Escursioni - Da Bagnaria all'Eremo Sant Alberto di Butrio

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Da Bagnaria all'Eremo Sant Alberto di Butrio»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Altre aree-Oltrepo Pavese
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-125
  • Periodo consigliato: estate-autunno
  • Tempo di percorrenza: 4-5 ore
  • Partenza: Bagnaria 310 m. Piccolo paese posto sulla SS461 Voghera-Varzi, fra Ponte Nizza e Varzi. Bus S.A.P.O. linea Voghera-Varzi
  • Dislivello: 377 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Greppi P. "L'Oltrepo Pavese collinare e montano", TEP Piacenza, 2000; Pireddu G., "Appennino Pavese-da Varzi a Bobbio", Studio Cartografico Italiano, Genova.
  • Cartografia: IGM 1:25.000 Fg. 178/III «Godiasco»
  • Informazioni locali: Percorso, molto panoramico nella prima parte e molto rilassante nel tratto finale, che si svolge sulla boscosa dorsale della Costa della Mula. La salita da Bagnaria si svolge su un tratturo in terra battuta che presenta tratti ripidi, difficilmente praticabili e scivolosi se bagnati.
 


 
mappa di Da Bagnaria all'Eremo Sant Alberto di Butrio

Percorso

All'ingresso di Bagnaria, provenendo da Voghera, imboccare a sinistra la Via Rio Castello e percorrerla per un centinaio di metri. Quando la via curva a destra, la si abbandona per imboccare un tratturo verso sinistra. Pochi metri dopo si arriva a bivio e con un curvone si sale verso destra prendendo quota e passando sul margine di un grande vallone di erosione. Dopo un buon tratto si arriva quindi ad un bivio (a sinistra deviazione per Spizzirò) ove si prende a destra salendo ripidamente il tratturo notevolmente sconnesso e terroso. Dopo questo tratto il cammino si fa meno ripido e si volge gradualmente verso destra percorrendo un bosco non troppo fitto. Con un'altra salita si arriva sul ciglio di una panoramicissima falesia dal quale si gode una vista incomparabile sulla Valle Staffora. Si sale ancora per pochi metri e quindi si scollina leggermente perdendo una ventina di metri per rientrare nel bosco; dopo un tratto pianeggiante la salita riprende e con un paio di tornanti si arriva ad un grande slargo pianeggiante nel bosco ove la strada si biforca. Si va quindi a destra e si prosegue iniziando a percorrere l'ampia dorsale boscosa della Costa della Mula. Giunti ad un primo bivio si prende a sinistra (ma in vero è indifferente) e poi si giunge ad altro bivio dove si prende ancora a sinistra per giungere all'ingresso del paesino di Bosco. Piegando a sinistra si prosegue su una pianeggiante stradina asfaltata (cartellini bianco-rossi) entrando in Bosco e si arriva in breve su una strada più larga che a sinistra, traversa il piccolo piazzale ove sorge il vicinissimo albergo Sant Alberto. Si traversa la strada e presso una siepe quasi di fronte all'ingresso dell'albergo (bacheca esplicativa dell'Anello del Re) si imbocca un sentierino che in breve porta sulla carrozzabile che, seguita verso destra, giunge al parcheggio innanzi alla chiesa di Sant Alberto (in alternativa, una volta che si è raggiunta la strada asfaltata presso l'albergo Sant Alberto, si può seguirla verso destra e salire in breve al vicino gruppo di case di Panzini da dove sempre su asfalto, in pochi passi si scende a sinistra, alla Abbazia di Sant Alberto).
Per il ritorno, dal parcheggio antistante l'Abbazia di Sant Alberto si sale al vicino colle dove si trovano le case di Panzini. Deviando a destra si passa fra le abitazioni e si scende brevemente a Bosco, dove sorge l'albergo ristorante Sant Alberto. Una cinquantina di metri prima dell'albergo si piega a sinistra (cartellini poco evidenti) a gomito, imboccando di nuovo la stradina che attraversa le case di Bosco e riporta sulla Costa della Mula.

Premessa

Gentili lettori, questa volta Trekking lascia le Alpi per andare alla scoperta di un nuovo territorio dove però la Banca Popolare di Sondrio ha solide radici: il Pavese.
Fra le colline e le montagne dell'Oltrepo si celano interessanti angoli di natura cui spesso si accompagnano le testimonianze di un ricco passato storico fatto di castelli, città medioevali ed edifici sacri.
L'Eremo di Sant Alberto di Butrio è solo uno dei più noti.
Per quanto largo ed agevole, il tracciato presenta numerose diramazioni e richiede pertanto un minimo di attenzione nella scelta del percorso.

L'Eremo di Sant Alberto

La costruzione del complesso sacro fu iniziata nel 1030 dallo stesso Sant Alberto, secoondo alcuni membro della nobile famiglia dei Malaspina. Abbandonati i suoi averi il mistico decise di ritirarsi in solitudine nella valletta del Borrione, sottostante l'attuale complesso dell'Eremo, ove si trova una cappelletta a lui dedicata. Avendo miracolosamente guarito dal mutismo il figlio del marchese di Casasco anch'egli un Malaspina, questi, in segno di riconoscenza, lo aiutò ad edificare una chiesa dedicata alla Madonna. Nel frattempo altri seguaci si unirono all'eremitaggio di Alberto, e quindi fu necessario erigere un monastero di cui rimangono attualmente il cosiddetto chiostrino ed il pozzo. Alla morte del santo, avvenuta nel 1073, il convento era già un centro di grande potenza spirituale e temporale e fra i suoi molti illustri ospiti pare ci siano stati anche Federico Barbarossa e Dante Alighieri.
Verso la metà del XV secolo, per l'Eremo cominciò il periodo della decadenza e nel 1543 fu abbandonato dagli ultimi monaci. Seguirono tre secoli di oblio quasi totale, durante i quali il monastero e parte della torre furono distrutti. Con l'avvento delle leggi napoleoniche, nel 1810, l'Eremo fu infine soppresso.
Il complesso architettonico è formato dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria, quella edificata da Sant Alberto, e da tre cappelle adiacenti e comunicanti: quella di Sant Antonio di forma trapezoidale, situata appena dentro la porta d'ingresso, che appare tutta affrescata; quella del Santissimo nella navata di sinistra e, sul lato opposto, la chiesuola di Sant Alberto che, oltre ai più pregevoli affreschi dell'Eremo, conserva tutt'ora le sue spoglie. Nel 1300, periodo di maggior fulgore dell'Eremo, fu infine costruita la torre ora mozza.
Tutti gli affreschi, datati 1484, furono dipinti da luglio a settembre, e secondo alcuni sono da attribuirsi alla scuola dei fratelli Manfredino e Francischino Baxilio di Castelnuovo Scrivia; per altri l'autore fu un monaco pittore che per umiltà volle conservare l'anonimato. Probabilmente altri affreschi, specialmente nella chiesa di Santa Maria, sono andati perduti nel corso dei secoli causa maldestri restauri. La chiesa di Santa Maria è stata, riportata all'aspetto primitivo grazie ai restauri del 1973, in occasione del nono centenario della morte di Sant Alberto. Nello stesso anno sono state eseguite le scalinate nel sagrato dell'Eremo. Nel 1900, anno in cui avvenne la riesumazione dei resti mortali di Sant Alberto, poi deposti entro la statua di cera che si può vedere nella chiesa, la cura dell'Eremo fu affidata a don Orione che nel 1921 ridiede vita al monastero ospitandovi gli eremiti del suo Ordine, fondato nel 1899.

  • Dal bordo di un grande calanco d`erosione i dolci profili della Valle Staffora.
  • In molti punti il sentiero è eroso e sconsigliabile in caso di piogge intense.
  • La torre "mozza" dell'Eremo di Sant Alberto ci accoglie.
  • Interno dell'Eremo la cappella affrescata.
  • Interno dell'Eremo ancora un particolare della cappella affrescata.
  • Interno dell'Eremo affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago.
  • Nella cappella di Sant Alberto si trova la teca con le spoglie del Santo.
  • Veduta dell'interno dell'Eremo con il chiostrino e il pozzo uniche parti rimaste del convento originario.