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Passeggiate - La Torre di Castionetto

 
  1. Scheda
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: Strada carrozzabile Ponte in Valtellina-Teglio
  • Tempo di percorrenza: 1-2 ore.
  • Dislivello: poche decine di metri
  • Difficoltà: T (Turistica)
  • Bibliografia: Gianasso M. e AA.VV.: "Guida turistica della Provincia di Sondrio", seconda edizione; Ed. Banca Popolare di Sondrio" - Sondrio 2000.
  • Bascapè G. e Perogalli C.: "Torri e Castelli di Valtellina e Valchiavenna"; Ediz. Piccolo Credito Valtellinese, Sondrio 1966.Bormetti Francesca e Sassella Maria: "Chiese Torri Castelli Palazzi - I 62 monumenti della legge Valtellina"; Provincia di Sondrio, Sondrio 2000.
  • Cartografia: CNS 1:50.000 «Brusio»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 93 «Bernina-Sondrio».
 


 
mappa di La Torre di Castionetto
  1. Percorso
 

Percorso

La passeggiata prende le mosse dalla carrozzabile che collega Ponte in Valtellina con Castionetto di Chiuro e poi Teglio. La strada può essere raggiunta da Sondrio imboccando la strada carrozzabile o "Strada panoramica" che, partendo nel settore orientale della città, porta verso Colda e Montagna per poi percorrere il terrazzo di escavazione glaciale che si prolunga verso Est fino a Teglio. Dopo Tresivio la strada giunge presso la piccola chiesa di S. Gregorio, alle porte di Ponte in Valtellina, dove si biforca. Deviamo a sinistra (indicaz. Teglio) e poi, al bivio successivo, di nuovo a sinistra in direzione della Val Fontana. Poco oltre ad un altro bivio si piega a destra seguendo la carrozzabile che passa a monte di Ponte per poi attraversare la stretta gola della Val Fontana su un alto viadotto. Poco dopo, prima di un sottopassaggio, si abbandona la via principale per deviare a destra giungendo in breve ad un bivio: verso destra scende un stradina detta Via Fancoli, a sinistra sale Via Martori. Lasciata l'auto poco dopo l'imbocco di Via Fancoli si risale Via Martori passando sopra la carrozzabile Ponte Valtellina-Cationetto-Teglio e, con una curva a destra, si arriva ad un gruppo di case alla periferia occidentale di Castionetto. Fatti pochi metri fra le abitazioni, poco dopo una vecchia dimora ristrutturata sul cui lato destro una parete è occupata da una vite di uva bianca, si imbocca sulla sinistra una evidente e larga mulattiera acciottolata. Con una curva a gomito la stradina lambisce il muro posteriore della casa e poi entra nel bosco deviando a destra. Si risale facilmente questo primo tratto immerso in un bel castagneto, guadagnando quota fino ad una presa dell'acquedotto locale. Qui il tracciato si restringe e prosegue un sentierino che taglia nell'aperto bosco salendo diretto, con poche curve, fino ad un piccolo avvallamento. Tagliando a sinistra si traversa l'avvallamento rimontandone la sponda opposta su terreno ripido; il sottobosco inesistente e il terreno morbido permettono, tuttavia, di tagliare la linea della massima pendenza compiendo piccoli tornanti che possono spezzare la ripidezza del cammino. In tal modo, con piacevole passeggiata, si arriva sotto il dosso dove sorge la Torre di Castionetto che si aggira sulla destra per arrivare sulla strada asfaltata che qui giunge dal paese per poi proseguire alla volta di Dalico. Un'ultima deviazione ad U consente di affrontare la breve salita che porta ai piedi della torre sul cui lato meridionale è stato ricavato un panoramico punto di sosta, con panchine, affacciato sulla Valtellina. Sull'altra sponda della Val Fontana, quasi in simbolica antitesi, dal fitto bosco emerge la svelta sagoma del piccolo campanile della chiesetta di San Rocco (XIV-XV secolo) che si raggiunge da Ponte in Valtellina percorrendo la carrozzabile della Val Fontana.

  1. Approfondimento
 

Presentazione

Prima che i Grigioni, dopo la guerra del 1487 distruggessero buona parte delle opere castellane presenti sul territorio, Valtellina e Val Chiavenna erano dotate di una fitta rete di fortificazioni e torri di guardia, per lo più risalenti al Medio Evo. Tutte le più importanti vallate, specialmente quelle in cui si snodavano strategiche vie di comunicazione transalpine, erano dotate di opere difensive che ne controllavano l'ingresso.
Fra le poche fortificazioni sopravvissute alle distruzioni, all'incuria e al passare del tempo, la Torre di Castionetto è una delle più celebri opere militari medioevali della media Valtellina.
Sebbene privo della parte sommitale e della merlatura, l'imponente manufatto tramanda ancora un notevole senso di potenza e solidità, soprattutto ora che è stato restaurato.
Come in altre occasioni, la gita che proponiamo può essere condotta avvalendosi dell'auto e, quindi, con un minimo dispendio di energie; oppure è possibile lasciare le quattro ruote per compiere un piacevolissimo percorso ad anello fra boschi di castagni, vigneti e antiche contrade.

La Torre di Castionetto o del Cavalier Stefano Quadrio

Con queste due denominazioni alcuni cartelli turistici indicano ai curiosi la direzione per l'antico manufatto. Tuttavia chi avesse un po' di spirito d'osservazione non potrebbe trattenere un sorriso di fronte all'evidente disorganizzazione con cui si promuovono le attrattive locali. Un cartello reca la scritta "Torre del Cavalier Stefano Quadrio XIV-XV secolo", l'altro recita "Torre di Castionetto XII-XIII secolo", una differenza non da poco su cui ci si potrebbe accordare, se non altro per non confondere il turista che, non sapendolo, potrebbe andare in cerca di due edifici anziché di uno solo come è in realtà.
Alcune caratteristiche costruttive hanno portato degli studiosi a collocare l'edificazione della torre attorno al XIV secolo, mentre invece appare accertata con maggiore sicurezza l'appartenenza dell'edificio al nobiluomo Stefano Quadrio, fedele dei Visconti, e vincitore della battaglia di Delebio nel corso della quale, fra il 18 e il 19 novembre 1432, le truppe viscontee ebbero ragione dell'esercito della Repubblica di Venezia che aveva occupata buona parte della Valtellina.

La torre sorge in posizione importante, sulla soglia del versante sinistro idrografico della Val Fontana, lunga vallata la cui testata fa da spartiacque con la Val Poschiavo in territorio elvetico. Probabilmente la funzione dell'edificio era principalmente quella di punto d'osservazione e di segnalazione: uno sguardo al panorama che si gode dal promontorio dove sorge la torre permette di rilevare che da lassù si era in vista di almeno altre tre fortificazioni: Tresivio, sul versante retico valtellinese; Albosaggia e Castello dell'Acqua su quello orobico. La piccola fortezza fu però pensata anche a scopi difensivi perché, proprio attraverso la Val Fontana, potevano giungere tentativi d'invasione da parte dei vicini Grigioni.
Per quanto opera castellana secondaria, la Torre di Castionetto è nel suo genere una delle più massicce di tutta la Valtellina con la sua semplice pianta quadrangolare di 11 metri per lato e i massicci muri che hanno uno spessore di ben due metri e mezzo alla base. Purtroppo non sappiamo, invece, quale esattamente fosse la sua altezza.
La facciata più importante è quella rivolta a Sud che presenta tre aperture: a piano terreno è il moderno ingresso, ricavato durante le opere di restauro da una preesistente sbrecciatura aperta in epoche recenti. La porta di accesso originaria è invece situata all'altezza del primo piano, spostata un poco sulla destra, mentre al piano superiore s'apre una finestra in posizione centrale.
La posizione dell'antico ingresso non deve stupirci perché, per ovvie ragioni e come in tutte le altre torri, l'accesso avveniva tramite una scala di legno o un camminamento retraibile. Alcuni particolari costruttivi e le due fessure sovrastanti l'apertura, fanno pensare che in questo caso la scala di legno potesse essere stata sostituita da un piccolo ponte levatoio. La porticina si presenta particolarmente curata nei perfetti conci di pietra di cui mancavano un tempo solo quelli di sinistra, ora recuperati durante il recente restauro. Appena entrati, un passaggio a volta nella muratura permette di scendere a sinistra, al piano sottostante.
Altrettanto bella e curata è la finestra del piano superiore, anch'essa arcuata e bene inquadrata da conci in pietra lavorati a regola d'arte. Piano terreno e primo piano, entrambi di un unico vano, sono ricoperti da magnifiche volte a botte.
Senza finestre si presentano i lati orientale e settentrionale, mentre quello occidentale, affacciato sulla media Valtellina, reca un'altra finestra.
La massiccia costruzione quadrangolare della torre offre un'impressione di forza e compattezza notevoli, impressione ancor più accentuata dai grossi conci angolari che sono stati lavorati ottenendo delle sporgenze, tondeggianti sul lato corto del masso, che si alternano conferendo un senso di maggiore unitarietà al manufatto.

Proseguendo la gita

Lasciata la Torre di Castionetto, seguiamo la strada asfaltata che, passando per la contrada di Cà Maffina, scende alla volta del paese. Una volta entrati nel borgo principale si prosegue la discesa passando davanti ad un'antica dimora i cui intonaci ricordano antichi splendori e che fu, per lungo tempo, la scuola del paese. Proseguendo il cammino lungo Via Menatti si giunge in breve a collegarsi con la strada che da Castionetto va verso Teglio. Voltando a destra si percorre la carrozzabile per un centinaio di metri, fino ad uno slargo sulla destra dove si devia in quella direzione entrando in Via Grande. La via percorre tutto il centro storico dell'abitato, stretta fra antiche abitazioni che conservano interessanti aspetti della tipica architettura rurale valtellinese. Dopo un lungo tratto si esce dal paese e, con percorso pianeggiante e un'ultima discesina, si torna all'auto.

A questo punto, prima di suggerirVi il consueto punto di ristoro vogliamo anche invitarVi a proseguire la discesa lungo la Via Fancoli per raggiungere la vicina ed omonima contrada. La strada s'insinua stretta fra le case sfilando davanti ad un lungo e antico edificio rurale veramente bello e interessante. Si tratta di una costruzione multi uso che serviva da abitazione, ma anche da fienile e stalla e che, nell'armonia della sua architettura e nella proporzione delle strutture, è un piccolo gioiello.

Si torni ora a Castionetto: sulla strada principale si trovano un paio di ristoranti ove si possono gustare tutte le specialità della valle, innaffiate da ottimi vini locali.

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