Escursioni - In Valle dell'Oro

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «In Valle dell'Oro»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-40
  • Periodo consigliato: fine giugno-ottobre
  • Punto di partenza: Bagni di Masino 1172 m, al termine della SS 404 della Val Masino che si imbocca staccandosi sulla sinistra dalla SS 38 dello Stelvio all'altezza di Ardenno Masino a 20 km da Colico e 115 da Milano
  • Tempo di percorrenza: 2 ore da bagni Masino al rifugio e circa altre 1,30 ore fino al passo
  • Dislivello: 928 m fino al rifugio e altri 475 fino al passo
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Rossi G. - Bonacossa A. «Masino Bregaglia Disgrazia» vol. II; collana «Guida Monti d'Italia» - Ed. CAI-TCI 1975. Miotti G. Vannuccini M. "La nuova guida del Sentiero Roma" Ed. Guide dalle Guide 2003 (acquistabile in loco)
  • Cartografia: Kompass 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»; CNS 1:50.000 «Monte Disgrazia» oppure 1:25.000 «Sciora»
  • Informazioni locali: Rifugio Omio, tel. 0342-64.00.20
 


 
mappa di La Valle dell'Oro

Percorso

Da Bagni Masino proseguire a piedi per la stradetta che, dopo aver traversato un fitto bosco d'abeti, esce di nuovo all'aperto e lambisce sulla sinistra un vasto prato (a destra deviazione per il rifugio Gianetti).
Traversato verso il ponte in pietra gettato sul torrente proveniente dalla Val Porcellizzo, seguendo le segnalazioni, si piega a destra percorrendo un tratto di greto ormai inerbito, portandosi all'inizio della salita. Per buona mulattiera con numerosi tornanti si sale fino ad un primo bivio poco visibile; si prende a destra e si prosegue nel bosco che diventa sempre più fitto e suggestivo. In questo tratto si trovano alcuni affioramenti di pietra ollare che un tempo era utilizzata dalle genti del luogo per ricavare recipienti.
Poco più avanti si giunge presso un dosso boscoso da dove si diparte sulla destra il sentiero per l'Alpe Sceroia. Seguendo le abbondanti segnalazioni si prosegue la salita verso sinistra finché si sbuca su un umido dosso erboso a quota 1590 m, dal quale, guardando verso Nord, si possono ammirare le imponenti strutture del Pizzo Badile e del Pizzo Cengalo che chiudono il circo della vicina Val Porcellizzo.
Traversando la piccola torbiera verso Est si rientra presto nel bosco di abeti e lo si risale fin quasi a lambire una parete granitica; traversando in diagonale verso sinistra la si costeggia uscendo presso i ciclopici blocchi della Casera dell'Oro, testimonianza di un'antica frana. Lambendo un ricovero dei pastori ricavato sotto un gigantesco macigno strapiombante, si traversa la zona della frana mentre, verso Sud, si stagliano, imponenti e romantiche, le belle sagome appuntite della Punta Medaccio e della Punta Fiorelli.
Sulla oscura parte Nord di quest'ultima, alta circa 400 metri, si trovano alcune difficili vie di scalata, fra cui una aperta dal celebre Walter Bonatti negli anni dei suoi esordi e assai frequentata nel periodo compreso fra il 1960 ed il 1980. Superata la grande frana, la salita continua, monotona, lungo pascoli intervallati da qualche placca granitica, per arrivare su un dosso ove il rifugio appare ormai a portata di mano. Seppure pochi, questi ultimi metri saranno per molti i più faticosi e difficili; ma il profumo di cibo portato dal vento e un po' d'orgoglio di fronte a chi, già arrivato, vi osserva con sadico compiacimento, infonderanno la forza necessaria per superare l'ultima prova.
Dall'Omio si prosegue la salita verso il Passo del Ligoncio seguendo la traccia segnalata che sale alle spalle del rifugio dirigendosi verso Sud-ovest. Con faticosa marcia su pascoli sempre più sassosi, si entra nella poco accennata vallecola che scende dal passo. Salendo ora più ripidamente fra erbe e sfasciumi, si punta a raggiungere la vasta terrazza petrosa che si stende ai piedi della parete Nord-est della Punta della Sfinge e che spesso è innevata anche a stagione inoltrata. Seguendo le evidenti segnalazioni, si raggiunge, infine, la cresta spartiacque con la Val Codera ed il valico.
Da qui, guardando verso Sud si scorge, seppur di profilo, la maestosa e liscia parete Nord della Sfinge, una delle pareti più selvagge e compatte delle Alpi.

La Valle dell'Oro: i suoi monti, il suo rifugio

Generalmente trascurata dall'escursionismo d'elite, la Valle dell'Oro, prima importante laterale del circo di vallate che si trovano alla testata della Val Masino, meriterebbe invece più considerazione.
Per diversi motivi turisti, scalatori ed escursionisti sembrano invece snobbarla. Sarà perché non ci sono grandi vette di fama, sarà perché il percorso più frequentato del celebre Sentiero Roma evita l'ingresso in questa valle consentendone un più rapido aggiramento, sarà perché il sentiero che sale al piccolo rifugio Omio è ripidissimo, sconnesso e faticoso. Eppure fino a non molti anni fa la valle aveva conosciuto migliori fortune grazie alla relativamente bassa quota del rifugio e alla presenza tutt'attorno di numerose strutture rocciose e minuscole vette granitiche dalle forme intriganti.
Ad inizio stagione, quando la neve ricopriva ancora gli accessi ai rifugi e alle vette più in quota, la Valle dell'Oro era meta di numerosissimi corsi d'alpinismo che trovavano qui un terreno ideale per l'insegnamento. La valle, le vette, il rifugio: l'allievo trovava qui riprodotto in miniatura il mondo dell'alpinismo più severo ed iniziava pertanto a prendere confidenza con la vera montagna. Scompariva il "domestico" ambiente della palestra di roccia, ci si doveva confrontare con un lungo approccio e con salite che, sebbene brevi, richiedevano l'impegno e la concentrazione tipici delle grandi ascensioni. Inoltre, contrariamente alla palestra, qui l'allievo aveva modo di raggiungere, in qualche caso forse per la prima volta in vita sua, una vera cima guadagnata scalando metro su metro.
Il rifugio è di proprietà della S.E.M., la gloriosa Società Escursionisti Milanesi fondata nel 1891 sulle ceneri della preesistente Società Escursionisti Milanesi "Gamba bona". La piccola capanna, che spicca per le sue bianche facciate nel verde dei pascoli, fu eretta nel 1937, in soli tre mesi di lavoro e fu intitolata ad Antonio Omio, socio della S.E.M. perito due anni prima con altri cinque compagni, nella tragedia alpinistica della Punta Rasica. Ampliato e reso ancor più confortevole pochi anni or sono, il rifugio è anche dotato di un ricovero invernale costituito dall'annesso bivacco Silvio Saglio e dotato di sei posti letto.
Dall'Omio un sentiero segnalato, dedicato ad Ambrogio Risari, progettista dell'edificio, passando poco a valle della aguzza Punta MIlano, porta al rifugio Gianetti attraverso il Passo del Barbacan; un altro sentiero, dedicato a Dario di Paolo, puntando verso Sud, porta al rifugio Volta in alta Valle dei Ratti. Verso Sud-ovest sale invece l'itinerario che porta alla larga sella del Passo del Ligoncio, aperta fra la Punta della Sfinge ed il Pizzo dell'Oro meridionale, che consente di entrare in Val Codera.
La più alta vetta della zona è il Pizzo Ligoncio o Lis d'Arnasca 3032 m, che con la sua massiccia architettura occupa l'angolo sud-occidentale della valle. Dopo essersi dapprima abbassata, la sua lunga cresta Nord-est torna ad impennarsi con la Punta della Sfinge per poi scendere al valico meta della nostra gita.
Durante la salita e dal valico, il panorama verso il bacino della Val Masino è estesissimo ed inconsueto.

  • Il Passo del Ligoncio risplende fra la Sfinge a sinistra ed il Pizzo dell'Oro meridionale a destra.
  • Durante la salita, le belle sagome della Punta Medaccio a sinistra e della Punta Fiorelli a destra con le loro pareti Nord.
  • L'attraversamento della grande frana presso la Casera dell'Oro.
  • Il rifugio Omio ed il vicino bivacco Saglio.
  • Gli allievi di un corso d'Alpinismo lasciano il rifugio diretti verso la bella Punta Milano.
  • Una vista sull'alta Valle dell'Oro ove spicca il bianco rifugio sovrastato dalla guglietta della Punta Milano.
  • La bella parete Nord-est della Punta della Sfinge sulla quale si svolgono molte simpatiche e brevi vie classiche d'arrampicata.
  • Veduta dell'alta Valle dell'Oro da Nord. Spicca la sagoma del Pizzo Ligoncio, la maggiore vetta della zona.