Escursioni - Il Monte Venturosa 1999 m e il paese d'Arlecchino

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Il Monte Venturosa 1999 m e il paese d'Arlecchino»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Val Brembana
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-113
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre
  • Punto di partenza: Pianca, strada per Era, a 1070 m circa. Pianca si raggiunge da San Giovanni Bianco imboccando per poche centinaia di metri la strada per Vedeseta e poi abbandonandola sulla destra
  • Tempo di percorrenza: 4-5 ore
  • Dislivello: 929 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: D'Adda S. "Escursionismo nelle Valli Bergamasche", Lyasis Edizioni, Sondrio, 1997
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 105«Lecco-Valle Brembana»; CAI Bergamo, «Alpi Orobie centro occidentali zone 1/2 Carta dei sentieri e dei rifugi» 1:50.000
  • Informazioni locali: Tipica gita di inizio stagione, assai valida per mettere a punto gambe e muscoli per cimenti maggiori. La camminata si svolge sempre lungo buoni sentieri ottimamente segnalati e non presenta difficoltà particolari. Assenza di acqua sul percorso. Dalla vetta del Monte Venturosa si può ammirare un interessante panorama sull'alta Valle Brembana
 



 
mappa di Il Monte Venturosa 1999 m e il paese d'Arlecchino

Percorso

Da San Giovanni Bianco, si imbocca la carrozzabile per Vedeseta e, dopo circa duecento metri, si devia a destra seguendo la carrozzabile per Pianca. Dfopo tre chilometri circa, raggiunto l'abitato si prosegue per la stradina che aggira sulla sinistra il borgo e dopo un tornante prosegue a mezza costa fino alla località Brembella. Qui, al tornante ove si trova la deviazione a destra per questa contrada, si prende a sinistra in direzione di Era. La strada prende quota con tre tornanti e poi riprende l'andamento mezza costa, finché si giunge ad una evidente strada con rampa in cemento che si diparte sulla sinistra e si trova il cartello indicante il Monte Venturosa. Si lascia l'auto poco dopo la deviazione e tornati sui nostri passi c'incamminiamo sulla stradina che poco dopo lambisce un roccolo rimodernato e prosegue larga nel bosco, fino ad uno slargo oltre il quale la carreggiata si restringe un poco. Si continua sulla stradina fino al suo termine. A questo punto si imbocca l'evidente sentiero che si diparte sulla sinistra (una deviazione a destra può essere seguita per qualche decina di metri per poi piegare a sinistra e ricollegarsi col sentiero principale) e, dopo un breve tratto nel bosco, si sbuca sui pendii più aperti dove sorge la Baita della Vecchia. Si sale ad una fontana in disuso nei cui pressi si trova un punto di sosta e procedendo verso destra si rientra nel bosco, risalendo con comodo percorso fino alla sella del Passo Grialeggio 1707 m, fra il Monte Concervo a sinistra e il Monte Venturosa a destra. Si segue verso destra il sentierino che s'avvia sul crinale (una deviazione sulla destra si ricollega comunque più in alto) e fra affioramenti rocciosi ed erbe si giunge alla Baita del Giacom 1834 m. Si prosegue sui verdeggianti pendii fino al tratto finale che, fra roccette, porta infine sulla cima.

San Giovanni Bianco e i suoi tesori

La nostra passeggiata ci porta su una bella e facile vetta, ma l'impegno che richiede non è eccessivo e sicuramente a molti resterà il tempo di conoscere meglio il territorio che si stende ai piedi del Monte Venturosa ed in particolare San Giovanni Bianco e le sue frazioni.
Il borgo, uno dei più importanti della bassa Val Brembana, sorge allo sbocco della laterale Val Taleggio che oltre ad avere dato il nome al celebre formaggio, è anche una delle più belle ed idilliache valli della bergamasca.
Il comune di San Giovanni Bianco comprende le frazioni di Oneta, Roncagliola, Cornalita, Fuipiano al Brembo, Pianca, San Gallo, San Pietro d'Orzio ed altre località minori; le prime due sono ubicate sulle pendici nord orientali del Monte Sornadello m 1580 m, Pianca più a nord, sul versante sud-orientale del nodo montuoso formato dal Monte Concervo 1840 m e dal Monte Venturosa; le ultime due frazioni si trovano ad est, sul versante opposto della valle.
Il nucleo principale del paese è caratteristico per la presenza di ben sei ponti, tre sul Brembo e tre sull'Enna, il torrente della Val Taleggio, ma anche per aver mantenuto quasi intatto l'antico impianto urbanistico medioevale.
Forse la più interessante fra le frazioni è Pianca, sita atre chilometri, sopra dal centro principale. Pianca è però chiamata tutta la zona circostante la frazione, che comprende numerose contrade: Barzo, Sentino, Capatiglio, Costa Lupi, Piazzalina. Nella piccolissima località di Piazzalina, formata da poche case coloniche sorge un'antica chiesetta del tardo '400 dedicata a Sant'Anna. Quattrocentesca è anche la chiesa di San Marco a Sentino, che custodisce una preziosa teladi Carlo Ceresa, pittore nato a San Giovanni Bianco nel 1609 e morto a Bergamo nel 1679. Anche la chiesa parrocchialedi Pianca risale al XIII secolo, ma fu poi ricostruita nel Settecento; in essa sono conservate numerose ed importanti opere d'arte, come una statua lignea trecentesca raffigurante Sant'Antonio Abate, forse di origine germanica, una bella paladel Ceresa risalente al 1630, un messale secentesco, e due opere lignee, un confessionale ed un pulpito, opera della scuola dei Fantoni, celebre famiglia di intagliatori di Rovetta. Ma l'immagine sacra più venerata dai fedeli del posto è una trecentesca Madonna della Pietà che, stando alla tradizione, nel 1442 pianse due volte.
Per concludere vi ricordiamo che nella frazione di Oneta sorge la Casa di Arlecchino(XIV-XV secolo), così detta perché all'esterno è visibile un affresco raffigurante la famosissima maschera. L'edificio era originariamente una casa fortificata di proprietà della nobile famiglia Grataroli, poi trasformato in dimora signorile. La bella costruzione si inserisce perfettamente nell'abitato di Oneta, fra le cui antiche case sembra di essere tornati al Medio Evo.
La Casa di Arlecchino è sede dell'omonimo museo ed in essa si trova anche un affresco dell'Homo Selvadego, irsuto "genius loci" della mitologia alpina che sembra fare il paio con quello esistente a Sacco in Val Gerola. Probabilmente non è un caso visto che già nel Medio Evo i due lontani paesi erano uniti dall'importante arteria commerciale della Via Priula.

  • La Baita della Vecchia con le rocciose creste sommitali del Venturosa.
  • Dalla sella del Passo Grialeggio sguardo verso il Resegone.
  • Il sentiero si dipana fra i primi affioramenti calcarei della cresta.
  • Il Monte Concervo altra classica gita della zona, facilmente raggiungibile dal Passo Grialeggio.
  • Poco sotto la cima su un dolce pendio verdeggiante sorge la Baita del Giacom.
  • Non c'è acqua sul percorso, ma anche in questo riarso ambiente le poche pozze stagnanti fanno fiorire la vita.
  • Sulla cima del Monte Venturosa.
  • Sulla via di discesa con vista sul Passo Grialeggio ed il Monte Concervo.