Passeggiate - Un paese di nome Ponte

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Un paese di nome Ponte»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A12
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Ponte in Valtellina
  • Tempo di percrrenza: a piacere
  • Dislivello: pochi metri
  • Difficoltà: T
  • Bibliografia: Gianasso  M. e AA.VV.  "Guida turistica  della Provincia di Sondrio"  seconda edizione; Ed. Banca Popolare di Sondrio"  - Sondrio  2000
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 93 «Bernina-Sondrio».
 


 
mappa di Un paese di nome Ponte

Itinerario: Ponte in Valtellina e il suo conoide

Questa interessante gita ha come teatro il grande conoide di deiezione creato dalle piene del torrente Ron, pochi chilometri ad Est di Sondrio, che si spinge fin sulle rive dell'Adda, schiacciandola contro l'ombroso versante orobico. Qui, in primavera è tutta una fioritura di meleti: ci troviamo in una delle zone di produzione tipica della mela valtellinese, nel comune di Ponte in Valtellina.

Il borgo di Ponte occupa, compatto, la parte alta del conoide, posizione non casuale, riparata il più possibile dalle piene ed esposta al sole per gran parte del giorno. Poco a monte dell'abitato, a Est, si trova l'imbocco dell'importante Val Fontana che si spinge fino alle pendici del massiccio dello Scalino-Painale e consente facili transiti verso la Svizzera.

La favorevole condizione offerta dal conoide del Ron non sfuggì sicuramente agli antichi valtellinesi. Le sue caratteristiche morfologiche lo rendevano, infatti, un luogo ideale per ogni tipo di coltivazione. La dolce inclinazione del pendio consentiva una buona esposizione al sole che, al tempo stesso, non ostacolava il lavoro del contadino. Non occorrevano le imponenti opere di terrazzamento altrove necessarie: si sfruttava una posizione migliore rispetto a quella del fondovalle soggetto ad impaludarsi. Insomma qui si trovavano riunite due importanti caratteristiche: la facilità di operare tipica del piano e un clima più asciutto e caldo.

Come per altri nuclei abitati similari, la parte più antica del paese è quella a monte, oggi lambita dalla "strada panoramica", e nei nuclei di Bèrola e San Lorenzo. Il clima mite e la ricchezza del territorio fecero di Ponte in Valtellina uno dei più importanti paesi della media Valtellina. Ma il prestigio del borgo crebbe ulteriormente nel medioevo, quando, in seguito alle lotte fra Guelfi e Ghibellini, si stabilirono a Ponte i membri della nobile famiglia comasca dei Quadrio. La loro presenza fu determinante nel fare del piccolo villaggio uno dei più importanti ed attivi centri culturali della Valle.

Per quanto non conservi particolari ed eclatanti tesori artistici ed architettonici, Ponte ha mantenuto, quasi per intero, il suo tessuto urbano originario. Il nucleo storico non ha subito, nel tempo, sostanziali modifiche, fornendoci una preziosa chiave di lettura di quella che era l'organizzazione sociale, territoriale ed urbanistica di un borgo agricolo valtellinese medioevale.

Ci sono almeno due modi per iniziare una vista a Ponte: è possibile partire dal basso, dall'armonioso ed isolato edificio della Madonna di Campagna, oppure dalla periferia occidentale del paese, soluzione consigliabile per chi abbia seguito la "strada panoramica" da Sondrio.

Nel primo caso, quello da noi proposto, ci si stacca dalla SS 38 dello Stelvio otto chilometri dopo Sondrio per deviare a sinistra seguendo l'indicazione per Ponte. La strada sale dolcemente percorrendo il piede del conoide del Ron e, dopo un paio di chilometri, giunge in corrispondenza di un trivio dove, isolato, sorge il chiaro edificio della Madonna di Campagna. La chiesa, consacrata nel 1593 dal vescovo di Como Feliciano Ninguarda, fu eretta sul luogo dove già esisteva un'edicola dedicata alla Madonna. L'edifico, che ha mantenuto intatte le originali linee architettoniche, è, sotto questo profilo, uno dei meglio conservati della provincia di Sondrio. All'interno si trovano alcuni pregevoli affreschi di G. B. Muttoni, autore della spettacolare Annunciazione che decora la cupola. Alle pareti e sulle volte, le raffigurazioni di quattordici scene bibliche sono opera di Giuseppe Prina (1718). Notevoli sono le decorazioni a stucco del catino absidale e l'affresco dell'altare maggiore. Una copia fotografica, in grandezza naturale, sostituisce l'originale della pala raffigurante l'Assunta, eseguita nel 1773, dal pittore bolognese Gaetano Gandolfi e ora conservata nel museo parrocchiale di Ponte. Bellissimo è pure l'organo cinquecentesco che è stato recentemente restaurato.

Dalla Madonna di Campagna si prosegue lungo la strada che sale rettilinea portando all'ingresso del paese, in Piazza della Vittoria, dove è opportuno lasciare l'auto.

Si entra nel borgo percorrendo la Via E. Guicciardi e subito ci si trova immersi in un'atmosfera che riporta al passato. Sulla destra sfila una importante serie di palazzi patrizi con giardini interni sui quali si affacciano eleganti loggiati. Poco dopo si incontra la settecentesca chiesetta della Madonna del Buon Consiglio. Al termine della via si apre, sulla sinistra, la piazza dedicata a Bernardino Luini mentre sulla destra ecco Palazzo Guicciardi, all'angolo con Via Chiuro. La magnifica piazza, punto centrale del borgo, è dominata dall'elegante edificio della Chiesa di S. Maurizio. Qui passa il "confine" fra la porzione orientale del paese o Gesa in fö (chiesa in fuori) e quella occidentale, Gesa in int (chiesa in dentro). Nella piazza si trova anche il monumento marmoreo dedicato all'astronomo Giuseppe Piazzi (1746-1826), uno dei più illustri pontaschi, scopritore del primo asteroide: Cerere.

Gesa in fö

Tornati in Piazza Luini iniziamo la visita al borgo seguendo a destra la Via Piazzi ed entrando nella gesa in fö.  Colpisce subito, sulla destra, l'edificio un po'inquietante di una casa fortificata dalle massicce mensole sporgenti in pietra. Poco più avanti, si prenda a destra Via Moltoni per entrare in una delle parti più antiche del borgo. Portali in pietra spesso adornati dallo stemma scolpito dei nobili proprietari, cortili interni sui quali si affacciano piacevoli loggiati, angoli nascosti oltre i quali si aprono spazi abitativi insospettati. Piccoli giardini, racchiusi all'interno delle spesse mura che cingono le case, ci parlano della necessità di ritagliarsi un'oasi di pace e tranquillità, al riparo della dura vita contadina.  Tutto sfila immerso nella silenziosa atmosfera del paese. Le strade, ancora perfettamente acciottolate disegnano una ragnatela creatasi in funzione delle necessità degli abitanti e portano tutte verso la campagna. I cantoni all'incrocio dei vicoli o in corrispondenza degli ingressi delle case sono spesso arrotondati per facilitare il transito dei carriaggi.  Prendendo a sinistra Via Pradasciolo e proseguendo per Via Ron, entriamo in un quartiere di case patrizie appartenute alle famiglie Piazzi, Quadrio e Giacomoni. All'incrocio con Via F. Saverio non si perda la bellissima "curt dei Leli", una quattrocentesca dimora con una piccola corte e un grazioso loggiato. Percorrendo Via F. Saverio verso sinistra si torna in Pazza Luini dopo aver lambito l'edificio dell'Oratorio di F. Saverio.

Gesa in int

Dalla piazza Luini si imbocca in leggera salita la Via Ginnasio e, ben presto, si giunge di fronte alla semplice facciata della chiesa di S. Ignazio. La chiesa fu eretta all'inizio del XVII secolo e fu affidata ai Gesuiti chiamati a Ponte dal nobile Antonio Quadrio.

La scuola dei Gesuiti di Ponte contribuì non poco a fare del borgo un importante punto di riferimento culturale per la Valtellina. Da essa uscirono eminenti studiosi fra i quali Francesco Saverio Quadrio, autore di una voluminosa e sofferta storia della Valtellina intitolata "Dissertazioni critico-storiche intorno alla Rezia di qua dalle Alpi, oggi detta Valtellina". L'edificio sacro si affaccia sulla "Piazza dei Frati", balcone panoramico sulla Valtellina e sulla prospiciente Val d'Arigna, chiusa dalle dentellate creste del Pizzo di Coca. L'impianto della chiesa si riconduce al prototipo costituito dalla Chiesa del Gesù di Roma: per la sua costruzione furono, in buona parte, utilizzati i materiali di risulta derivanti dai ruderi della Torre Quadrio. Nelle adiacenze si trova il complesso che oggi ospita la Biblioteca comunale e il Museo etnografico dove sono conservati gli strumenti e gli attrezzi usati, un tempo, dagli agricoltori e dagli alpigiani locali. Nella corte a est della chiesa dove si trova il Museo è visibile anche l'antico edificio che ospitava le carceri quando Ponte era capoluogo di mandamento (da qui il nome "Cortile delle prigioni").

Interessantissime sono le antiche case circostanti che, seppure rimaneggiate, conservano tracce di un nobile passato strettamente legato alla realtà agricola locale. Interessanti scorci architettonici si incontrano anche nelle vicine vie Foppoli, Curzio e Menghini. In quest'ultima si trova la piccola Piazzetta Curzio con una casa quattrocentesca dalla facciata affrescata con stemmi delle Tre Leghe. Dalla Piazza dei Frati prosegue la Via S. Ignazio che porta alla periferia orientale del borgo. Qui sono ancora ben visibili le chiuse lignee che difendevano il cuore dell'abitato dalle violente alluvioni provocate dall'ingrossamento dei tanti ruscelletti che scendevano dalla montagna alle spalle del borgo.

Oltre alla visita al paese ricordiamo che dalla chiesa di S. Gregorio, posta sulla "strada panoramica" all'ingresso occidentale di Ponte, si può imboccare la strada asfaltata che porta in Val Fontana. All'ingresso della valle, sulla destra della carrozzabile, dopo aver percorso quasi tre chilometri, è visibile la piccola chiesa di S. Rocco il cui portale d'ingresso è sormontato da alcuni affreschi quattrocenteschi attribuiti a Giovannino da Sondalo.

Ma il territorio di Ponte si spinge anche verso le Alpi Orobie comprendendo un ambiente del tutto diverso da quello dove sorge il paese. Grandi e ombrose selve rivestono le pendici delle montagne al di là dell'Adda e l'angusta Val d'Arigna chiude il panorama mostrando un selvaggio quadro di vette alpine. Per giungervi si deve attraversare la SS 38 e, seguendo le indicazioni stradali per Sazzo e Arigna, scendere da Casacce fino al ponte che traversa l'Adda. Sulla sponda opposta si deve voltare a destra e poi, fatti pochi metri, imboccare la deviazione che sale verso sinistra immergendosi nel bosco. Poco dopo si giunge a Sazzo, piccolo nucleo abitato impreziosito dal grande santuario dedicato a San Luigi. L'opera fu edificata su una preesistente cappella nelle vicinanze di un complesso fortificato di cui restano pochi ruderi e fu consacrata nel 1664 da Federico Borromeo. I lavori, iniziati nel 1608, tenacemente ostacolati dal governo grigione, si protrassero per oltre 50 anni. La chiesa è un completo esempio di barocco alpino e prototipo del modello a presbiterio integrato, senza differenziazione fra l'altare e la navata, a parte un leggero dislivello. Nel santuario sono conservate alcune importanti opere artistiche fra le quali un ciborio in legno scolpito e dorato opera di Pietro Ramus (1639-1682) e un polittico dipinto raffigurante la Crocifissione e il Battesimo di Gesù tra S. Francesco e S. Maurizio (1596) attribuito al pittore valtellinese Cipriano Valorsa.

Concludiamo la nostra gita puntando verso qualche ristorante tipico. In questo caso non c'è che l'imbarazzo della scelta, perché Ponte è rinomato anche per i numerosi locali dove si possono gustare tutte le specialità valtellinesi, e anche qualcosa in più. Ne trovate per tutti i gusti: dal raffinato Ristorante "Cerere", al "Vecchia Ponte" per arrivare ai più semplici, ma non per questo meno validi, "Da Nello" e "Osteria Sole". In località Casacce, sulla destra della SS 38, in Via Cavour, c'è l'originale Ristorante Ferrari e sulla sponda orobica, nelle vicinanze del Santuario di S. Luigi di Sazzo si trova "La Posa".

Da oltre un ventennio Ponte e i suoi abitanti celebrano l'avvento della primavera, sottolineata dalla candida fioritura dei meleti, con una manifestazione nota come "PONTEinFIORE" da tempo affermatasi fra le più ricche di proposte culturali e sportive, rinnovate annualmente, della provincia di Sondrio.

La manifestazione dura circa tre mesi, dalla fine di marzo alla metà di maggio: una serie di iniziative di vario contenuto, che esaltano la bellezza e la funzionalità delle strutture architettoniche locali, attirano nel borgo e nelle sue sparse contrade un numero d'anno in anno crescente di curiosi, sportivi, amanti dell'arte, della musica e, perché no, della buona tavola.



  • Il paese visto dalla "strada panoramica".
  • La chiesa della Madonna di Campagna.
  • Ingresso della chiesa della Madonna di Campagna.
  • La chiesa di S. Maurizio e il monumento a G. Piazzi.
  • L'ingresso della chiesa di S. Maurizio.
  • Portale in pietra con stemma gentilizio.
  • La "Curt di Leli".