Passeggiate - Bellagio, "perla del Lario", e il suo territorio

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Bellagio, "perla del Lario", e il suo territorio»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A61
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Bellagio.
  • Tempo di percorrenza: la visita a Bellagio e ai paesini limitrofi richiede almeno mezza giornata di tempo.
  • Dislivello: breve passeggiata con possibili spostamenti in auto.
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia: Gilardoni L. "Storia di Bellagio", Amilcare Pizzo Editore, Milano 1995.
  • Catografia: Carta escursionistica Kompass n. 93 1:50.000 «Lago di Como-Lago di Lugano»; CNS 1:50.000 «Menaggio».
  • Informazioni locali: I.A.T. (Ufficio Informazioni e di Accoglienza Turistica)  Piazza Mazzini (IMBARCADERO) - 22021 BELLAGIO (CO)  Tel. (+) 39 031950204 FAX. 031950204.
  • Sito ufficiale di Bellagio
 


 
mappa di Bellagio, "perla del Lario", e il suo territorio

La Perla del Lario

Quando gli immani ghiacciai quaternari che scendevano dalla Valtellina e dalla Valchiavenna, dopo aver invaso un preesistente solco, incontrarono un imprevisto ostacolo nelle bastionate calcaree del Monte San Primo, furono costretti a modificare parzialmente la loro corsa. Un cuneo di rocce più dure costrinse l'enorme colata a dividersi in due, attorniando il monte. Una volta che i ghiacci si ritirarono il loro letto fu colmato dalle acque di fusione che formarono il Lago di Como con i suoi due caratteristici "rami" che si originano in corrispondenza della Punta di Bellagio, estrema propaggine settentrionale del Monte San Primo.

Non sappiamo, con esattezza, quando si stabilirono i primi insediamenti umani su questo lembo di terra. Via terra l'accesso è tutt'ora difficile, perché le sponde affacciate sul lago sono ripide, spesso rocciose e, alle spalle, s'erge la barriera non insuperabile, ma ostica del Monte San Primo. Molto probabilmente i primi uomini giunsero alla Punta di Bellagio traversando il lago, vi costruirono i primi porticcioli per la pesca e iniziarono a colonizzare le terre retrostanti.

Nelle epoche successive il piccolo borgo crebbe d'importanza rappresentando un punto strategico per il controllo della navigazione lariana e, quindi, della via di comunicazione verso il Nord, la Rezia e l'Europa. In particolare, nell'Alto Medioevo, Bellagio e il territorio dell'Isola Comacina furono al centro di notevoli eventi storici. Ma al di là di questi episodi bellici e politici, i patrizi comaschi avevano già avuto anche modo di apprezzare la tranquillità e la bellezza di questi luoghi che scelsero per erigere le loro ville. Lo stesso Plinio possedeva almeno una villa in zona, come testimonia una sua lettera ad un amico:" Mi scrivi che stai costruendo. Bene! Ho trovato chi prende le mie difese; poiché faccio bene a costruire dato che costruisco con te ed in modo non dissimile, poiché tu al mare ed io sulle rive dei Lario. Sulle rive di questo lago vi sono parecchie ville di mia proprietà ma due in modo particolare mi danno molto piacere e molto da fare. Una, alta sugli scogli, come a Bana si affaccia sul lago; l'altra costruita anch'essa secondo la moda di Bana è sulla riva dei lago. Pertanto sono solito chiamare quella Tragedia e questa Commedia; quella perché si erge quasi su coturni, questa invece sugli zoccoli. Ciascuna ha le sue attrattive; e l'una e l'altra sono maggiormente care a chi le possiede, appunto per la loro stessa diversità. Questa ha il lago più vicino, quella ne gode un più vasto tratto; questa abbraccia un unico golfo con una molle curva, quella posta su una costa prominente ne divide due; là il passaggio per le lettighe è diritto e forma un lungo viale che corre lungo la riva, qui dolcemente si incurva in una spaziosissima terrazza; quella non sente le onde, questa le infrange; da quella puoi vedere chi pesca, da questa puoi pescare tu stesso e gettare l'amo dalla tua camera e quasi dal letto come se fossi in barca".

Sui ruderi della villa "Tragedia" fu costruita una fortificazione poi rafforzata durante la guerra fra Como e Milano (1117-1128). Successivamente abbandonata, la fortificazione fu fatta demolire da Gian Galeazzo Visconti sul finire del 1400, in quanto divenuta covo di malfattori.

Il nuovo signore di Bellagio, il cremonese Marchesino Stanga, ricostruì su quei ruderi una villa-castello ove soggiornarono Ludovico il Moro e Leonardo da Vinci. Nuovamente abbandonata, la costruzione fu restaurata e abbellita da Ercole Sfrondati (1559-1637) che fece costruire anche un muro di cinta, ora non più visibile, fino alla frazione portuale di Pescallo. La villa-castello passò successivamente ai Serbelloni che l'abbellirono e fecero realizzare lo splendido giardino. Diventata, in seguito, albergo di fama internazionale e poi abitazione privata, Villa Serbelloni appartiene dal 1959 alla Fondazione Rockfeller che vi organizza i suoi seminari scientifici.

La vocazione di Bellagio come località privilegiata ed esclusiva di villeggiatura ha, quindi, origini antichissime quanto illustri. Probabilmente parte di questa caratteristica fu dovuta anche alla difficile accessibilità dei luoghi che li rendeva ideali per una vacanza nella quiete e nella contemplazione. Soprattutto sul finire del '700 e per tutto l'800, Bellagio divenne famosissima e quasi tutta la nobiltà lombarda la elesse a sede delle proprie vacanze. Ma la fama della "Perla del Lario", e quella del lago di Como, era lanciata ad oltrepassare i limiti regionali per attrarre numerosi ospiti illustri da tutta Europa. Non proprio per turismo, ma per trovare un po' di tranquillità con la sua amante, soggiornò a Bellagio, in una casa all'inizio della Salita Serbelloni, il grande musicista Franz Liszt. Per stessa ammissione del musicista il periodo vissuto a Bellagio fu assai felice e ricco di motivi d'ispirazione che gli permisero di scrivere alcune delle sue opere migliori.

I magnifici hotel sul lungo lago ospitarono in epoche diverse Stendhal, Flaubert, Shelley, Twain. Fra gli illustri italiani ricordiamo Giuseppe Parini, precettore della famiglia Serbelloni (proprietaria della grande villa che ancor oggi porta quel nome), Ippolito Nievo, Arturo Toscanini e Filippo Tommaso Marinetti.

Due passi nel borgo

Lasciata l'auto in uno dei tanti parcheggi che precedono il porticciolo, si segue il Lungolago A. Manzoni fino al passaggio coperto che immette nella piazza del porto. Era, questa, la prima delle tre porte che in epoca medioevale consentivano di valicare le mura difensive del paesello. Prima del passaggio, sulla destra, si diparte la "Salita Serbelloni" che gli abitanti chiamano ancor oggi "il Fossato" poiché un tempo, al suo posto, correva il fossato del sistema difensivo medioevale. Poco dopo l'imbocco della salita, sulla destra, una grande lapide ricorda il soggiorno a Bellagio di Franz Liszt. Fra negozietti di souvenir e di prodotti artigianali locali, la scalinata sbuca in Via Garibaldi che, verso destra, porta alla chiesa di San Giacomo. La chiesa, edificata nel XII secolo, ha pianta rettangolare divisa in tre navate. Di aspetto massiccio e severo l'edificio ha subìto diversi rimaneggiamenti che ne hanno modificato moltissimo l'originaria architettura. L'annessa torre campanaria fu eretta sulle fondamenta di una preesistente torre di guardia. All'interno sono conservati un pregevole dipinto della scuola del Perugino, un magnifico altare ligneo, un crocefisso arcaico del XII secolo e un elegante ambone in "marmo di Musso". Dal sagrato della chiesa si può scendere lungo Via Roma, che riporta al porticciolo. Poco dopo aver imboccato la via si può proseguire a destra in Via Vitali che, con piacevole passeggiata, percorre in alto il promontorio di Bellagio, raggiungendo la panoramica postazione di Punta Spartivento da dove si può ammirare l'ampio e luminoso bacino dell'alto Lario coronato dai monti. Una volta tornati in paese consigliamo di "giocare" un po' perdendoVi nelle numerose viuzze in salita che ne percorrono il cuore. Nei numerosi negozietti, potrete acquistare i tipici prodotti dell'artigianato locale, i "vetri di Bellagio" o le belle ceramiche.

I dintorni d Bellagio

Lasciato il porticciolo di Bellagio prendiamo la strada che corre verso Nord, fra le mura che sostengono i giardini di Villa Melzi. Poco oltre si giunge al bivio dove si dipartono le strade per Lecco, a sinistra, e per Como, diritto. Trascurando le due direzioni principali, prendiamo una stretta strada a senso unico che si stacca a destra, parallela per pochi metri alla via per Como e che, poi, scende fra due alti muri (indicazioni "Loppia", "Giardini di Villa Melzi"). In breve si giunge nel minuscolo porticciolo di Loppia e di fronte all'ingresso settentrionale di Villa Melzi dove è possibile parcheggiare. Accanto al cancello della villa sorge la bianca cappella funeraria della famiglia Melzi, edificio neoclassico con pianta a croce greca sormontato da una cupola e circondato da un peristilio. Il portale d'accesso rinascimentale è stato attribuito da alcuni studiosi al Bramante. La villa, voluta da Francesco Melzi d'Eril, fedele collaboratore e consigliere di Napoleone Bonaparte, fu eretta fra il 1808 e il 1810, e completata definitivamente con gli arredi e il parco solo nel 1813. Progetto e direzione dei lavori furono affidati all'architetto Giocondo Alberetolli che realizzò uno dei più bei complessi di stile neoclassico in Lombardia. La cappella, il piccolo museo e il parco, primo esempio di giardino "all'inglese" sul Lario, sono aperti alle visite del pubblico da fine marzo ai primi di novembre, dalle 9 alle 18.

Per molti anni Villa Melzi fu mal vista dai "bellagini" poiché per realizzare i grandi giardini fu necessario distruggere la bella strada comunale selciata, che correva in riva al lago portando a Loppia e a S. Giovanni. In sua sostituzione si costruì l'attuale percorso stradale, tortuoso e pericoloso per i turisti che volessero collegare a piedi Bellagio e Loppia in quanto privo di marciapiede. In effetti, facendo quattro passi sulle rive del lago ci si trova ben presto di fronte al cancello di Villa Melzi e mal volentieri si deve abbandonare il piacevole percorso per immettersi sulla pericolosa strada. Per questo consigliamo di raggiungere Loppia con l'auto.

Da Villa Melzi si prosegue a piedi lambendo il grazioso porticciolo di Loppia dove è possibile ammirare due rare "gondole lariane", grosse imbarcazioni da trasporto, ormeggiate nelle tranquille acque. Poco dopo, sulla sinistra si nota una gradinata inerbita il cui ingresso è segnato da due colonnine granitiche recanti l'incisione "Villa Giulia". Si tratta del lungo vialone, oggi interrotto dalla carrozzabile per Como, che collegava questa dimora, eretta a Regatola, sull'opposta sponda della punta di Bellagio, con il porticciolo di Loppia. La gradinata lambisce l'edificio dell'antica chiesa romanica di S. Maria di Loppia, purtroppo non visitabile poiché facente parte del grande parco "all'inglese" di Villa Trivulzio. La magnifica dimora fu fatta costruire presso lo sbocco del torrente Perlo, nella seconda metà del XVIII secolo, dal Conte Paolo Taverna. In essa soggiornò il Duca Francesco Melzi d'Eril in attesa che fosse completata la sua sontuosa villa.

Dopo un passaggio coperto, la strada risale a collegarsi all'arteria principale che conduce verso Como. Fatte poche centinaia di metri (questo tratto meriterebbe, forse, di essere attrezzato con un marciapiede), oltre un ponticello, si giunge all'imbocco della stradicciola che, verso destra, conduce a San Giovanni. Giunti sulla piazza del borgo proponiamo sùbito la visita al piccolo Museo degli Strumenti Nautici che conserva un'eccezionale raccolta di marchingegni, alcuni risalenti al settecento. Una breve visita fra le case e gli stretti viottoli è d'obbligo e occuperà pochi minuti: di qualche interesse è la chiesa barocca del XVII secolo. A questo punto è possibile iniziare il ritorno ma lungo il tragitto Vi proponiamo una breve deviazione. Prima di Loppia la strada lambisce, sulla destra, la minuscola piazza di Guggiate, con la piccola chiesetta di Sant Andrea. Dalla piazzetta si raggiunge, in breve, il magnifico portale granitico che segna l'accesso alla vecchia Villa Ciceri, un grande e suggestivo edificio settecentesco con annessa filanda. Una salita con ben 194 gradini inizia poco prima del portale e permette di salire da Guggiate a Suira da dove potrete ammirare dall'alto il territorio circostante. Ritornati nella piazzetta di Guggiate potrete far sosta nel negozietto in cui poter acquistare prodotti alimentari tipici del lago, in particolare pesce, confezionato artigianalmente.

Termina qui questa breve descrizione delle bellezze di Bellagio e del suo territorio. La vocazione turistica di tutto il comprensorio non ci permette di consigliare qualche buon ristorante ove concludere la giornata. Ne troverete per tutti i gusti e soprattutto per tutte le tasche.

  • La Punta di Bellagio
  • il traghetto s'allontana dall'imbarcadero di Bellagio
  • la Salita Serbelloni con la grande targa marmorea sul muro della casa che ospitò Franz Liszt.
  • la antica chiesa di San Giacomo in Bellagio
  • la Villa Melzi vista dall'alto. Di fronte sulla sponda opposta del lago, il Monte Tremezzo
  • Uno dei tanti fregi che arricchiscono i portali delle case di Bellagio e dintorni
  • Il porticciolo di Loppia
  • Scorcio fra le antiche case di San Giovanni
  • Il portale d'ingresso della Villa Ciceri a Guggiate
  • Villa Ciceri e l'annessa filanda