico territorio che, necessariamente, si doveva traversare per mercanteggiare, per portare eserciti, per recarsi in pellegrinaggio.
Le Alpi diventavano esse stesse, meta di soggiorno ed esplorazione per avventurosi e scienziati. Le strade commerciali costruite per facilitarne il transito divennero così anche le direttrici attraverso cui si mossero i primi turisti.

Presso nobili e letterati stava, infatti, riscuotendo un notevole successo la moda del Gran Tour, viaggio avventuroso e di conoscenza (contemplazione) verso l'Italia che, per forza di cose doveva transitare anche negli ancora semisconosciuti territori alpini. Le esperienze di viaggio erano spesso narrate in corposi diari ricchi descrizioni e riferimenti, ma pochi anni più tardi furono sostituite con successo da prodotti squisitamente editoriali, dove l'abbondante testo era sostituito da illustrazioni, in bianco e nero o a colori, a volte corredate da lunghe didascalie. Si tratta dei cosidddetti "viaggi pittorici", il cui prototipo fu realizzato nel 1811, da G. Lory e J. F. Osterwald, a descrizione della via napoleonica del Sempione.

Il viaggio pittorico o viaggio pittoresco è un tipo di pubblicazione che si sviluppa soprattutto nella prima metà dell'Ottocento collocandosi tra la guida turistica e il libro d'arte.
I volumi erano costituiti da un certo numero di tavole incise, accompagnate da un commento descrittivo più o meno ampio; le incisioni potevano essere colorate, su richiesta degli acquirenti dell'opera. Questa produzione si rivolgeva a un pubblico d'élite, costituito da nobili e intellettuali, lo stesso pubblico di cui facevano parte i viaggiatori dell'epoca.

Il Viaggio pittorico e storico ai tre laghi Maggiore, di Lugano, e Como fa parte di una serie di raccolte di incisioni prodotte a Milano da due artisti tedeschi, Friedrich e Caroline Lose. Il volume posseduto dalla Biblioteca Nazionale Braidense fu pubblicato a Milano nel 1818 da Francesco Bernucca. L'opera ebbe però diverse edizioni, di cui la prima citata nei repertori, risale al 1815. Friedrich Lose elaborò per lo stesso editore il volume Viaggio pittorico e storico al Monte Spluga che venne dedicato al Viceré del Lombardo-Veneto, Ranieri.
Friedrich Lose nacque a Görlitz, ai confini orientali della Germania, e studiò a Lipsia con Oeser; successivamente si recò a Parigi. Sua moglie Caroline Lose, figlia del consigliere di corte d'appello von Schlieben, di Dresda, fu allieva di Moritz Retsch. Friedrich disegnava i suoi paesaggi ad acquerello, Caroline provvedeva a realizzare l'incisione in acquatinta e, in ultimo, seguiva direttamente il lavoro di coloritura delle tavole. In questo modo venne realizzato anche il Viaggio pittorico nei monti di Brianza, edito dallo stesso Friedrich Lose. La coppia di artisti si era trasferita a Milano, al seguito del vicerè Eugenio Beauharnais, ma era poi rimasta nella città lombarda anche dopo la caduta del regime napoleonico.

  • In questa veduta di Frederik Lose, vediamo Montespluga agli inizi del 1800.
  • Poco sopra lÂ'attuale strada che valica lo Spluga corre lÂ'antico tracciato.
  • Il medaglione di pietra che ricorda lÂ'inaugurazione della Via storica dello Spluga.
  • Dal valico per un primo tratto lÂ'antica strada è scomparsa poi inizia lÂ'antico acciottolato.
  • In questo tratto si incontrano il tracciato seicentesco, più ripido, e quello delÂ'700 un poÂ' più dolce.
  • Particolare della carrareccia con scolina in pietra per le acque.
  • LÂ'antica costruzione della Dogana poco sotto il valico.
  • Montespluga come appare oggi: è ben poco cambiata dai tempi in cui vi passò il Lose.