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Sci alpinismo - Monte Toro 2524 m. Panoramica vetta delle Orobie

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Sci alpinismo
  • Sigla: S94
  • Periodo consigliato: da marzo ad aprile
  • Punto di partenza: Valmadre - Località Tecce 1255 m
  • Esposizione: varia in salita; NW in discesa
  • Tempo di percorrenza: 4 ore per la sola salita
  • Dislivello: 1270 m
  • Difficoltà: BSA (Buon sciatore alpinista)
  • Bibliografia: Miotti G. e Selvetti C. "282 itinerari di scialpinismo fra alto Lario ed Engadina", Guide dalle Guide - 1998;
  • Vannuccini M. "Guida al Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi", Lyasis Edizioni - 2002
  • Cartografia: IGM 1:25.000 «Fusine» e «Branzi»; IGM 1:50.000 foglio n. 056 «Sondrio»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 104 «Foppolo-Val Seriana»
 


 
mappa di Monte Toro 2524 m
  1. Percorso
 

Percorso

L'itinerario prende l'avvio dalle baite delle Tecce 1255 m, poco prima di un grande ponte-briglia sul torrente Marasco. Percorrendo la pista forestale di fondovalle, attraversato un vallone quasi sempre ingombro dei resti di una grande slavina precipitata dalle pendici del soprastante Pizzo Lungo, si attraversa il corso d'acqua sulla grande briglia, proseguendo sulla sinistra orografica fino alla Baita Forni 1452 m. Riattraversato il Madrasco si sale, con alcuni tornanti, tra gli ontani a superare il gradino morfologico che dischiude la parte superiore della vallata, paesaggisticamente notevole. Il placido pianoro, 1591 m, è circondato da fitte conifere e sovrastato, sulla destra, dalle vette arcigne che dividono le precipitazioni tra questo solco vallivo e quello della Val Tartano. Mantenendosi sul tracciato forestale si raggiunge il termine della piana, per proseguire sulla destra verso le baite della Casera di Dordona. Prima di raggiungerle si abbandona la pista e si piega a sinistra, lungo i facili pendii che, sotto i tralicci dell'alta tensione (sic), conducono all'ampia depressione del Passo di Dordona 2061 m.
Raggiunto il valico non ci si deve abbassare, ma percorrere a mezza costa la mulattiera che si snoda sulla sinistra; prima che quest'ultima inizi a scendere più decisamente verso Foppolo, la si abbandona mantenendosi ancora a sinistra, a fiancheggiare la cresta Nord-ovest del Monte Toro. Bisogna ora superare i ripidi pendii che sostengono l'alta balconata (ben visibile), posta circa a metà strada tra il Passo di Dordona e la vetta del Monte Toro lungo la cresta spartiacque, individuando il passaggio migliore a seconda delle condizioni (vi sono due o tre possibilità).
Raggiunto più facilmente il vertice superiore di questo terrazzo panoramico ci si riaffaccia sul versante valtellinese in prossimità dei pendii settentrionali del Monte Toro. Per accedervi bisogna perdere circa 20 metri di dislivello, cosa generalmente possibile semplicemente scendendo a scaletta (potete tenere le pelli) oppure a piedi in presenza di neve gelata. Seguendo una successione di dossi si guadagna un breve pianoro ai piedi della vetta. La parte finale dell'itinerario si svolge su terreno decisamente più ripido, la cui stabilità andrà valutata attentamente; eventualmente percorrendo a piedi la cresta di destra (nord ovest) si raggiunge la vetta.

Discesa
E' senz'altro sciisticamente più remunerativo effettuare la discesa lungo l'intero versante settentrionale del Monte Toro, chiudendo così un bell'anello.

Dal pianoro sottostante la vetta vi sono due possibilità: la prima consiste nel proseguire a sinistra, scendendo a sfiorare il colletto dal quale si è calati provenendo dal Passo di Dordona, per continuare lungo una successione di dolci pendii che portano alla baita Piodèr 2062 m; la seconda alternativa è quella di traversare lungamente a destra, portandosi fin sotto il Passo di Valbona, raggiungendo così alcuni versanti più ripidi e solatii che, dalle pendici meridionali della Sponda Camoscera, calano decisi verso la baita Piodèr. Da quest'ultima località, in ogni caso, bisogna raggiungere la sottostante Casera di Valbona 1904 m, e lo si può fare mantenendosi indifferentemente a destra o a sinistra della profonda forra incisa dal torrente.
Dalle baite, con un breve traverso a sinistra, si accede a un pendio regolare, generalmente con bella neve, che permette una divertente scivolata direttamente sino al fondovalle e alla pista forestale.

  1. Approfondimento
 

Sci alpinismo nelle Orobie

La salita al Monte Toro consente di arrivare su una delle più panoramiche vette orobiche ed è una delle più classiche gite di scialpinismo di questo settore alpino. L'ascensione può essere condotta sia dal versante valtellinese, sia da quello Brembano partendo da Foppolo. Proponendo un circuito che sale in vetta attraverso il Passo di Dordona, per poi scendere sul versante settentrionale del monte potrete "esplorare" per intero l'alta Val Madre. Si allungano, seppur di poco, i tempi di percorrenza ma di sicuro non avrete modo di pentirVene.

Dalla vetta del Monte Toro 2524 m, si apre un amplissimo panorama che, verso Sud, abbraccia gran parte della testata della Val Brembana e l'ampio comprensorio sciistico di Foppolo-Carona. A Nord sfilano tutte le maggiori cime delle Alpi Retiche. Le granitiche sagome del Masino, la solitaria mole del Monte Disgrazia e, più in lontananza, la maestosa parata delle vette che compongono il massiccio del Bernina.

Tutto l'alto circo della Val Madre è percorso da un sentiero segnalato facente parte della "Gran Via delle Orobie", lungo e selvaggio percorso di trekking estivo che, partendo dal Monte Legnone, sopra Colico, giunge fino al Passo dell'Aprica.

A Ovest, lo stretto e ripido valico della Bocchetta dei Lupi consente il collegamento con la Val Tartano e la zona dei Laghi di Porcile, mentre ad Est, sulla Val Cervia, si apre il Passo di Valbona che si trova a Sud del Monte Toro in cima alla valletta secondaria che porta alla Casera di Valbona e che, in parte, percorreremo durante la discesa.

Solitaria Val Madre

La Val Madre è, senza dubbio, una delle vallate meno ricche di fascino del versante orobico Valtellinese. È un lungo solco solitario occupato, tuttavia, da grandi boschi che ne ammantano i versanti fin quasi alla testata, dove si apre l'ampio Passo di Dordona che consente di scendere verso Foppolo, in Val Brembana. Solo nella sua parte superiore, quando lo spazio si apre un po' di più e si esce dai boschi, si presentano allo sguardo vedute più interessanti.

Quindi, anche in estate, a parte i pastori, sono ben pochi i turisti che giungono fin quassù dal lato valtellinese, mentre più frequenti, data la minor lunghezza di accesso, sono coloro che ci arrivano da Foppolo.

La valle, lunghissima, sbocca sul fondovalle valtellinese alle spalle dell'abitato di Fusine e corre parallela fra la Val Cervia ad oriente e la Val Tartano a occidente. Per quanto oggi appaia abbandonata e di scarsa importanza, un tempo la Val Madre conobbe un lungo periodo di prosperità legato alla presenza di ricche miniere di ferro. Il piccolo villaggio di Valmadre era il centro di un'area fittamente popolata e sfruttata. I toponimi di Forni e quello dello stesso paese di Fusine, derivato da fucine, ricordano questo fecondo periodo che, tuttavia, portò al quasi totale disboscamento della valle.

Nel 1589, in questo sperduto borgo montano distante 10 km da Fusine, si contavano ben 178 abitanti, ridottisi a 96 sul finire del 1800. Il paese rimase ancora abitato per tutto l'anno fino dopo la Prima Guerra Mondiale; poi, come successe quasi ovunque sulle Alpi, conobbe un graduale, inarrestabile spopolamento. Fino al 2002 la strada che entrava in valle giungeva poco sotto la Casera di Valbona per poi arrestarsi; un discutibile progetto di "valorizzazione" ha poi consentito il proseguimento del tracciato che, attraverso il Passo di Dordona, è stato unito ad una carrareccia salente da Foppolo.

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