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Sci alpinismo - Tra i boschi della Val di Campo

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Engadina-Val Poschiavo
  • Tipo: Sci alpinismo
  • Sigla: S-16
  • Periodo consigliato: inverno
  • Tempo di percorrenza: 2.30 - 3 ore
  • Partenza: Sfazù 1622 m, località che si trova sulla strada carrozzabile del Passo del Bernina a 23 chilometri da Tirano, centro valtellinese raggiungibile tramite la SS 36 dello Spluga e la SS 38 dello Stelvio
  • Esposizione: N, poi E
  • Dislivello: 900 m
  • Difficoltà: MSA (Medio sciatore alpinista)
  • Bibliografia: Miotti G. e Selvetti C.: "282 itinerari di scialpinismo fra alto Lario ed Engadina" - Guide dalle Guide 1998
  • Guide e carte: Carta Nazionale della Svizzera 1:25.000 n. 1278 "La Rösa"; Carta Nazionale della Svizzera 1:50.000 n. 269 "Passo del Bernina"
  • Informazioni locali: Ufficio Turistico di Poschiavo; bollettino valanghe della Svizzera
 


 
mappa di Tra i boschi della Val di Campo
  1. Percorso
 

Percorso

Da Sfazù 1622 m si segue la strada innevata per la Val di Campo. Oltre un paio di tornanti ci si affaccia sugli ampi spazi di Salva 1741 m, dai quali il Motal meta dell'escursione è visibile verso sud-est quale rilievo regolare emergente dalla linea degli alberi. Rientrati nel bosco si imbocca una diramazione sulla destra che, in leggera discesa, porta oltre il torrente alle baite di Terzana 1820 m circa.
Verso sinistra (est), procedendo un centinaio di metri in campo aperto, si giunge all'imbocco di una valletta poco marcata che, in un bosco di rade conifere, permette di guadagnare rapidamente quota in direzione sud. Ormai presso il limite superiore dei pini cembri si lasciano sulla destra i pianori del Munt da San Franzesch puntando alla dorsale arrotondata che costituisce la sezione inferiore della cresta est del Motal. Questo esiguo spartiacque, rimontato con stretti dietro-front, costituisce la via più sicura per raggiungere la cima del Motal 2517 m. Con condizioni stabili si può invece percorrere la breve conca situata a sinistra della cresta, affrontando in ultimo un più ripido pendio (attenzione!).

  1. Approfondimento
 

La Val di Campo

La Val di Campo, oltre a offrire un famoso, valido repertorio di mete sci alpinistiche primaverili quali il Piz Ursera, il Corn da Camp, il Piz Paradisin e la Cima di Val Nera, permette alcune escursioni tipicamente invernali che si svolgono per gran parte nei suoi bei boschi riparati dal vento. Il Motal è una meta breve e abbastanza sicura, la cui esposizione ai quadranti settentrionali consente di trovare spesso neve farinosa e anche di godere di un bel sole una volta giunti in cima.
Interessante e vario il panorama sia sulle severe vette rocciose che coronano la Val di Campo, che su quelle glaciali del Gruppo del Bernina quali il Piz Varuna, lo Zupò, il Piz Palü e il Cambrena, nonché sul fondovalle poschiavino ricco di insediamenti e dominato all'orizzonte dalla bianca piramide del Pizzo Scalino.

Variante alla Motta Rossa

Una meta alternativa al Motal, leggermente più breve, consiste nel raggiungere il modesto dosso arrotondato denominato Motta Rossa 2430 m, individuabile sulla sinistra (sud-est) una volta raggiunto il limite superiore degli alberi ad alto fusto.

La torbiera del Munt da San Franzesch

Il balcone naturale del Munt da San Franzesch, sfiorato durante la salita al Motal, racchiude al suo interno una piccola torbiera denominata Plan da San Franzesch, iscritta nella lista delle zone palustri di particolare bellezza e di importanza nazionale della Svizzera dal 1996.
Torbiere e zone umide in generale, nonostante vengano debitamente tenute a distanza dagli escursionisti per l'alta probabilità di un pediluvio se non di pericoli maggiori, rappresentano habitat di pregio tutelati in tutto il mondo al fine del mantenimento della biodiversità.
Le torbiere delle alte quote si formarono dopo l'ultima glaciazione, quando piccoli laghi vennero progressivamente occupati da detriti di origine vegetale e animale. L'acidità dei suoli, combinata con la carenza di ossigeno e con le basse temperature, hanno rallentato i processi di decomposizione dei tessuti organici e favorito la formazione della torba, che in passato veniva addirittura utilizzata dall'uomo quale combustibile.
La peculiarità di queste aree è che esse possono ospitare importanti forme vegetali quali consistenti tappeti di sfagni, il Mirtillo di palude, l'Andromeda polifonia, l'Equiseto nonché la Drosera rotundifolia e la Pinguicola, due piccole piante carnivore. Vi dimorano anche piccoli animali: numerosi insetti tra i quali varie specie di libellule, anfibi quali rane, salamandre e tritoni alpini; talvolta rare bisce d'acqua a rappresentare i rettili.
D'inverno le pianeggianti torbiere sono sepolte da un consistente strato di ghiaccio e neve sotto il quale la vita, seppur letargica, continua. La loro superficie è divenuta senz'altro più sicura da attraversare, ma gli sciatori continuano a evitarla accuratamente (e a ragione) per non trovarsi a dover "racchettare" in piano. Le eccezioni tuttavia ci sono: qualora una torbiera sia accessibile alle auto, come nel caso di quella del Pian Gembro all'Aprica, ecco che diventa il terreno ideale per la pratica dello sci da fondo!

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