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Escursioni - La meravigliosa Val di Campo

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Engadina-Val Poschiavo
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E65
  • Periodo consigliato: da fine giugno a ottobre
  • Punto di partenza: località Sfazù 1622 m, che si trova sulla strada carrozzabile del Passo del Bernina a 23 chilometri da Tirano, centro valtellinese raggiungibile tramite la SS 36 dello Spluga e la SS 38 dello Stelvio.
  • Tempo di percorrenza: 5-6 ore per l'intero percorso
  • Dislivello: 810 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Merisio L. "Engadina - escursioni-arte e cultura" - Lyasis Edizioni, Sondrio  2005Armelloni R.: "Alpi Retiche", Collana Guida dei Monti d'Italia - edizioni CAI-TCI - Milano, 1997; Eliana e Nemo Canetta: "Escursioni attorno al Bernina" - Tamari Edizioni - Bologna, 1987.
  • Cartografia: CNS 1:50.000 «Berninapass» e 1:25.000 «La Rösa»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Bernina-Sondrio».
  • Informazioni locali: Ente Turistico di Valposchiavo (tel. 0041-81-8440571 - fax. 0041-81-8441027); Ferrovie Retiche; REGA (soccorso aereo svizzero)  Numeri d'allarme. In Svizzera: 1414 Dall'estero: +41 333 333 333.
 


 
mappa di Rifugio Saoseo 1985 m
  1. Percorso
 

Itinerario verso il Passo di Val Viola

Lasciata l'auto nel grande parcheggio che si trova sulla sinistra della carrozzabile del Bernina, all'altezza del Ristorante Sfazù si riattraversa il nastro d'asfalto per imboccare la strada sterrata che passa alle spalle del ristorante stesso. La strada è vietata alla circolazione privata (ma esiste un servizio navetta con pulmino) ed è, invece, percorribile con la mountain-bike. Dopo un primo tratto apparentemente monotono, compiuti un paio di tornanti, la strada si affaccia alla soglia sospesa della Val di Campo. Lambita la grande costruzione di una Colonia infantile, si entra nella valle mentre il tracciato si fa man mano più dolce fino a diventare pianeggiante. Si giunge così ai maggenghi di Selva caratterizzati dal vasto pianoro di fondovalle in cui serpeggia il torrente. Un lungo tratto in piano porta alle pendici di un'emergenza rocciosa ormai ricoperta dalla vegetazione: la Mottacalva 1859 m. La strada aggira l'ostacolo verso destra e riprende a salire, ma dolcemente, raggiungendo i pianori di Salina 1890 m e, poi, quelli più aperti di Plan Sena. Dopo un breve tratto nel bosco si sbuca nella radura di Rügiul e, poco oltre, grazie ad un ponticello, è possibile raggiungere Lungacqua, dove sorge il Rifugio Saoseo 1985 m (proseguendo lungo la strada sterrata si entra, poco dopo, nella confluente Val Mera accedendo all'incantevole conca di Campo sovrastata dall'imponente mole del Corno di Campo o Corn da Camp; qui sorge il Rifugio Campo, altro punto d'appoggio e ristoro della valle).

Alle spalle del Rifugio Saoseo prosegue un sentiero che s'inoltra verso Nord-est fra prati e boschi. Fatte poche centinaia di metri, si presti attenzione ai cartelli che indicano, verso destra, la diramazione per il vicino Lago di Saoseo (Lagh da Saoseo). Imboccata la deviazione entriamo in un magnifico bosco di larici e abeti che ci accompagna fin sulle sponde dello splendente laghetto. I colori viola e blu dell'acqua in cui si specchiano i monti circostanti, la tranquillità del luogo, invitano ad una pausa contemplativa. Una minuscola isola, colonizzata da un paio di pini cembri e un larice, rende ancor più caratteristico il laghetto; in lontananza, biancheggiano i ghiacciai del massiccio del Bernina.

Lasciato il magico specchio d'acqua, ritorniamo sul sentiero percorso in precedenza per riprendere la marcia verso Nord-est. Una breve salita porta al punto in cui, da sinistra, s'immette sul nostro sentiero quello che proviene dal vicino alpeggio di Campo. Poco più avanti si passa a monte del minuscolo ed incassato Lagh da Scispadus, circondato da grandi alberi. La salita è sempre abbastanza dolce e poco faticosa; fra pascoli e rado bosco il sentiero devia ora verso Est e, poco dopo, sbuca nella vasta conca dove si trova il Lago di Val Viola (Lagh da Val Viola) 2159 m, il maggiore della valle. Anche in questo lago si trova un isolotto, ma di dimensioni maggiori. L'ambiente circostante è aperto e riposante, dominato, ma in lontananza dalle dentellate creste della Cima di Saoseo a Sud-est e del Cono di Campo e del Pizzo Paradisino a Nord-ovest.
Ma il nostro percorso prosegue tenendosi ad una certa distanza dal lago; oltrepassato il torrentello che da sinistra scende da una vallecola laterale si continua verso Nord-est. Lentamente si guadagna quota passando alti, sopra il minuscolo Lagh dal Dugural, per portarsi sotto le rocciose pendici dell'emergenza nota come il Moton. Su pendio sempre più spoglio e detritico il tracciato prosegue infilandosi nello stretto passaggio fra il Moton e un'emergenza gemella più piccola: il Motin. Sulle cenge erbose che tagliano le ripide rocce di queste due formazioni non sarà difficile scorgere branchi di camosci o qualche stambecco isolato.
Raggiunti dei ripiani detritici, si tocca infine il Passo di Val Viola posto fra due altri laghi glaciali d'alta quota: sul versante opposto si apre la lunga e maestosa Val Viola bormina.
A questo punto è possibile tornare per la via seguita oppure, dopo aver magari raggiunto la panoramica cima del Moton, si può puntare dapprima verso Ovest e poi scendere per tracce su ripidi pendii erbosi fino a rientrare nel sentiero di salita. Un'altra alternativa consiste nel prolungare la traversata verso Ovest entrando nella già citata vallecola ove scorre l'immissario del Lago di Val Viola e scendere su traccia di sentiero lungo di essa.

  1. Approfondimento
 

La valle incantata

La letteratura fantastica, la fumettistica e la cinematografia rigurgitano di "valli incantate", luoghi mitici dove si entra in contatto con realtà separate. Senza scomodare dinosauri e popoli fantastici, ma rimanendo nella normalità possiamo tanquillamente affermare che nelle nostre Alpi e non solo, esistono ancora luoghi che conservano un fascino particolare ed unico. Una "valle incantata" deve però rispettare alcuni parametri fondamentali: deve coincidere con certe categorie mentali che fanno parte dell'inconscio collettivo e che rimandano all'archetipo di un simile luogo.
Allora quali potrebbero essere queste caratteristiche che distinguono la mitica valle da altre sue consorelle? Per prima cosa non dovrebbe essere immediatamente visibile, ma nascondersi dagli occhi di chi non ha la curiosità di guardare oltre. Il suo territorio non deve essere aspro, brullo ed inospitale. Ci devono essere ampi boschi che dolcemente digradano sul fondovalle, punteggiati da radure smeraldine. Montagne imponenti, ma non incombenti, coronano l'orizzonte con rocce dai colori caldi, macchiate qua e là da nevai e piccoli ghiacciai. Una ragnatela di ruscelli dalle acque limpide confluisce nel torrente di fondovalle dopo aver creato laghi grandi e piccoli che assumono le più svariate tonalità, dal verde al blu, a seconda della stagione e della posizione del sole. Ogni stagione ha i suoi colori, ma nel tardo autunno si aggiunge la calda tinta dorata dei larici che esalta ancor più la bellezza dei luoghi prima che giunga l'inverno. Una pace antica regna su tutta la natura e sui suoi abitanti, sulgi animali e sugli uomini che qui conducono una vita semplice, governando le mandrie, sfalciando i prati, curando il bosco.
Forse la Val di Campo, Val di Camp o Val Viola Poschiavina che dir si voglia, non è proprio così, ma ci si avvicina molto. La gita che vogliamo proporvi vi porterà in quest'angolo delle Alpi Retiche, al confine fra Svizzera ed Italia. Si tratta di un percorso abbastanza facile, che nella prima parte si svolge lungo una strada sterrata interdetta alla circolazione, e poi prende per comodi sentieri, permettendoci di raggiungere il Passo di Val Viola e di affacciarci sull'alta Valdidentro in territorio Bormiese.
Un ambiente perfettamente conservato, magnifici laghi alpini e la possibilità di poter ammirare da vicino stambecchi, camosci e la possente aquila, fanno di questa gita un "must" per gli amanti della natura.

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