Testata per la stampa

Escursioni - Gli orizzonti del Doss Tacher

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Bassa Valtellina
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-17
  • Periodo consigliato: primavera-estate-autunno
  • Punto di partenza: Tartano-Contrada Rondelli 1276 m. Tartano si raggiunge grazie ad una carrozzabile lunga 15 km che si stacca dalla SS38 dello Stelvio poco dopo il viadotto sul torrente Tartano (18,3 km da Colico). Dal paese si prosegue brevemente seguendo la pianeggiante carrozzabile in parte asfaltata che entra in Val Lunga. Entrati nella valle si supera la contrada di Valle posta sulla destra della strada, in basso e poco dopo (circa 500 m da Tartano) si lambisce la contrada Rondelli le cui case sorgono poco sopra la carrareccia. Sulla destra si nota un cartello escursionistico che indica la partenza dell'itinerario.
  • Tempo di percorrenza: 2,30 ore per salita.
  • Dislivello: 817 m.
  • Difficoltà: E (Escursionistica). Escursionistica per esperti il tratto finale da Baita Tacher alla cima.
  • Bibliografia: Gianasso M. e AA.VV. "Guida turistica della Provincia di Sondrio" seconda edizione; Ed. Banca Popolare di Sondrio" - Sondrio 2000.Vannuccini M. "Guida al Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi" Lyasis Edizioni, Sondrio 2002.
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 104 «Foppolo-Val Seriana»
 


 
mappa di Gli orizzonti del Doss Tacher
  1. Percorso
 

Percorso

Dal parcheggio auto più prossimo si torna al cartello escursionistico che indica un sentiero che si abbassa verso il torrente di fondovalle. Raggiunto il corso d'acqua lo si traversa su un ponticello di legno soffermandosi ad ammirare le belle marmitte dei giganti scavate dall'acqua nella profonda forra sottostante. Si prosegue, ora, entrando in un fitto bosco di abeti percorrendo il largo sentiero che dapprima piega a destra e poi inizia a prendere quota con lunghi diagonali. Con piacevole camminata nell'ombrosa abetaia si sale lungamente fino a sbucare in un vasto spiazzo erboso che si traversa verso destra riprendendo la salita su terreno più aperto. Poco dopo eccoci ai margini dei prati dell'Alpe Gavet 1500 m circa. Raggiunta la baita si rimonta il pendio alle sue spalle seguendo il sentiero che lambisce un'altra baita sulla destra e poi sale lungo il ripido costone erboso che comincia ad essere colonizzato da numerosi piccoli larici.
Sopra, in cima al pendio sono già visibili le costruzioni della Casera di Gavet, nostro prossima meta. Con numerosi tornanti e lunghi diagonali il sentiero sale avvicinandosi ad un'altra baita posta sulla sinistra. Le segnalazioni indicano ora una specie di scorciatoia che permette di evitare il lungo tornante che lambisce la baita per poi tornare a destra. Si sale, quindi, più direttamente riprendendo la traccia che taglia verso destra ed infine torna raggiungendo le baite di Gavet 1724 m. A questo punto si imbocca il buon sentiero che taglia in diagonale verso destra salendo nel pascolo costellato di mucchietti di pietre frutto dell'antico lavoro dei "pastri" per rendere il pascolo migliore. Dopo un centinaio di metri la traccia si perde ma ci sono numerosi ometti che indicano il proseguimento e portano al margine del bosco dove il sentiero riprende meglio marcato. Ora si taglia verso Nord nel bosco di abeti e larici, si supera l'immissione di un sentierino che giunge da destra e con piacevolissima passeggiata quasi pianeggiante si giunge sul fantastico poggio dove, isolata, sorge la Baita Tacher.
Il luogo è incantevole: ci troviamo sulla dorsale che separa la Val Lunga dalla Val Corte e dalla Val di Lemma, verso Nord sfilano tutte le vette del gruppo Masino-Bregaglia culminanti con la massiccia mole del Monte Disgrazia, sulla destra.
Alle spalle della baita si trova un minuscolo laghetto, da qui parte una debole traccia nel bosco che sale direttamente diventando, via via, più marcata. La salita termina su un altro vasto spazio prativo che si percorre verso Sud passando poco a valle di un rudere; piegando a destra ci si riporta sulla dorsale e si prosegue verso Sud rientrando nel bosco. Qui il sentiero è ormai perso e si devono seguire le numerose tracce di animali che si intersecano fra loro e che nel rado bosco, poco dopo adducono ad un'altra radura dove si trova quel che rimane di una baita. Si traversa la radura e si va ad "attaccare" la parte più impegnativa del percorso. Qui, infatti, il pendio si fa man mano più ripido e le tracce se possibile ancor meno evidenti e comode. Si arranca nel sottobosco di rododendri ed erbe alte tenendo sempre l'ampio crinale boscoso e dopo un ultimo tratto se possibile ancor più ripido si perviene infine all'ometto di pietre che segna la vetta del Doss Tacher.
La vita che si apre è ancor più ampia e verso Nord-est abbraccia anche le ghiacciate vette del massiccio del Bernina.

  1. Approfondimento
 

Doss Tacher una gita a due facce

Il Doss Tacher è posto al margine settentrionale della lunga spalla che la cresta Nord del Monte Gavet forma prima di sprofondare alla confluenza fra la Val Lunga e la Val Corta-Val di Lemma. Non si tratta quindi di una cima vera e propria anche se ha una sua quota riportata in tutte le carte topografiche. Buona parte dei fianchi del Tacher sono rivestiti di boschi, prevalentemente costituiti da abeti e, nelle zone più elevate da larici. La gita acquista, quindi, particolare fascino se intrapresa nel tardo autunno, dalla metà di ottobre in poi, quando gli aghi dei larici ingialliscono colorando di oro e di rosso la montagna. Uno dei vantaggi di questo percorso è che può essere spezzato in due parti ben distinte di cui la prima può essere affrontata anche da persone con poco allenamento o da famiglie con bambini al seguito. L'importante è avere quel minimo di attrezzatura sempre e comunque necessaria quando si va in montagna ed in particolare delle buone scarpe da escursionismo.
Fino alla Baita Tacher il percorso si svolge su buon sentiero che è segnalato con bandierine bianco-rosse fino alla Casera di Gavet; da qui le segnalazioni cessano e occorre un minimo di esperienza per individuare il proseguimento del tracciato che per qualche decina di metri si perde nei prati. Poi si tratta di una facile camminata in piano fino al panoramico dosso della Baita Tacher.
Da qui inizia la seconda parte della gita che da principio è ancora facile sebbene si svolga su tracciati meno evidenti. Comunque, basta seguire il crinale della montagna verso Sud e non si può mai sbagliare.
Le cose cambiano drasticamente quando si deve affrontare l'ultimissima parte del tragitto dove la traccia quasi scompare e dove la ripidezza del pendio boscoso obbliga ad una faticosa ginnastica che, per quanto breve, è assai intensa.
Man mano la salita si dipana gli orizzonti cambiano con scenografiche aperture su nuovi spazi che si dischiudono ai nostri occhi. Dapprima ci limitiamo a scrutare verso il fondo della Val Lunga e, verso Nord sulla Val Tartano ed il Masino. Poi gli spazi si ampliano a Casera di Gavet, ma mutano completamente a Baita Tacher dove compare anche l'orizzonte della Val Corta e delle sue due affluenti Val di Lemma e Val Budria. Dalla vetta tutto ciò acquista ancor più spazialità mentre a Sud svetta la rocciosa e dirupata piramide del Monte Gavet unito al Tacher da una dentellata cresta di rocce costellata da larici e abeti.

Breve descrizione orografica della Val Tartano

La Val Tartano è la più vasta e articolata valle del settore orobico della bassa Valtellina e ne costituisce anche il limite orientale. A differenza delle due vicine e pur notevoli valli del Bitto di Gerola e di Albaredo, che con andamento rettilineo e abbastanza uniforme sboccano alle spalle di Morbegno confluendo fra loro solo nell'ultimissimo tratto, la Val Tartano presenta una complessa orografia.
Vediamo, dunque, di descrivere questa vallata in modo semplice e al contempo esaustivo,
Dallo spartiacque principale orobico che, in questo punto della catena, è formato da vette poco rilevanti e da ampi valichi, si originano tre solchi vallivi destinati a confluire.
La maggiore di queste valli è la Val Lunga, che scende con andamento Sud-est Nord-ovest verso l'abitato di Tartano, ampia e rettilinea. Alla testata della valle formata da un dolce crinale che si stende dal Monte Cadelle ad Est fino alla Cima di Lemma ad Ovest, si trova l'importante Passo di Tartano che consente un agevole collegamento con Foppolo. Dalla Cima di Lemma, una robusta costiera forma lo spartiacque fra la Val Lunga ad Est e la Val di Lemma ad ovest. Il Doss Tacher, meta della nostra gita, è l'ultima elevazione di questa cresta.
Nella Val di Lemma confluisce da occidente la Val Budria, determinando così la Val Corta che a sua volta si incontra con la Val Lunga all'altezza del paese di Tartano. Da qui inizia un unico profondo solco che va a sboccare sul fondovalle valtellinese con il nome di Val Tartano.
Per quanto orograficamente appartenente al territorio della provincia di Sondrio, la profonda forra che segna l'imbocco della valle e la gola della Val Vicima, valletta affluente posta poco prima di Tartano, furono per secoli motivo di isolamento per le popolazioni che vivevano più all'interno. Viceversa, la grande facilità di valico verso la Val Brembana e Foppolo ha, da sempre, costituito lo sbocco principale per l'economia e gli spostamenti delle genti di Tartano almeno fino al 1960 quando fu costruita la prima parte dell'attuale carrozzabile.
Val Budria, Val di Lemma, Val Corta e Val Lunga presentano tutte il tipico profilo ad U delle valli glaciali anche se non eccessivamente ampio; poi dalla loro confluenza in giù il solco si fa via via più profondo, scavato dal torrente nelle tenere rocce locali di substrato.

Stampa la pagina