Escursioni - Monte Melma - Alle porte della Valsassina

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Monte Melma - Alle porte della Valsassina»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Lario Orientale o Triangolo Lariano
  • Tipo: Escursione
  • Sigla: E-35
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Tempo di percorrenza: 2 ore
  • Partenza: Lecco - San Giovanni. Il rione San Giovanni si trova sulla vecchia strada Provinciale per la Valsassina
  • Dislivello: circa 600 metri
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Guide e carte: CNS 1:50.000 «Como»;Kompass 1:50.000 «Lecco-Valle Brembana»
 


 
mappa di Alle porte della Valsassina

Percorso

Da Lecco si imbocca la vecchia strada della Valsassina e salire fino al rione di San Giovanni. Qui la strada compie un curvone a sinistra in corrispondenza del quale si diparte, nella direzione opposta, un'altra larga strada (sul muraglione di fronte indicazione per Valsassina a sinistra e Casa del Clero a destra). Per avere più facilità di parcheggio conviene prendere a destra e poco dopo si trovano diverse possibilità. San Giovanni alla Castagna deve questo appellativo alla tradizione locale, secondo cui, nel punto in cui convergono i nuclei di San Giovanni e Varigione, sorgeva un imponente castagno secolare. Per qualche secolo San Giovanni fu anche chiamato Vicinanza del Consiglio perché sede del Consiglio delle comunità extramurarie alla cinta fortificata di Lecco. Dentro le mura erano il borgo murato, Pescarenico, il Porto e il Caleotto; al di fuori dalle fortificazioni tutte le altre comunità che facevano dunque capo a San Giovanni. Tale divisione venne a cadere nel 1784 quando l'imperatore Giuseppe II, fece demolire la cinta muraria.
Tornati sulla Provinciale, la si segue per circa 200 metri, finché, di fronte ad una fermata del bus posta sul lato opposto della strada, si incontra una stradina che si stacca sulla destra e con una brusca svolta a gomito, ancora verso destra, s'innalza fra stretti ed alti muri. E' la via Monte Albano o Montalbano, una mulattiera a ciottoli rotondi, che costituirà la direttrice principale nella prima parte della gita. Salendo, in breve tempo, si raggiungono le case di Cereda e si attraversa la carrareccia proveniente da Varigione è questa la cosiddetta Strada Mandria. La mulattiera prosegue sempre in salita ed incassata lambendo spazi sempre più aperti e prati che, più sopra, lasciano il posto ad alberi di castagno. Si arriva così a lambire una strada sterrata che passa sulla destra, si abbandona momentaneamente la mulattiera per mettere piede sulla carrareccia e seguirla per poche centinaia di metri. Quando la strada si allontana dalla direttrice della mulattiera, in questo tratto ad essa parallela, si devia a sinistra per riprendere l'acciottolato. Poco più avanti si attraversa la stessa strada sterrata e salendo direttamente si perviene ad una vasta radura, ombreggiata di maestosi castagni, dove sorge il Ristoro del Belvedere di Monte Albano (fin qui circa mezz'ora o poco più).
A questo punto è anche possibile arrivare in auto, percorrendo la carrareccia, che si stacca dalla provinciale della Valsassina in corrispondenza dell'ultimo tornante prima di Ballabio inferiore, salendo da Lecco (la stessa carrareccia, o Strada Mandria, con fondo meno buono, scende da Montalbano fino a Varigione). Si attraversa il piazzale del Ristoro e proprio all'inizio della sterrata per Ballabio, si sale sulla destra lungo un breve e largo tratturo, piuttosto malandato, che si dirige verso una baita.
Fatti pochi metri si prende a sinistra la mulattiera con alti gradini che, in questo tratto, corre parallela al tratturo, lambendo la baita sulla sinistra (cartellino indicatore poco visibile appena sopra il piazzale del ristoro, attenzione la scarsa numerazione è passata dal n° 4 al n° 44). Si supera la baita sopra citata e si prosegue per un tratto quasi pianeggiante, pervenendo a un bivio: facendo attenzione ai segnali, si prende a sinistra in salita, lasciando la mulattiera precedente che, invece, prosegue, pianeggiante, verso destra.
Ci si inoltra in un rado bosco e si inizia a traversare verso sinistra con pendenza moderata, fino a raggiungere il margine dell'arrotondata dorsale occidentale del Monte Melma: qui si piega a destra per rimontare il ripido pendio, seguendo il costone, sul quale, di tanto in tanto, si trovano delle segnalazioni a vernice bianco-rossa. Il sentiero è ripido e faticoso, sconsigliabile da farsi in caso di piogge recenti, in quanto da fondo in terra battuta che, in questi casi, è assai scivoloso.
Poco prima che il costone si trasformi in cresta, si incontra il sentiero n° 41 (palina segnaletica), che, da sinistra, proviene da Laorca. Si prosegue seguendo questo sentiero che sale direttamente, e molto ripido, fra spazi erbosi e boschetti fino a raggiungere le poche roccette del crinale sommitale. Seguendo la cresta si perviene quindi alla cospicua emergenza rocciosa del "Sass Quader", dominata da una croce e punto panoramico di notevole interesse. Da qui si prosegue ancora sul sentierino, ci si abbassa leggermente ad una sella e si risale raggiungendo in breve la sommità del Monte Melma ove spiccano alcune antenne.
Per la discesa si può seguire l'itinerario di salita, oppure, poco sotto il Sass Quader, si può prendere a destra il sentiero n° 43 che sale da Ballabio Inferiore. Una volta raggiunta la strada Provinciale, si scende fino al primo tornante dove si imbocca sulla sinistra la strada sterrata che riconduce al Ristoro del Belvedere di Monte Albano.
Oppure è anche possibile raggiungere il punto d'incrocio con il sentiero n° 41 proveniente da Laorca e abbassarsi verso destra lungo esso fino ad incrociare la sterrata che collega la Provinciale con il Ristoro del Belvedere di Monte Albano e, seguendola verso sinistra, tornare presso l'edificio.

Premessa

La breve Valle del Gerenzone stretta e ormai completamente occupata dalle case, costituisce la direttrice principale per chi dalla Brianza e da Lecco volesse salire in Valsassina. La Valle del Gerenzone è solcata dall'omonimo corso d'acqua, da secoli abilmente sfruttato come forza motrice per numerosissime industrie del Lecchese, legate in particolare alla lavorazione del ferro e del legname. In località Ponte della Gallina il Gerenzone riceve abbondante alimentazione da numerose sorgenti che sboccano alle spalle del borgo di Laorca. Da qui, diverse opere di regimazione e distribuzione portavano l'acqua alle diverse aziende creando i presupposti per il fiorire della Lecco industriale del secolo passato.
Dal capoluogo lariano, la vecchia strada Provinciale prende quota passando fra le diverse frazioni lecchesi che si susseguono alla volta di Ballabio. Oggi tale arteria, stretta e molto trafficata, è stata sostituita da una carrozzabile ben più moderna e rettilinea che, svolgendosi per buona parte in galleria sbuca a Ballabio correndo nella vallecola del torrente Grigna che delimita ad oriente il Monte Melma. L'antica e la nuova arteria sono dunque separate dalla cospicua mole del Melma che, tuttavia quasi scompare, schiacciata com'è dalle aspre ed alte rupi del Gruppo San Martino-Coltignone a Nord-ovest e del Resegone a Sud-est.
Eppure, per raggiungere questa vetta apparentemente insignificante, si devono percorrere circa 600 metri di dislivello, misura non indifferente. La gita che abbiamo scelto per voi questo mese, si svolge lungo la mulattiera che da Lecco porta sulla cima del Monte Melma, passando per le ultime case della città e poi per boschi fino a raggiungere il panoramicissimo crinale. Si tratta di una passeggiata per tutti, che richiede un po' di allenamento e piede sicuro solo nell'ultimo tratto, quello che inizia dal vasto piazzale alberato dove sorge il Ristoro del Belvedere di Monte Albano.
Il ristoro, purtroppo aperto solo nei mesi estivi è un ottimo punto di sosta lungo la gita e gode della fama di buon ristorante; da qui il sentiero si fa più stretto e ripido.
Nella prima parte del tragitto, la mulattiera lambisce alcuni poggi prativi con belle vedute sulle bianche pareti calcaree del Corno di Medale e del San Martino. Interessante ed inconsueta anche la veduta su Lecco, il Monte Barro e Valmadrera. Rientrati nella selva, il panorama si apre nuovamente sulla cresta di vetta, in particolare nel tratto finale, a partire dal monolite del Sass Quader. Da quassù ci si affaccia sulla Valle del Gerenzone con esposta veduta. Sulla vicina vetta si trova un piacevole spiazzo erboso ove riprendere fiato per ammirare il resto del panorama. Verso Nord-ovest ecco la Grignetta ed i Piani Resinelli. A Nord, sotto i nostri piedi si trovano la piana ed il paese di Ballabio oltre il quale si allunga la vallata pianeggiante che, giunta al Colle del Balisio, diventa Valsassina.
Sulla destra, verso Nord-est si elevano le pendici del Monte Due Mani solcare da una grande falesia rocciosa inclinata, ai cui piedi serpeggia la strada che da Ballabio porta a Morterone, il più piccolo comune italiano.
Ad Est si elevano le boscose pendici settentrionali del Resegone, separate dal Monte Due Mani dalla profonda forra della Val Boazzo, le cui acque confluiscono nel torrente Grigna, il torrente che ha scavato la valle che separa la nostra cima dal Due Mani e dal Resegone. Proprio per la sua posizione isolata, il Monte Melma rappresenta un ottimo punto panoramico raramente e a torto poco conosciuto e frequentato.

  • Il Corno del Medale visto salendo verso il Monte Albano.
  • Un altro scorcio sul Corno Medale e le bastionate del Monte Coltignone-San Martino.
  • tratto della bella mulattiera prima di giunge al Monte Albano.
  • Le prime roccette sul crinale sommitale e la croce del Sass Quader.
  • Dal Sass Quader vertiginosa vista sulla valle del Gerenzone.
  • Sguardo su Ballabio e lÂ'imbocco della Valsassina.
  • Il Monte Due Mani e la strada per Morterone.