Passeggiate - A piedi e in auto nella Val Bregaglia svizzera inferiore

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «A piedi e in auto nella Val Bregaglia svizzera inferiore»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Engadina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A33
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre
  • Punto di partenza: fondovalle della Val Bregaglia, all'altezza dei paesi di Bondo e Promontogno
  • Tempo di percorrenza: variabile a seconda della Vostra curiosità
  • Dislivello: si tratta di una gita che prevede in buona parte spostamenti in auto e brevi passeggiate con poco dislivello e di breve durata
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia:Merisio L. "Engadina - escursioni-arte e cultura" - Lyasis Edizioni, Sondrio  2005; Giorgetta G. - Lisignoli G. "Dalla Maira alla Mera" - Lyasis Edizioni, Sondrio 1998;
  • Cartografia: Carta Nazionale della Svizzera 1:25.000 n. 1276 «Val Bregaglia» e n. 1296 «Sciora»; Carta Nazionale della Svizzera 1:50.000 n. 268 «Julierpass» e n. 278 «Monte Disgrazia»
  • Informazioni locali:Ufficio turistico della Bregaglia
 


 
mappa di A piedi e in auto nella Val Bregaglia svizzera inferiore

Percorso

Da Chiavenna la Val Bregaglia s'allunga con un solco piuttosto regolare, da Sud-ovest verso Nord-est , raggiungendo il muro di rupi e boschi che porta al Passo del Maloja, porta dell'Engadina.

L'ambiente naturale è quanto mai vario ed è reso ancor più interessante dalle numerose testimonianze storico-architettoniche che s'incontrano lungo il tragitto. I due versanti della valle sono completamente diversi fra loro, ombroso e sormontato da selvagge creste dentellate quello sinistro idrografico, solare e accogliente il destro. Su questo lato si va dai vigneti che segnano l'imbocco della valle ai castagneti della zona di Villa, Castasegna e Promontogno, per finire ai boschi di abeti e agli alpeggi che scandiscono il versante fin quasi al Maloja.

Lungo la "valle Pregallia" passava un'antica via di comunicazione che collegava la Pianura Padana ed il Lario con l'Engadina e, attraverso il Settimer Pass o Passo del Settimo, con le valli del Reno e Coira. Non stupisce, quindi, la presenza d'importanti paesi che, apparentemente modesti e piccini, sono ricchi di storia e di tradizioni. Punto importante e strategico lungo il percorso era la chiusa naturale che sbarra la valle alle spalle di Promontogno. Abbiamo già descritto alcune delle bellezze della Val Bregaglia italiana.
Ora vogliamo proseguire il viaggio, valicando il confine in un ideale viaggio che ci porterà fino alle porte dell'Engadina.

Castasegna: il villaggio della castagna

Il confine italo elvetico si trova nel villaggio di Castasegna il cui nome indica il tipo di ambiente che lo circonda. I due versanti della valle sono ricoperti da selve di castani interrotte qua e là da pareti rocciose. Una volta superata la dogana vale la pena di fermarsi un attimo, magari facendo qualche piccola spesa di generi extradoganali. È la scusa per dare un'occhiata fra le viuzze del borgo in cui si trovano interessanti lavatoi e antiche dimore. Prima di riprendere il viaggio visitiamo anche la chiesa evangelica, risalente al XVII secolo, la cui torre campanaria fu costruita da Pietro Bolla nel 1675 e l'orologio nel 1678 da Elias Bart. La chiesa di St. Giovanni Battista è la più antica del paese: è nominata per la prima volta nelle cronache del 1409 e si trova nella frazione di Boscaia.

Per prima cosa saliamo a Soglio

Per prima cosa saliamo a Soglio abbandonando l'ombroso e stretto fondovalle. Un paio di chilometri dopo il confine lasciamo la nuova strada che attraversa il Mera poco prima di Bondo e proseguiamo dritti, lungo la vecchia carrozzabile. Prestando attenzione, dopo poche centinaia di metri, si trova il bivio a gomito che verso sinistra sale verso il paese di Soglio. Evitata la diramazione a sinistra che porta all'ospedale di valle, proseguiamo guadagnando quota verso il sole.

Dopo un chilometro circa si raggiunge un vasto promontorio dove fra prati e castagneti sorgono diversi edifici rustici, per la maggior parte essicatoi per le castagne e stalle. Siamo nella zona di Selva, area da secoli destinata alla coltivazione del castagno e punto di partenza per le transumanze estive di molte famiglie di Soglio.

Ripresa l'auto continuiamo attraverso i castagneti lungo la pendice del monte che diventa più ripida; dopo alcuni tornanti eccoci finalmente sull'ampio terrazzo di Soglio, uno dei più bei villaggi delle Alpi. Il villaggio ha origini antichissime e probabilmente preistoriche. Nelle zona sono state trovati alcuni reperti risalenti all'età del ferro e alcuni massi coppellati si trovano poco sopra il paese.

La favorevole esposizione a mezzogiorno e la posizione dominante sono le principali caratteristiche che fecero le fortune degli abitanti di Soglio che, fra il '500 e l'800 colonizzarono tutti i monti circostanti per spingersi anche verso l'Engadina e il territorio di Bivio. Importanti famiglie, fra cui quella dei Salis, concessionaria delle dogane grigionesi, avevano qui la loro residenza. Lasciata l'auto all'ingresso del borgo possiamo inoltrarci fra le case, nel silenzio ovattato del luogo. Il tessuto urbano del paese rispecchia quello di molti paesi alpini. Vi si riconoscono una zona "centrale" con le dimore ed i palazzi signorili, la piazza principale e la chiesa, e la periferia ove si trovano le stalle ed i fienili.

L'edificio più importante è il Palazzo Salis o Casa Battista, risalente al 1524. Oggi trasformato in accogliente albergo, l'edificio è l'ideale luogo ove trascorrere un periodo di relax nel silenzio e nella natura. Particolarmente pittoresco è il suo giardino che costituì un esempio per molti altri spazi verdi di palazzi patrizi dei Grigioni.
Il magnifico borgo, e forse ancor più l'ambiente naturale in cui si trova, hanno attratto da sempre personaggi famosi ed amanti del bello. Qui trascorreva le sue vacanze Rainer Maria Rilke, qui veniva ad ispirarsi e a dipingere Giovanni Segantini.

Una volta raggiunta la piazza principale, consigliamo di volgere dapprima a sinistra uscendo verso la periferia occidentale del villaggio. Si attraversano magnifici prati ben curati lambendo le caratteristiche costruzioni rurali del luogo mentre Soglio appare contro lo sfondo scuro del versante opposto della Bregaglia, coronato dalle vette della Bondasca. Tornati sui nostri passi attraversiamo le case per portarci ad oriente seguendo una strada sterrata che esce sul magnifico terrazzo panoramico affacciato sulla Bregaglia. Il panorama è costantemente dominato dalle grandi architetture granitiche del Pizzo Badile, del Pizzo Cengalo e delle Sciore che attirano irresistibilmente lo sguardo in direzione Sud-est. È un colpo d'occhio fra i più grandiosi delle Alpi (vedi itinerario "Al cospetto delle grandi pareti").

Tornando verso valle possiamo staccarci brevemente dalla carrozzabile per imboccare, a destra, una sterrata che in breve porta alla cascata di Soglio, un impressionante salto d'acqua che precipita da una parete strapiombante.

Bondo-Promontogno

Tornati sul fondovalle non ci resta che dirigerci a Bondo, minuscolo paese che sorge un po' a valle, ma quasi contiguo a Promontogno.

Il borgo è considerato una delle piccole capitali dell'alpinismo perché da qui parte la strada che entra in Val Bondasca, il regno del granito per eccellenza. Non aspettateVi però di trovare l'ambiente che caratterizza Cortina, Zermatt, Courmayeur o Chamonix. Niente negozi, niente "vita" né luci: qui siamo ancora in un vero paese alpino. Le stradine silenziose, la piccola piazzetta caratterizzata da una bella fontana, il prospiciente negozio-bar di Dino Salis dove si può bere qualcosa e pagare il pedaggio della strada di Val Bondasca.
Il «Dino», così lo conoscevano tutti gli alpinisti, se n'è andato per sempre pochi anni or sono, ma per tutti resta il nume tutelare di questi luoghi, fors'anche perché per decenni è stato il coordinatore del soccorso alpino locale e un prezioso consigliere per alpinisti di mezzo mondo che avevano intenzione di cimentarsi sulle grandi pareti della Val Bondasca.

Ora Dino riposa nel grazioso e minuscolo cimitero annesso alla piccola ed armoniosa chiesa di S. Martino, risalente al 1250, al cui interno sono conservati preziosi affreschi del XV secolo. Nel cimitero si trova anche la tomba del pittore Varlin. In paese c'è poi un altro palazzo della potente famiglia Salis, ma purtroppo non è visitabile.

Se dalla piazzetta di Bondo prendiamo la strada che in leggera salita si diparte verso destra (guardando dalla fontana), raggiungeremo presto il vecchio ponte gettato sul torrente della Val Bondasca. Lungo la strada si sfila davanti ad una serie di crotti (localmente detti grotti) molto simili a quelli della vicina Valchiavenna. Uno di questi è oggi aperto al pubblico con funzione di trattoria. Oltre il ponte si prosegue entrando in Promontogno, piccolo pugno di case sovrastate dalla chiusa ove sorgono la torre di guardia di Castelmur e la chiesa della Nossa Donna.

La torre di Castel e la Nossa Donna

Da Bondo conviene tornare ad imboccare il vecchio tratto della carrozzabile di Val Bregaglia, recentemente abbandonato in favore della moderna circonvallazione che evita i nuclei di Spino e di Promontogno. Lasciamo a sinistra la salita per Soglio e superiamo le "quattro case" di Spino per poi lambire la gotica costruzione dell'Hotel Bregaglia, dominata dalla lama granitica del Pizzo Badile. Poco oltre si entra in Promontogno e, quindi, si attraversa la chiusa naturale mediante una vecchia galleria che ci porta "Ob-Porta", nella parte superiore della Bregaglia. Poco oltre la galleria, la strada compie una curva verso destra; alla successiva, s'incontra la stradicciola che, a gomito, sale a destra verso la sommità della chiusa naturale, méta di questa tappa. Lasciata l'auto si percorre la stradina che in leggera salita ci porta sul sagrato della chiesa della Nossa Donna. L'edifico sacro ha antichissime origini: nominato per la prima volta nel 988, crollò nel XVI secolo per essere poi ricostruito dal nobiluomo bregagliotto Giovanni de Castelmur fra il 1845 ed il 1850. Della costruzione originaria resta visibile solo il campanile. L'importante posizione strategica del luogo è sottolineata dalla presenza dei ruderi di antiche fortificazioni di cui restano ben visibili un tratto di mura e una torre risalenti al XII-XIII secolo. Le fortificazioni furono ordinate dal vescovo di Como, allora in conflitto con quello di Coira. Sotto i ruderi del castello si trova la Müraia, postazione fortificata romana.

Il nostro itinerario si chiude per ora qui: alle porte della Bregaglia "superiore" cui dedicheremo le nostre attenzioni in un'altra circostanza.

  • La torre di Castelmuro vista dalla strada che sale al Maloja
  • Il Badile e il Cengalo da Promontogno
  • Da Soglio veduta sulle vette di  Val Bondasca
  • Nei dintorni di Soglio
  • Il paese di Soglio e le vette della Bondasca
  • Ancora una veduta durante l'escursione attorno a Soglio