Passeggiate - Varenna e il castello di Vezio

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Varenna e il castello di Vezio»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A26
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Varenna
  • Dislivello: poche decine di metri
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 105 «Lecco-Val Brembana»
  • Informazioni locali: Associazione turistica Castello di Vezio Frazione Vezio - 23828 Perledo (Lc) Tel. 348 8242504 - info@castellodivezio.it
 


 
mappa di Varenna e il castello di Vezio

La gita prende le mosse dalla stazione ferroviaria di Varenna-Esino dove si trova un comodo parcheggio. Da qui si scende brevemente lungo la strada, per andare ad attraversare il ponte gettato sulla foce del Torrente Esino che, poco più avanti, s'immette nel lago. Poco oltre il ponte si prosegue lungo la carrozzabile che porta a Varenna seguendo le indicazioni per Villa Monastero e il Museo ornitologico. Dopo alcune centinaia di metri, lambito l'ottimo albergo-ristorante Montecodeno, s'incontra un cartello giallo con l'indicazione per il Castello di Vezio. Si abbandona la carrozzabile per imboccare, sulla sinistra, un viottolo che piega a gomito e sale fra le case. Dopo una curva, il viottolo si trasforma in larga mulattiera che mostra ancora lunghi tratti acciottolati. La salita è piuttosto ripida, ma sempre assai agevole. Si svolge fra appezzamenti coltivati, lambisce alcuni muri di cinta e qualche cascina, prende quota nel bosco. Dopo circa venti minuti di cammino la mulattiera sbuca su una strada più larga che si segue verso destra per giungere fra le case di Vezio, piccolo borgo annidato alle spalle del maniero. L'antico abitato si stringe attorno alla chiesa medioevale di S. Antonio Abate che conserva alcune pregevoli opere pittoriche fra cui un affresco, purtroppo molto deteriorato, datato 1458 e raffigurante i SS. Giovanni Battista, Pietro e Antonio Abate. Interessanti sono pure le opere d'oreficeria barocca che compongono il tesoretto della chiesa. Dal sagrato della chiesa, lambito il minuscolo cimitero, si varca un cancello che immette nel sentierino che, in pochi minuti, porta al castello. Tutto il colle si presenta perfettamente curato, con graziose aiuole di fiori ombreggiate da cipressi. Il percorso si arresta presso un punto di sosta e ristoro con tavoli e panche di legno. Nella stagione invernale un cancello impedisce l'accesso nella cinta muraria che viene aperta al pubblico a partire dal periodo pasquale fino a settembre. Oltre la cancellata si entra in un bel recinto alberato dal prato curatissimo e arricchito da aiuole. Il panorama è aperto su tutto il centro del Lario e su Varenna. Salendo verso sinistra si giunge all'ingresso della cinta muraria interna che, a sua volta, racchiude la grande torre di guardia. Durante la bella stagione e in particolari ricorrenze il Castello Vezio, custodito e gestito dall'Associazione Amici del Castello, ospita manifestazioni culturali di vario genere.

Terminata la visita al castello torniamo sui nostri passi, ma, poco sotto le case di Vezio, abbandoniamo la mulattiera usata nella salita e andiamo a destra, lungo la strada carrozzabile avvicinandoci al Torrente Esino. Nelle vicinanze del ponte che traversa il torrente si trova il Crotto Pepott, ombreggiato da alte piante ed affacciato sulla gola del torrente, più o meno nel punto dove fu rinvenuto il primo esemplare di Lariosaurus oggi conservato al Museo di Storia Naturale di Milano. E' un ottimo punto di ristoro dove poter gustare le specialità locali e trovare refrigerio nelle calde giornate estive.

Giunti sull'opposto versante della valle, si segue ancora per poco il nastro d'asfalto per poi abbandonarlo imboccando, verso destra, una ripida mulattiera gradinata (cartello del "Sentiero del Viandante").

La salita ci porta a passare sotto il portichetto della cappella dedicata alla Madonna di Campallo; poi fra campi e terrazzamenti si giunge a Regolo. Una breve deviazione a destra ci porta nella piccola piazza del borgo dove sorge la chiesa barocca di S. Giovanni Battista. Uscendo dall'abitato, ci s'immette sulla carrozzabile Varenna-Perledo che si percorre in discesa (sfruttando spesso le ripide scorciatoie acciottolate) per tornare alla Stazione ferroviaria e a Varenna.

Ovviamente al Castello Vezio si può giungere con minor dispendio di tempo ed energie usando l'automobile e percorrendo la carrozzabile che, staccandosi a destra da quella per Perledo poco prima di Regolo, porta a Vezio. In tal modo si avrà altro tempo da dedicare alla visita di Varenna, uno dei paesi più caratteristici della sponda occidentale del Lario.

Dalla Stazione ferroviaria si scende per transitare sul ponte gettato sul Torrente Esino: ora si prospettano due possibilità. Ci si può abbassare fino alla piccola piazzetta della frazione di Olivedo dove si trova l'imbarcadero del Ferry-boat: da qui si può percorrere la stradicciola della passeggiata lungo lago fino a Varenna. In alternativa si continua sulla strada principale (indicazioni Villa Monastero e Museo ornitologico) salendo per qualche centinaio di metri per poi abbassarsi ed entrare in Varenna (Via Venini).

Presentazione

La gita, facile, che presentiamo ci porterà in uno dei luoghi più suggestivi e panoramici della sponda orientale del Lago di Como: il promontorio di Vezio sul quale sorge l'omonimo castello, posto a guardia della via che dal lago sale verso Esino per poi entrare in Valsassina. La formazione rocciosa, in buona parte ricoperta dalla vegetazione è formata da un particolare tipo di calcare detto appunto Perledo-Varenna o "marmo nero" e molto apprezzato già nell'antichità per le sue caratteristiche. Fra gli strati della sedimentazione si scoprono, a volte, interessanti resti fossili, in particolare di rettili fra cui il raro "Lariosaurus balsami". L'attività estrattiva ebbe un tempo notevole importanza per tutto il territorio di Varenna e Perledo: all'epoca di Maria Teresa d'Austria erano attive ben 80 cave che diedero origine anche ad un'apprezzatissima dinastia di scalpellini.

Ai piedi del promontorio era situato il porto della Valsassina che faceva capo ai comuni di Perledo ed Esino, allora fra i più importanti e fiorenti centri abitati del Lario. La costruzione, una delle più interessanti della riviera occidentale, ha certamente origini molto antiche e viene fatta risalire al periodo romano. La struttura primitiva era probabilmente costituita da una torre di guardia e di segnalazione che spaziava su tutto il Lario centrale. In epoca medioevale, pare nel 1169, in concomitanza con l'arrivo a Varenna degli esuli dell'isola Comacina costretti alla fuga dalle milizie comasche, il castello fu ricostruito e subì ulteriori modifiche nel secolo successivo. La struttura attuale del maniero consta della torre di guardia che sorge isolata all'interno di una cinta muraria costituita da un torrione e da tre torri minori.

Varenna

Il borgo ha origini molto antiche e, per alcuni studiosi, sarebbe di origine etrusca o gallo-romana; ma la sua importanza crebbe solo dopo il 1169 quando qui giunsero i profughi dell'Isola Comacina di cui abbiamo già narrato le vicende. Grazie alla loro maggiore ricchezza i profughi s'imposero in breve alla popolazione locale e stabilirono una nuova colonia cui diedero il nome di Insula Nova forse in ricordo della loro isola originaria. E fino al XVII secolo riuscirono a mantenere anche la loro tradizione religiosa proseguendo la professione del rito patriarchino (del Patriarcato di Aquileia) al posto di quello ambrosiano che voleva esser loro imposto dai Comaschi e dai Milanesi e che fu fra le cause della guerra del 1169.

Nel Medio Evo il comprensorio ebbe notevole importanza per la presenza del porto della Valsassina. Ma anche quando questo perse la sua importanza, Varenna rimase rinomata località di villeggiatura. Tale fama si accrebbe nel XIX secolo, periodo in cui furono costruite numerose, bellissime ville con parchi e giardini. Fra queste, la più importante e nota è Villa Monastero che sorge alla periferia meridionale del paese. L'edifico era in origine un palazzo quattrocentesco restaurato e adibito a residenza, nel 1897, da una ricca famiglia tedesca che ampliò il meraviglioso giardino affacciato sul lago. Il microclima della zona ha favorito le più incredibili consociazioni vegetali e la crescita di numerose specie esotiche che si mescolano con le più tipiche piante del lago. Tempietti, colonne e un padiglione in stile moresco s'armonizzano con la vegetazione in un insieme di squisita armonia. Villa Monastero con il suo giardino è visitabile assieme alla vicina Villa dei Cipressi da maggio ad ottobre.

Il nucleo principale del borgo ha conservato la tipica disposizione urbanistica dei paesi lacuali, con le abitazioni disposte perpendicolarmente alle rive divise da stretti vicoli che scendono all'acqua. Piazza San Giorgio è il cuore di Varenna e su di essa si affacciano quattro edifici sacri: la parrocchiale di San Giorgio (XIV sec.) la cui facciata è arricchita da un grande affresco raffigurante San Cristoforo; la chiesetta di S. Marta (XVII sec.) oggi sconsacrata; l'Oratorio di Santa Maria delle Grazie (XVII sec.) e la chiesa romanica di San Giovanni Battista (XI-XII sec.), l'antica parrocchiale.

  • Varenna vista dal promontorio del castello (foto: Amici del Castello).
  • Interno del castello (foto: Amici del Castello).
  • Fra le vie del borgo.