Passeggiate - Una gita al Forte di Fuentes e al Forte Lusardi

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Una gita al Forte di Fuentes e al Forte Lusardi»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A14
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Piano di Colico
  • Dislivello: poche decine di metri
  • Difficoltà: T (turistica)
  • Tempo di percorrenza: 2-3 ore
  • Bibliografia: Cassinelli Stefano - "Forte Montecchio", Macchione Ed., Germinaga (Va), 2008.
  • M. Belloni Zecchinelli - "Il sistema fortificato dei laghi lombardi in funzione delle loro vie di comunicazione", Cairoli ed, Como, 1977
  • Cartografia: Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 105 «Lecco-Val Brembana» o n° 91 «Lago di Como-Lago di Lugano».
  • Informazioni locali: PROVINCIA DI LECCO Piazza Lega Lombarda, 4 23900 LECCO Tel. 0341 295111 - Fax 0341 295333 - Dirigenza settore turismo Tel. 0341 295501 - turismo@provincia.lecco.it ;
  •  ASSOCIAZIONE FORTE DI FUENTES  Via Dei Ciacc nº4 23823 COLICO (LC) e-Mail: assfuentes@vis.it
 


 
mappa di Una gita al Forte di Fuentes e al Forte Lusardi

Itinerario:

Questa facile gita di questo vuole far conoscere un angolo poco noto di territorio alle porte della provincia di Sondrio. Si tratta di una passeggiata che si svolge lungo stradine pianeggianti, con qualche leggera salita, fra i prati e i canneti del Piano di Colico, lembo meridionale del Piano di Spagna.

Il grande piano alluvionale, formato nel tempo dai detriti portati dall'Adda e dal Mera, segna l'ingresso della Valtellina e della Valchiavenna e inizia subito a Nord di Colico. Nei pressi di questa cittadina, "in cima" al Lario, si trovano tre emergenze rocciose rivestite dalla boscaglia che sporgono dal piano attirando l'attenzione. Si tratta dei "Montecchi", nomignolo che ben descrive queste piccole e curiose collinette. Le carte topografiche riportano un "Montecchio Sud", e un "Montecchio Nord", fra i quali è racchiuso il piccolo golfo dove si trova il porticciolo di Colico. Non è invece nominato il più settentrionale dei monticelli, quello che, proprio per questa sua posizione, fu scelto nel 1603, dal conte di Fuentes per erigere una grandiosa fortezza a difesa dei territori del comasco e del milanese. Il Forte Lusardi, altra meta della gita, sorge invece sulla sommità del Montecchio Nord. Le due fortezze, costruite in epoche diverse, sono un'importante testimonianza di quanto strategica sia stata questa porzione di territorio nel corso dei secoli.

La nostra gita prende le mosse dalla Stazione Ferroviaria di Colico. Seguiamo la SS 36 in direzione di Sondrio per circa 200 metri, poi deviamo a sinistra imboccando la "via alle Torri", una stradina che passa sotto la ferrovia. Subito si incrocia un moderna strada trasversale, Viale Padania, che si traversa per proseguire diritti lungo la strada che s'inerpica con qualche tornante sul Montecchio Nord, lambendo alcune torri medioevali, in parte celate nella boscaglia. Al termine della salita si trova una biforcazione. A destra si giunge in breve all'ingresso del Forte Lusardi, importante opera militare costruita ai primi del '900, allo scopo di contenere un eventuale corpo d'invasione austriaco che fosse penetrato dalla Valtellina. Il munitissimo forte non entrò mai in funzione. Al termine della Seconda Guerra Mondiale fu adibito a polveriera, e nel 1981, passò alla Sovrintendenza delle Belle Arti. L'edificio è visitabile dal 3 aprile al 1 novembre, il sabato e nei giorni festivi dalle ore 10 alle 18, e tutti i giorni nei mesi di luglio e agosto, con gli stessi orari. Per informazioni è possibile telefonare ai seguenti numeri 0341850789, 03472940524, 03385926220.
Tornati al bivio si segue la strada sterrata verso sinistra che, con qualche saliscendi raggiunge le poche case di Monteggio, piccolo nucleo celato sul Montecchio. All'ingresso dell'abitato si prende a sinistra, lungo una stradina inerbita, che aggira la Quota 263 terminando su un panoramico promontorio erboso. Seguendo una rada traccia si scende lungo la dorsale del Montecchio Nord, attraversando un brevissimo, ma scomodo, tratto di boscaglia. Si giunge così nei pressi delle case di Erbiola dove s'imbocca verso destra una strada sterrata. Lambendo un canale, la carrareccia dirige verso Sud-est andando ad innestarsi in un'altra strada proprio nei pressi di un ponte che traversa il canale. Varcato il ponte la strada piega ad Est arrivando in breve alle case di Monteggiolo, nei cui pressi ha sede un maneggio. Oltre le case si giunge ai piedi del terzo Montecchio, sul quale si trovano le rovine del Forte di Fuentes. Un cancello in legno vuole scoraggiare l'accesso alla strada che sale sul monte; lo si aggira facilmente per iniziare la dolce salita che in breve raggiunge le mura della fortezza. Benché molto rovinato, il complesso militare rivela ancora la sua grande potenza. Particolarmente impressionanti sono gli edifici che si trovano sulla vasta piazza d'armi. I recenti lavori di recupero della struttura e la conseguente pulizia dell'area dai rovi e dalle sterpaglie, hanno messo a nudo il complesso delle fortificazioni. Si raccomanda tuttavia di aggirarsi con cautela fra le rovine. Molti muri sono pericolanti, inoltre, sebbene gli accessi ai sotterranei siano ben protetti da pesanti coperchi, si possono celare altri buchi non segnalati. Dalla piazza d'armi la stradina sale fino alla sommità della collina, dove si trovano altre fortificazioni fra cui anche alcune opere di difesa qui erette durante la Grande Guerra. Il panorama si apre verso Nord sulla Valchiavenna e verso Est sulla Valtellina. Ai nostri piedi scorre l'Adda, oltre la quale il Pano di Spagna si stende uniforme, caratterizzato dalle grandi parabole del centro Telespazio. Verso Sud, ai piedi del Monte Legnone nuove fortezze, costruite per la pace del moderno consumatore, sfruttano per altri motivi, la pur strategica posizione di questa località. Il ritorno può essere effettuato lungo il percorso d'andata oppure, una volta tornati all'incrocio con la strada proveniente da Erbiola, si può proseguire diritti e quindi deviare verso Sud-ovest giungendo a Viale Padania.
Poiché il Piano di Colico è solcato da numerose strade e stradine carrozzabili, la gita proposta può essere gestita a piacere. Qui abbiamo presentato un itinerario completo, ma il Forte Lusardi e quello di Fuentes possono essere visitati anche separatamente, con minor dispendio di energie fisiche.
Il tempo necessario per compiere la gita è di circa due-tre ore. La visita separata alle due fortezze non richiede che poche decine di minuti per ognuna.



Il Forte di Fuentes

Agli inizi del XVII secolo Valtellina e Valchiavenna erano saldamente in mano alle Tre Leghe, i Grigioni, alleate con la Repubblica di Venezia e la Francia. Il territorio era divenuto nei secoli un punto di vitale importanza per queste e per altre potenze come lo Stato di Milano, asservito alla Spagna, e l'Impero Asburgico. Ognuno ambiva possedere il controllo degli strategici valichi delle Alpi Retiche, facili e dirette vie da e per il Nord Europa. Le ragioni della Serenissima erano più che altro legate ad esigenze commerciali. Per la Spagna, invece, il possesso dei transiti avrebbe facilitato l'invio di truppe nelle Fiandre, mentre per gli Asburgo, suoi alleati, Valtellina e Valchiavenna erano comodi corridoi dal Tirolo alla Pianura Padana. Consci dell'importanza dei loro possedimenti i Grigioni godevano di quest'importante rendita di posizione, "corteggiati" da tutte le grandi potenze europee di quel tempo. Ma le Tre Leghe non nascondevano neppure velleità espansionistiche verso Sud. Già si erano spinte nei territori delle Tre Pievi (Gravedona, Dongo, Sorico) ed era evidente che Como fosse la loro preda più ambita.

In questo turbolento quadro storico s'inserisce la figura di Pedro Enriquez de Acevedo conte de Fuentes, valorosissimo condottiero spagnolo, nominato governatore dello Stato di Milano nel 1600.

Abilissimo stratega e raffinato diplomatico, il Fuentes non perse tempo e, una volta insediato, tentò subito di stringere una qualche forma di alleanza coi Grigioni. Visti vani i suoi sforzi, e temendo la minaccia che poteva venire al territorio di Milano dal Nord, il governatore diede il via alla costruzione di una grande fortezza nei Piano di Colico, all'ingresso di Valtellina e Valchiavenna. L'impresa era vista con favore anche dal Papa che considerava l'opera una difesa contro il possibile dilagare del protestantesimo nonché una testa di ponte per tentare di riportare il cattolicesimo nelle terre occupate dalle Tre Leghe.

Il complesso fu realizzato a tempo di record dall'ingegnere militare Gabrio Brusca, coadiuvato dal capitano d'artiglieria Christobal Lechuya. Molto opportunamente si decise di costruire sull'ultima e più settentrionale delle tre emergenze rocciose, i "Montecchi", che delimitano a meridione il Piano di Spagna. In tal modo si toglieva al nemico la possibilità di usare un'altra di queste sommità, per edificare un analogo fortilizio.

Invano i Grigioni tentarono di scoraggiare e di impedire la realizzazione del fortilizio, che divenne operativo nel 1605, con la conclusione dei lavori da parte dell'ingegnere militare Giuseppe Piotto, subentrato al Brusca, morto quello stesso anno.

La fortezza fu, con buona probabilità, la maggior opera difensiva mai realizzata fra queste vallate. La sua importanza strategica fu notevole e sicuramente fu un buon deterrente contro le velleità espansionistiche retiche. In caso d'invasione un simile bastione non poteva essere ignorato: doveva essere preso. Ma la perdita di tempo necessaria alla sua conquista, avrebbe permesso agli avversari di reagire con maggior ordine e decisione.

Per molti anni il Forte de Fuentes restò a vigilare le "porte delle Alpi", come una sorta di Fortezza Bastiani nel Deserto dei Tartari. Nessuno osò mai attaccarlo, mentre esso fu impiegato più volte come base d'appoggio per operazioni militari in Valtellina e Valchiavenna.
Solo un secolo dopo la sua costruzione, nel 1706, le mura del forte conobbero lo stato d'assedio e alla fine la guarnigione fu costretta alla resa. Trent'anni più tardi il fortilizio fu nuovamente conquistato, e solo nel 1746, la guarnigione, rinforzata da trecento austriaci, potè resistere agli spagnoli, passati da assediati ad assedianti.
Nel 1782 l'imperatore Giuseppe II d'Asburgo poneva fine alla vita del Forte de Fuentes che, messo all'asta, fu adibito ad usi colonici e infine fu distrutto per ordine di Napoleone Bonaparte.

  • Mappa delle fortificazioni.
  • Da Erbirola: il "Montecchio" su cui si trova il Forte di Fuentes.
  • Interno del Forte di Fuentes: la piazza d'armi
  • Dal Montecchio Nord: sguardo sulle case di Erbirola e sul "Montecchio" del Forte di Fuentes.