Sci alpinismo - Palon de la Mare e Monte Viòz - al Ghiacciaio dei Forni

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Palon de la Mare e Monte Viòz - al Ghiacciaio dei Forni»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Alta Valtellina
  • Tipo: Sci alpinismo
  • Sigla: S96
  • Periodo consigliato: primavera
  • Tempo di percorrenza: 5 - 6 ore; calcolare un'ora in meno dal Rifugio Branca.
  • Partenza: Rifugio Albergo Ghiacciaio dei Forni 2178 m (tel. 0342-93.53.65). È posto a 6 km da Santa Caterina Valfurva al termine della strada asfaltata della Valle dei Forni o Rifugio Cesare Branca 2487 m (tel. 0342-93.55.01; vedi accesso nella descrizione sotto)
  • Esposizione: W poi S Palon de la Mare; W poi NW Monte Viòz
  • Dislivello: 1550 m Palon de la Mare; 1500 m Monte Viòz.
  • Attrezzatura: corda, piccozza, ramponi, imbracatura.
  • Difficoltà: BSA (Buon sciatore alpinista)
  • Bibliografia: Miotti G. e Selvetti C.: "282 itinerari di scialpinismo fra alto Lario ed Engadina" - Guide dalle Guide 1998
  • Guide e carte: Tabacco 1:50.000 f. 08 "Ortles-Cevedale"; IGM 1:50.000 f. 24 "Bormio"; Carta Kompass 1:50.000 n° 72 "Ortles-Cevedale".
  • Informazioni locali: http://www.forni2000.com/; http://www.rifugiobranca.it/; http://www.rifugi-bivacchi.com/;
  • bollettino valanghe
 
 
mappa di Palon de la Mare e Monte Viòz - al Ghiacciaio dei Forni

Percorso


Dal parcheggio auto più basso 2158 m seguire la stradicciola verso il bacino artificiale e proseguire sulla sinistra in leggera salita. Le paline di accesso al Rifugio Branca guidano attraverso l'ampio fondovalle fino ai 2300 metri di quota per poi piegare a sinistra (Nord Est) e, con alcuni ampi dietro-front, guadagnare il breve ripiano nel quale riposa il Lago di Rosole 2452 m, alcuni metri a monte del quale sorge il Rifugio Cesare Branca 2487 m (1 ora). In stagione avanzata o con scarso innevamento si percorre invece la strada di accesso estivo al rifugio.

Dal pianoro del Lago di Rosole 2452 m si prosegue a Sud Est entro l'avvallamento compreso tra la grande morena laterale destra del Ghiacciaio dei Forni e le ripide pendici del Palon de la Mare. Qui, il mattino presto, potrebbero essere utili i rampanti. Questo tratto termina su una spalla morenica (quota 2800 m circa) affacciata sulla spettacolare seraccata orientale del Ghiacciaio dei Forni.

Per il Palon de la Mare si volge decisamente a sinistra (Nord) imboccando una stretta valletta che conduce alla fronte del ghiacciaio. Si prosegue lungo la vedretta tenendosi sulla sinistra e superando un tratto più ripido che dà accesso al pianoro superiore 3400 m. Aggirando alcuni crepacci si procede verso sud-est in ascesa leggera fino a guadagnare la spalla Sud Ovest della montagna.

Un crinale arrotondato si innalza facilmente verso la vetta ma, sovente spazzato dal vento, sconsiglia di proseguire con gli sci ai piedi. Gli ultimi metri sono davvero suggestivi, lungo una cresta di neve orizzontale che culmina con il Palon de la Mare 2703 m.

Per ilMonte Viòz, dalla terrazza morenica di quota 2800 si prosegue verso Est guadagnando un secondo poggio 2912 m dal quale, con percorso diagonale, ci si porta in un ampio avvallamento sovrastato da un'arcigna bastionata rocciosa. Sulla destra, grazie anche ad alcune paline, è individuabile la spalla che dà accesso alla parte alta dell'itinerario. Tolti gli sci, con arrampicata diagonale verso destra si affrontano le roccette sottostanti la spalla (alcuni chiodi di assicurazione; consigliabili i ramponi), superate le quali si può riprendere fiato.

Ora l'itinerario prosegue facilmente portandosi sull'ampio altipiano orientale del Ghiacciaio dei Forni. Con percorso circolare verso destra si sfila davanti alle pendici rocciose del Palon de la Mare e alcuni metri sotto al Passo della Vedretta Rossa 3405 m. Un uniforme piano inclinato si innalza a Sud e conduce al breve filo di neve del Monte Viòz 3645 m.

Il Rifugio Mantova al Vioz 3535 m, che sorge a Sud Est della vetta, è generalmente chiuso d'inverno e pertanto viene raggiunto raramente. Costituisce un valido bivacco in caso di emergenza!

Palon de la Mare e Monte Viòz - al Ghiacciaio dei Forni

L'area del Ghiacciaio dei Forni è giustamente nota in tutta Europa quale meta ideale per lo sci alpinismo primaverile. Pendii relativamente dolci, la possibilità di raggiungere sci ai piedi pressoché tutte le vette, il protrarsi della stagione molto avanti e un contesto glaciale molto suggestivo sono le caratteristiche salienti di quest'area, che la natura a disposto a fantastico semicerchio.
Una vasta scelta in termini di dislivello, difficoltà tecnica, esposizione consente di accontentare tutte le esigenze e le aspirazioni di uno sci alpinista. In questo senso le due grandi "classiche" qui proposte, ovvero Palon de la Mare e Monte Viòz, rispettano il copione.
La prima è una meta relativamente semplice, frequentatissima anche da gruppi e corsi, molto valida dal punto di vista sciistico e panoramico situata com'è al centro di quel vasto comprensorio conosciuto da tutti come Gruppo Ortles-Cevedale.
La seconda è, se vogliamo, atipica, interrotta a metà da un passaggio roccioso che costringe a togliere gli sci anche in discesa. Questo "filtro" la rende certamente meno battuta e alpinisticamente un po' più interessante anche se la parte sciistica, forse, è meno remunerativa che al Palon& A voi la scelta, anche se nel curriculum di uno scialpinista non mancano né l'una né l'altra anche perché questi sono posti in cui uno vuol tornare. A questo contribuiscono la tradizionale accoglienza e il grande comfort offerti dai rifugi della zona.

Julius Payer, conquistatore dell'Ortles Cevedale


Oltre a presentare entrambe linee dolci e accattivanti, che ben si prestano alla pratica dello sci alpinismo, Viòz e Palon de la Mare hanno un altro comune denominatore: il primo salitore certo. Per entrambe, infatti, si tratta del ceco Julius Payer, che con le guide alpine Chiesa e Pinggera raggiunse la vetta del Monte Vioz il 4 settembre 1867 e quella del Palon de la Mare sei giorni più tardi. Il Payer scalava le montagne& per lavoro, non in qualità di guida alpina ma come ufficiale topografo dell'Istituto Geografico Militare di Vienna (per la cronaca il Payer aveva partecipato da sottotenente alla Battaglia di Solforino nel 1959).

Negli anni dal 1865 al 1868 esplorò a fondo il Gruppo Ortles-Cevedale visitando regioni pressoché sconosciute ed effettuando precisi rilievi cartografici allo scopo di stendere un'aggiornata carta della regione. Nel corso di questa campagna raggiunse circa sessanta vette, tra le quali una ventina in prima ascensione assoluta!

Ricordiamo il Monte Cevedale e la Cima Vertana nel 1965 e il Monte Zebrù nel 1866. Tanto zelo non poteva tuttavia essere disgiunto da una grandissima passione per la montagna! Altrimenti non si spiegherebbero, per esempio, le sue salite dell'Adamello (prima assoluta) e della Presanella del 1963 o, l'anno precedente, quelle del Grossglockner e del Grossvenediger. Un alpinista sensibile, il Payer, che non perdeva occasione per rappresentare la montagna in bellissimi acquerelli e che nutriva sentimenti di grande stima e considerazione nei confronti della sua guida di fiducia, Johann Pinggera di Solda.

La vita eccezionale di questo giovane ufficiale, che al termine della sua carriera alpinistica, nel 1868, aveva solo ventisette anni, proseguì organizzando e dirigendo varie spedizioni polari, alcune delle quali dallo svolgimento rocambolesco. Questi viaggi vennero principalmente intrapresi dal Payer allo scopo di individuare il passaggio di Nord Est, lungo le coste settentrionali della Siberia. Il passaggio non verrà individuato ma le esplorazioni consentiranno al Payer, tra l'altro, l'importante scoperta della Terra di Francesco Giuseppe. Il Boemo dedicherà l'ultima parte della sua vita all'arte, dirigendo scuole di pittura e dipingendo immagini evocative delle sue esperienze di esploratore. Morirà il 29 agosto 1915 all'età di 74 anni.

  • Veduta sullÂ'imponente massiccio del Palon de la Mare.
  • AllÂ'inizio della salita finale col Gran Zebrù che sorveglia.
  • In vetta al Palon de la Mare, quasi un ambiente himalayano.
  • Un momento della splendida discesa.
  • La elegante cima del Monte Vioz con a sinistra lÂ'evidente pendio da seguire.
  • Il Gran Zebrù e un ospite inatteso ancor più in alto.
  • Julius Payer pioniere dellÂ'alpinismo nel gruppo Ortles-Cevedale.