Passeggiate - La Pedemontana della Reit

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «La Pedemontana della Reit»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Alta Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A30
  • Periodo consigliato: da giugno ad ottobre
  • Punto di partenza: Bormio 1222 m (SS 38 dello Stelvio, 60 km da Sondrio), piazza del Kuerc.
  • Tempo di percorrenza: 2.30 - 3 ore
  • Dislivello: 300 m
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia: Vannuccini M. "Parco Nazionale dello Stelvio, vol. I" - Nordpress Edizioni 1998.
  • Cartografia: IGM 1:50.000 foglio n. 024 «Bormio»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 72 «Ortles-Gr. Zebrù-Monte Cevedale».
  • Informazioni locali: BORMIO TURISMO tel. (+39) 0342 902424; ALTA VALTELLINA;
  • Giardino Botanico Rezia - via G. Sertorelli, 23032 Bormio (SO) tel 0342 927370, 0342 911448 - fax 0342 919357; e-mail: giardino.rezia@stelviopark.it ; e-mail: info.lo@stelviopark.it
 

APT Bormio, Via Roma - tel. 0342.903300; Giardino Botanico Rezia" - tel. 0342.927370

 
mappa di La Pedemontana della Reit

Percorso

La gita prende le mosse dalla piazza principale di Bormio, la Piazza del Kuerc, il coperchio", che deve il suo nome alla caratteristica grande tettoia posta davanti alla medioevale Torre delle Ore, il cui nome è dovuto alla meridiana dipinta sulle sue mura da Domenico Nesini.

La caratteristica struttura coperta, risalente al XIV secolo, è un po' il simbolo del borgo poiché al suo riparo si tenevano le riunioni del Consiglio. Quello che vediamo oggi è tuttavia un Kuerc ricostruito poiché la vera tettoia fu distrutta in un incendio scoppiato nel 1855.

Dalla piazza del Kuerc si imbocca via della Vittoria per svoltare quasi subito a destra e seguire via del Buon Consiglio. Ci si trova così di fronte al bel palazzo De Simoni, sede municipale e Museo civico, oltrepassato il quale si scende per via S. Francesco ad incrociare via Monte Braulio. Si prosegue a destra, in leggera salita, fino a un nuovo incrocio sulla destra; imboccata la ripida via Rovinaccia ci si porta in via Sertorelli attraversando, in modesta salita e con alcuni tornanti, una zona tranquilla con vista sulla conca di Bormio. Seguendo le indicazioni si raggiunge il Giardino Botanico Rezia" (sin qui sale anche il bus della linea urbana). Il giardino botanico è aperto tutti i giorni nella stagione estiva; su prenotazione in altri periodi.

A sinistra del giardino botanico si trovano alcuni cartelli escursionistici; seguendo le indicazioni per Pravasivo (segnavia 32-33) si imbocca un ripido e breve tratto di sentiero che sale tra l'argine del piccolo torrente della Valle Campello e la recinzione del giardino botanico. Dalla Valle Campello proveniva la famosa pietra verde" che costituisce molti elementi decorativi, fregi e coperture delle antiche case patrizie di Bormio.

Dopo poche decine di metri, tramite una scalinata, si passa su una mulattiera sulla sinistra che, risalito un boschetto di pino silvestre, si immette nel più ampio tracciato della pedemontana della Reit, proveniente dalla zona dei Bagni Vecchi, presso alcune cascatelle. Imboccando la stradetta verso destra (la pedemontana venne costruita quale tracciato militare della Prima Guerra Mondiale), si attraversa un esteso bosco di larici, dapprima in piano poi in leggera salita. Ai margini della carrareccia, nella stagione buona, si trovano molte fragole. Questo bosco di larici, dai colori incredibilmente dorati d'autunno, probabilmente non è spontaneo; spesso, infatti, il lariceto veniva piantato rado perché consentiva al contempo la coltura del legname e la crescita del pascolo, che poteva essere sfruttato per il bestiame. Tralasciando alcune deviazioni (quella per Gesa Rota" riporta rapidamente a Bormio) si prosegue diritti per Pramezzano, giungendo nella radura di Pian de la Reit 1520 m, che merita senz'altro una sosta. Si continua in salita ancora per alcune centinaia di metri, poi il tracciato diviene pianeggiante, consentendo alcuni piacevoli scorci sulle montagne della magnifica terra", tra le quali spicca, a sud-ovest, la Cima Piazzi con le sue pareti ricoperte da bianchi ghiacciai. Presso una piccola croce di legno si comincia decisamente a scendere. Ad un incrocio si prende a destra, verso Uzza, fino ad incontrare le baite di Pramezzano 1429 m. Seguendo il cartello per Bormio si attraversa in piano un bellissimo prato, poi si scende tra pini frondosi e fioriture multicolori lungo un piccolo sentiero. Nel punto in cui il sentiero si immette in una più ampia carrareccia ci si trova ai piedi dei ruderi dell'antico castello di S. Pietro (località Gesa Rota) che sorgono in posizione dominante sul centro storico della cittadina. Dopo aver dato un'occhiata alle vecchie mura, si scende rapidamente in via del Buon Consiglio e da qui, a sinistra, si torna al Kuerc.Poiché Bormio è località turistica di primaria importanza e quindi abbonda di ristoranti e pizzerie, abbiamo preferito evitare di segnalare, come invece usiamo fare solitamente, qualche buon locale ove soddisfare le esigenze del palato.

LA Pedemontana della Reit

La Pedemontana della Reit venne tracciata per scopi bellici, nel bosco ai piedi delle grandi pareti calcaree che sovrastano Bormio, durante il conflitto 1915-18. Oggi si presta ottimamente per una tranquilla passeggiata adatta a tutti ed effettuabile praticamente in ogni stagione, data la favorevole esposizione a sud e il riparo offerto rispetto ai venti freddi. Molti i motivi di interesse durante l'escursione: gli ottimi scorci sulla conca di Bormio e sulle montagne circostanti, la possibilità di visitare il Giardino botanico alpino Rezia" e il palazzo De Simoni, la vista dei ruderi del castello di S. Pietro e del centro storico dall'alto. L'escursione può essere interrotta in vari punti per tornare rapidamente a Bormio, e può essere abbreviata utilizzando il bus di linea fino al Giardino botanico. Può essere validamente unita alla passeggiata attraverso i Bagni di Bormio (vedere l'"Indice dei percorsi" già pubblicati).
Andiamo allora a visitare uno dei luoghi ove ancora sopravvivono queste antiche arti, mediante il semplice itinerario che Vi proponiamo. Il percorso si svolge in parte su quattro ruote, ed in parte a piedi, tra il borgo di Narro e il Monte Muggio, la montagna locale.

Il Castello di S. Pietro, le torri comunali di Bormio.

I pochi ruderi della località Gesa Rota" sono quel che resta dell'antico castello di S. Pietro e della sottostante chiesetta omonima che, insieme a molte torri situate nel centro abitato, vennero distrutte durante tre rovinosi saccheggi operati dai grigioni e dagli spagnoli negli anni del Sacro Macello di Valtellina".

Bormio, sin dai tempi più remoti, si trovò al centro di intensi traffici commerciali da e per il Nord Europa, traffici che attraversavano il Passo di Fraele, la Val Monastero e la Bassa Engadina. Purtroppo dove passano agevolmente le merci che portano benessere e ricchezza, passano agevolmente anche gli eserciti. Così i bormiesi, per difendere i loro beni e la loro terra, videro crescere la necessità di edificare delle robuste e turrite case-fortezza per poter resistere alle numerose incursioni degli invasori. Come detto, molte delle antiche torri di Bormio vennero abbattute durante i saccheggi seicenteschi, mentre altre crollarono in epoche successive a causa dell'incuria e dell'inesorabile scorrere del tempo. Oggi a ricordare i tempi del borgo fortificato restano solo quattro torri: quella del palazzo De Simoni, la Torre comunale o delle Ore, che sovrasta la piazza del Kuerc, la Torre degli Alberti in via Roma e la Torre Pedranzini in riparto Buglio. Ad eccezione della Torre comunale le altre costruzioni non mostrano concessioni alla ricerca estetica, ma ciò è dovuto al fatto che la loro funzione era principalmente dedicata all'avvistamento, eventualmente alla segnalazione e, poi, alla difesa.

La Torre delle Ore era già elemento dominante del borgo nel XVI secolo. Su di essa si trovava la campana della Baiona", vero elemento unitario della comunità che, con il suo suono, scandiva i momenti di festa e quelli di lutto, richiamava i cittadini alle assemblee o comunicava un imminente pericolo. E proprio dopo aver suonato a distesa per ore al fine di sostenere il popolo durante l'attacco che le truppe viscontee portarono a Bormio nel 1376, la Baiona, crollò sotto il suo stesso peso (la campana fu rifusa e rimessa al suo posto nel 1494 per rimanervi fino ai giorni nostri).

Nelle vicinanze della piazza del Kuerc si trova il Ponte di Combo (XIV sec.) che permette di attraversare il torrente Frodolfo le cui acque si originano dai ghiacci eterni del massiccio Ortles-Cevedale e giungono qui dopo aver percorso la Valfurva. Sulla sponda opposta, in Via Marconi, s'impone la casa fortificata degli Imeldi. Proseguendo nella via, si giunge al piccolo dosso ove sorge la chiesetta del Sassello (XIV sec.) dal caratteristico campaniletto. In Via S. Antonio si possono ammirare le case Zuccola e Settomini; l'ingresso della prima dimora è arricchito da un pregevole affresco di Giovannino da Sondalo: Madonna incoronata col Bambino e i Santi. Poco più avanti si trova la chiesa di S. Antonio Abate o del Crocifisso (1368).

Il Giardino Botanico Alpino "Rezia"

Il bormiese ha una lunga tradizione legata allo studio della flora alpina, tradizione che affonda le sue radici nell'antica farmacopea locale, basata principalmente sul sapiente uso delle poante medicinali. Ai primi dell'Ottocento, con l'aumentare delle conoscenze e con il trionfo dei metodi scientifici, studiosi come Filippo Massara, autore del "Prodromo della Flora Valtellinese" e il Gaudin, fornirono una prima catalogazione della flora locale. Ma in questa lunga e paziente opera fu decisivo il contributo del Longa, i cui studi pubblicati furono nel 1915.

Un simile retaggio non poteva che portare alla realizzazione, in loco, di un giardino botanico alpino" che fu inaugurato nel 1980. Scopo del Giardino botanico è principalmente quello di raccogliere e conservare tutte le specie vegetali esistenti all'interno del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio per salvaguardarle e consentirne lo studio e l'osservazione ravvicinati. Vi sono però rappresentate anche specie appartenenti ad altre regioni del mondo, quali l'Himalaya, i Pirenei e le Ande.

Il Giardino ha una superficie di un ettaro e mezzo ed è suddiviso in tre sezioni: la prima ospita oltre 1300 specie floristiche presenti nel Parco Nazionale dello Stelvio (questo significa che, in piccolo, sono stati ricostruiti vari habitat: zone detritiche, pascolo montano e sub alpino, torbiere, cespuglieti, ecc. all'interno dei quali si trovano le piante tipiche di quegli ambienti"); la seconda sezione presenta alcune specie appenniniche, himalayane, pirenaiche, caucasiche ed andine, fra le quali si osservano molte somiglianze con specie alpine; la terza, prettamente scientifica, mostra - in diverse aiuole - le piante catalogate per generi.

  • La piazza del Kuerc con la tipica tettoia e la Torre delle Ore.
  • Soglia di una tipica casa di Bormio.
  • I ruderi del castello di S. Pietro.
  • Un tratto del percorso nel bosco alle pendici della Reit.