Escursioni - Il Sentiero del Fiume in Val d'Era

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Il Sentiero del Fiume in Val d'Era»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-21
  • Periodo consigliato: da maggio ad ottobre
  • Punto di partenza: Sonvico, frazione di Mandello del Lario.
  • Tempo di percorrenza: 4 ore per l'intero percorso.
  • Dislivello: 510 m.
  • Difficoltà: EE (Escursionistica per Esperti). Tratti attrezzati con catene.
  • Bibliografia: Scaccabarozzi G. "100 idee per respirare". 2° Ediz. Bellavite. Missaglia. 2005.
  • Cartografia: CNS 1:50.000 «Menaggio»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 105 «Lecco-Val Brembana».
  • Informazioni locali: CAI Sezione di Mandello del Lario
 


 
mappa di Il Sentiero del Fiume in Val d'Era

Il sentiero del fiume

Alle spalle di Mandello del Lario sbocca l'importante Val Meria e sui versanti opposti della sua soglia, sorgono due paesi, Rongio sul lato meridionale e Somana su quello settentrionale. Raggiungere uno o l'altro dei due centri è sempre un'impresa per chiunque non sia avvezzo ai luoghi. L'amministrazione locale sembra, infatti, che si sia scordata dei due borghi e una volta entrati in Mandello la ricerca della strada giusta è sempre una noiosa perdita di tempo. Il suggerimento che vi diamo è di chiedere ai passanti perché spiegare l'itinerario migliore richiederebbe parecchie righe di descrizione. Questa volta si deve raggiungere Somana e da qui proseguire, brevemente, al sovrastante nucleo di Sonvico. La carrozzabile termina con un ricciolo presso un piccolo parcheggio antistante una cappelletta; poco prima sulla destra si diparte una stradina in leggera discesa che s'avvia verso l'ingresso della Val Meria. Seguendo i cartelli con l'indicazione "Sentiero del Fiume" ci si avvia lungo la stradina che, lasciate le ultime abitazioni diventa sterrata e prosegue, sempre pianeggiante, lungo la sponda destra orografica della valle.
Lasciato il borgo si entra quasi subito in un ambiente solitario e particolare, caratterizzato da un fitto bosco dove si ammirano numerosi esemplari di Taxus baccata. Man mano ci si addentra nella valle le pareti rocciose acquistano slancio ed altezza mentre il tracciato si restringe sempre più diventando, infine, un largo sentiero.

Il lungo tratto pianeggiante ci porta al punto in cui la valle si biforca e a sinistra inizia la forra della Val d'Era che dovremo risalire.
Il sentiero è sempre ben segnalato e solo raramente occorre fare un po' di attenzione a dove passare. I passaggi più impegnativi sono sempre resi sicuri dalla presenza di catene corrimano, tuttavia, specie se le rocce sono bagnate, è richiesta cautela. In molti tratti il sentiero corre a mezza costa, sospeso sulla forra e anche in questi settori è richiesta attenzione e prudenza. Lo stesso dicasi per l'attraversamento dei numerosi guadi, ove bisogna fare ben attenzione a non mettere i piedi sulle rocce ricoperte da una verde patina di alghe che è assai scivolosa.

Superate anche alcune ripide salite e con un'ultima emozionante traversata sospesa, il sentiero giunge presso la stupenda Cascata d'Era che, tripartita, scende spumeggiando lungo un'altissima placconata calcarea. A questo punto inizia la ripidissima salita che con numerosi tornanti e qualche tratto attrezzato con catene corrimano porta sul ciglio superiore della forra, ad incrociare il sentiero normale che da Sonvico porta all'Alpe Era. A questo punto vi consigliamo vivamente di perdere qualche minuto per dirigere verso destra, raggiungendo in breve la verdeggiante conca dell'Alpe d'Era con le sue caratteristiche dimore e la piccola chiesetta: è un luogo veramente idilliaco.

Tornati sui nostri passi oltrepassiamo il punto in cui siamo giunti e proseguiamo la discesa lungo un comodissimo quanto ardito sentiero che taglia la parte alta della forra che abbiamo appena percorso. Con scorci mozzafiato sul sottostante torrente, presso il quale corre il sentiero di salita, scendiamo fino ad immetterci nella mulattiera che da Sonvico sale verso la Bocchetta di Calivazzo, porta di comunicazione verso Esino. La discesa prosegue con tratti spesso gradinati fino al notevole edificio della Chiesa di Santa Maria e da qui termina a Sonvico. Una volta fra le case, una breve deviazione a destra riporta al parcheggio.

Breve introduzione

È noto che uno dei più illustri visitatori dei luoghi che vedrete nella gita descritta sia stato Leonardo Da Vinci, attratto dagli impressionanti fenomeni geologici delle rocce carsiche, dalle acque e in generale dall'imponente bellezza del paesaggio. Tuttavia, dopo aver percorso il Sentiero del Fiume, probabilmente vi verrà il sospetto che anche il sommo Dante sia giunto da queste parti trovandoci ambientazioni fra le più adatte per il suo Inferno.

Ovviamente stiamo fantasticando, ma di sicuro il viaggio che vi proponiamo vi metterà a contatto con uno degli ambienti più selvaggi ed impressionanti delle prealpi lombarde, un vero paesaggio... dantesco. La profondissima gola della Val d'Era, laterale destra della Val Meria è, infatti, un vero gioiello naturalistico ed ambientale oltre che un severo banco di prova per gli escursionisti.

La forra è percorsa da un sentiero che, passando da una sponda all'altra, la percorre interamente in un susseguirsi di scorci mozzafiato, con passaggi arditi, guadi, tratti molto esposti ed impervi alternati da altri riposanti e tranquilli. Elementi dominanti sono la roccia e l'acqua, che, in simbiosi, hanno creato questa spettacolare incisione nel cuore calcareo del massiccio delle Grigne. La camminata si snoda fra altissime e verticali pareti colonizzate, ove possibile dalla vegetazione; in un labirinto di blocchi calcarei precipitati sul greto dall'alto, fra meravigliosi scivoli naturali percorsi da cascate spumeggianti che si "annegano" in pozze smeraldine che d'estate rendono un bel bagno quasi obbligatorio. Ogni tanto, osservando i massi sul letto del torrente, potremo riconoscere anche pietre che non fanno parte della geologia locale. Sono massi erratici portati qui dall'antico ghiacciaio che nel quaternario ricopriva quasi tutta la Lombardia settentrionale. Ma se blocchi di serpentino, granito e gneiss, tipici delle Alpi valtellinesi, si trovano in questo recondito angolo, vuol dire che il flusso glaciale superava le creste che racchiudono la valle raggiungendo, quindi, i 1400-1500 metri di spessore.

La passeggiata può essere compiuta nei due sensi di marcia, tuttavia ci pare più logico e sicuro consigliarla in salita, anche se al termine ci aspetta un ripidissimo tratto che porta sul sentiero normale di accesso all'Alpe Era.

Data la presenza di passaggi ripidi ed esposti, ne consigliamo il percorso solo con condizioni asciutte delle rocce.

Leonardo in Val Meria

..."E i maggiori sassi scoperti che si trovano in questi paesi sono le montagnie di Mandello, vicine alle montagnie di Lecco e di Gravidona inverso Bellinzona&. ma la maggiore è quella di Mandello, la quale ha nella sua basa una buca diverso il lago, la quale va sotto duecento scalini e qui d'ogni tempo è ghiaccio e vetro". Così Leonardo da Vinci descrive nel Codice Atlantico le montagne visibili da Mandello, la Grigna meridionale e le altissime pareti del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari. Di certo il grande genio rimase impressionato da tanta imponenza e dalla selvaggia orografia di queste montagne. Con ogni probabilità, per goderne appieno la vista, percorse il primo tratto della mulattiera che si addentrava nella Val d'Era e portava al santuario di Santa Maria di Olcio che sorge sulla mulattiera che da Mandello entra in Valsassina passando per il Passo di Prada e il cui tratto finale coincide con il percorso di discesa dallo Zucco Sileggio. Ma forse la sua fervida immaginazione non giunse al punto concepire queste pareti calcaree come un possibile terreno di svago e di cimento per gli uomini del futuro. Chissà cosa direbbe Leonardo, vedendo oggi i suoi "sassi scoperti" punteggiati da decine di scalatori.
Il santuario di Santa Maria, che si raggiunge in circa un'ora di marcia da Sonvico, ha origini antichissime e fu inizialmente una chiesa delle cui architetture romaniche restano tracce nelle strutture del campaniletto risalente al XI secolo. Successivamente, trovandosi su un'importante via di transito, l'edificio fu ampliato, con la costruzione di un piccolo convento benedettino con funzioni di xenodochio per ospitare i numerosi viandanti di passaggio da e per la Valsassina. Il diritto di protezione ed asilo venne concesso ai monaci nel 1145 da papa Eugenio III e riconfermato da papa Nicolò V. L'attuale edificio della chiesa si presenta ad una sola navata e con il soffitto a capriate.

  • All'inizio del sentiero del Fiume poco dopo Sonvico.
  • Un tipico passaggio fra i grandi blocchi del greto.
  • Magnifica marmitta dei giganti lungo il percorso.
  • Guado sugli scivoli d'acqua a circa metà  percorso.
  • La tripartita cascata di Era.
  • Arrivo all'Alpe Era e alla sua chiesetta.
  • L'idilliaca Alpe Era.
  • La chiesa di Santa Maria domina l'accesso alla Val Meria.