Passeggiate - Val di Mello, gioiello delle Alpi

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «Val di Mello, gioiello delle Alpi»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Passeggiata
  • Sigla: A20
  • Periodo consigliato: primavera
  • Punto di partenza: S. Martino Val Masino, 923 m; l'abitato si raggiunge in 13,6 km, tramite la SS 404 della Val Masino che si stacca dalla SS 38 dello Stelvio all'altezza del paese di Ardenno (114 km da Milano).
  • Tempo di percorrenza: 1-1,30 ore da San Martino a Rasica; 2-2,30 ore fino all'Alpe Pioda
  • Dislivello:220 m da San Martino a Rasica; 600 m circa fino all'Alpe Pioda
  • Difficoltà:T (Turistica);E (escursionistica) da Rasica all'Alpe Pioda
  • Bibliografia:Vannuccini M. "Val Masino, le più belle escursioni"; Lyasis Edizioni, Sondrio 2007
  • Cartografia:CNS 1:50.000 «Monte Disgrazia»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»
  • Informazioni locali:Centro Polifunzionale della MontagnaVia Moss, 1 - 23010 - Filorera, Valmasino - (SO) - Italy tel / fax +39 0342 640004 info@centrodellamontagna.it
 


 
mappa di Val Mello, gioiello delle Alpi

Percorso

La gita proposta di seguito è una delle più belle e classiche che si possano effettuare in Valtellina. Si tratta di un percorso molto facile e quasi interamente pianeggiante che si svolge in un ambiente di rara bellezza. La fama di questa breve passeggiata è tale che vogliamo consigliare i nostri lettori di evitare di affrontarla nel periodo estivo. I momenti migliori per apprezzare la Val di Mello sono quelli delle mezze stagioni" corrispondenti ai mesi di maggio-giugno e di ottobre-novembre. In questi periodi la valle torna ad essere quella di tanti anni fa, quando ancora non era stata scoperta dal turismo di massa. Particolarmente bello è il paesaggio del tardo autunno, quando i larici ingialliscono e i faggi che si abbarbicano alle più alte cenge, si colorano di tinte fiammeggianti, contrastando col grigio chiaro delle pareti granitiche.

Dalla piazza di S. Martino, si raggiunge la chiesetta del paese per portarsi alle sue spalle (destra), all'imbocco di un viottolo caratterizzato da un grosso blocco strapiombante di granito. Sotto questo primo riparo naturale, nel 1936, furono deposti i corpi dei soci del CAI Milano periti nella grave tragedia della Punta Rasica. Poco più avanti si prende il primo vicoletto a sinistra e si sale per sentiero, raggiungendo la strada carrozzabile della Val di Mello. Al termine del tratto asfaltato il tragitto prosegue su un bell'acciottolato, che s'inoltra verso l'imbocco vero e proprio della valle, passando accanto ad un primo nucleo di baite sottostanti le Cascate del Ferro". Le magnifiche cascate solcano spumeggianti le chiare placconate di granito poste all'inizio della Val del Ferro, e scendendo in una sorta di grande toboga naturale che hanno scavato nei millenni. Volendo salire ai loro piedi basta prendere la deviazione che segue la sponda sinistra del torrente da esse originato e che traversa la strada gettandosi nel torrente Mello. La carrozzabile termina in un grande piazzale parcheggio presso la locanda del Gatto Rosso" ed un piccolo campeggio. Sulla sinistra si impone il grande pilastro granitico del Precipizio degli Asteroidi" teatro di numerose difficili imprese arrampicatorie.

Una stretta e ripidissima valle, la Val Livincina, lo separa da un'altra grandiosa struttura, forse meno compatta, che si trova alla sua sinistra: il Pappagallo. Ai piedi di queste pareti sorge il cospicuo nucleo di baite di Cà di Panscer. Dopo il Gatto Rosso inizia il sentiero che recentemente è stato sistemato e leggermente allargato per consentire il transito dei mezzi agricoli. Il percorso sale dapprima dolcemente tenendosi ad una certa distanza dal torrente di fondovalle, al quale si riavvicina solo dopo alcune centinaia di metri, in corrispondenza di alcuni secolari larici. Con fondo ora pianeggiante si continua verso oriente. Lasciata a destra l'indicazione per la Casera e la Val Qualido, si arriva nei pressi di un ponticello che, sulla destra, permette di raggiungere il suggestivo nucleo di Cà du Sciüma". Noi si procede invece diritti, fra prati e boschetti, in cui sono adagiati massi erratici di ogni forma e dimensione. Oltrepassata la limpidissima pozza nota come bidè della contessa", il sentiero sfila in un camminamento fra prati e ontani, per poi sbucare sull'ampio pianoro prativo dove sorgono le case di Cascina Piana, 1092 m. Si tratta di un magnifico nucleo rurale costituito da numerose baite in pietra e da alcuni ricoveri ricavati sotto i grandi massi caduti migliaia di anni or sono dalle sovrastanti pareti. Qui sorgono i ristori Luna Nascente e Val di Mello, punti tappa fondamentali per gli amanti della buona tavola e del riposo.

Lasciato il piccolo gruppo di baite, il sentiero prosegue con una leggera salita e poi torna a farsi pianeggiante avvicinandosi nuovamente al torrente. Qui, verso sinistra si vedrà il cartello indicatore per il Rifugio Allievi-Bonacossa e la Val di Zocca. Si continua ancora sul fondovalle facendo attenzione a non mancare la deviazione che indica il nuovo tracciato. Si deve, infatti, abbandonare la traccia pianeggiante per salire verso sinistra a raggiungere il nuovo ponte gettato sul torrente della Val di Zocca oltre il quale si scende a riprendere il vecchio percorso. Il nuovo ponte, costruito finalmente in posizione sicura, risolve il problema dell'attraversamento di quest'impetuoso corso d'acqua che in tempi di piena travolgeva sistematicamente le costruzioni fatte più a valle. Poco più avanti si giunge nella splendida piana di Rasica 1148 m, dominata verso Est dalle guglie del Cameraccio e dalle vette del Monte Pioda e del Disgrazia. In questa tranquilla e ridente posizione si trova l'ultimo punto di ristoro della Val di Mello e qui termina anche la nostra gita. Avendo ancora un po' di birra" nelle gambe consigliamo di proseguire la passeggiata sempre attenendosi al sentiero principale. Si entrerà così in una fitta abetaia, cominciando a salire con alcuni tornanti per raggiungere l'imbocco della Val Torrone, dominato in alto dall'impressionante e grandiosa cuspide della Meridiana del Torrone. Varcato su un ponte il torrente della Val Torrone, si sale in breve a lambire le Placche dell'Oasi per poi immergersi in un bosco ancor più fitto e madido d'umidità. Con alcuni ripidi tratti e qualche mezzacosta si arriva alle due costruzioni limitrofe dell'Alpe Pioda sovrastate dalle meravigliose cuspidi del Cameraccio: la Torre Gervasutti, la Torre meridionale del Cameraccio ed il Picco Darwin. Da qui si può avanzare ancora un poco, seguendo una rada traccia nel prato, che s'inoltra verso la barriera rocciosa che chiude ad anfiteatro l'accesso alla parte superiore della Val di Mello, e dalla qual precipitano alcune belle cascate. Fra prati e placche granitiche (attenzione se la roccia è bagnata) si giunge in vista di tutto l'anfiteatro, dominato in alto dalle ora incombenti, cime del Monte Pioda e del Monte Disgrazia.

Il ritorno avviene per la via di salita.

Val di Mello, mecca per gli scalatori

Modellata dal poderoso lavoro dei ghiacciai, la valle presenta il tipico profilo ad U e, dato il suo orientamento Est-Ovest, offre allo sguardo due versanti del tutto differenti.

Il lato destro idrografico è caratterizzato da immense muraglie di granito solcate da cenge alberate dove sono sopravvissuti faggi secolari. Ad intervalli regolari vi confluiscono quattro valli laterali (da Ovest: Val del Ferro, Val Qualido, Val di Zocca e Val Torrone) che in uno scenario di picchi granitici si addentrano fino allo spartiacque principale delle Alpi. Il versante opposto della valle è oscuro ed ombroso: le pareti sono meno possenti e le valli laterali (da Ovest: Valle d'Arcanzolo, Valle Mezzola, Val Temola e Val Romilla) sono più piccole e corte. Ad oriente la valle è chiusa da un vastissimo anfiteatro, dominato dalle imponenti vette del Monte Pioda 3431 m e del Monte Disgrazia 3678 m spesso brizzolate di neve.

A partire dalla metà degli anni '70, grazie alle magnifiche e innumerevoli possibilità di scalata offerte dalle sue pareti, la Val di Mello è divenuta uno dei maggiori centri internazionali di scalata su granito. La salita delle lisce placconate richiede molta abilità e una raffinatissima tecnica. Non è necessario avere muscoli d'acciaio: occorre, piuttosto, essere dotati di notevole equilibrio, saper essere delicati, sensibili e agili. Si sale fidando solo nell'aderenza delle suole di gomma delle pedule sul ruvido granito. Le mani trovano ben pochi appigli per lo più forniti dai grossi cristalli di bianco feldspato che sporgono un po' dalla liscia parete. I primi scalatori che si dedicarono all'esplorazione delle piccole e grandi strutture della valle diedero ad esse nomi affascinanti e fantasiosi. Al termine della strada carrozzabile, lo sguardo è attratto da un imponente pilastro che piomba sulla sinistra: il Precipizio degli Asteroidi" dove si trova la celebre via "Oceano Irrazionale". Le baite di Cascina Piana sono dominate dalle muraglie delle Dimore degli Dei", caratterizzate dal grandissimo arco granitico sotto cui passa la via del Risveglio di Kundalini". L'arco di Kundalini è una delle tante testimonianze del periodo sùbito posteriore alla glaciazione. Il grande ghiacciaio erose e fratturò le rocce sottostanti che restarono in posizione finché la massa glaciale poté fungere da elemento di contenimento. Col ritirarsi del ghiaccio venne a mancare il sostegno e tutta la parete franò, frammentandosi nei blocchi che circondano Cascina Piana e lasciando in vista la grandiosa arcata. Sopra le Dimore degli Dei" si trova una cupola granitica chiamata Scoglio delle Metamorfosi"; la sua parete Sud è percorsa da numerose vie fra cui probabilmente la più bella di tutte: la Via della Luna Nascente". Oltre la baite di Rasica il sentiero va a lambire le facili Placche dell'Oasi, terreno ideale per apprendere i segreti dell'arrampicata in aderenza (e per cercare i funghi nei fitti boschi che le circondano).

Prima di essere scoperta dai giovani scalatori la valle ospitava numerosi nuclei familiari provenienti dal paese di Mello, capitale della costiera dei Cèch", sul versante retico della bassa Valtellina, ed era una specie di campo base" del percorso di transumanza. Da qui le mandrie salivano nelle varie valli laterali per trascorrervi i mesi estivi. I melat" potevano, in tal modo, prolungare un po' di più la stagione utile, sfruttando i ricchi pascoli della valle sia a tarda primavera, sia nel primo autunno. Ancor oggi tale tradizione permane seppure molto meno evidente a causa della notevole diminuzione del bestiame. Molti hanno preferito dedicarsi ad altre attività; altri, recentemente, hanno saputo trarre profitto dal notevole flusso turistico. Sono sorti così tre ristori agrituristici, due a Cascina Piana ed uno a Rasica, nei quali è possibile apprezzare tutte le specialità valtellinesi in un ambiente rustico ed immerso nella dolce natura di questi luoghi. E sebbene il turismo abbia un po' stravolto l'atmosfera antica della valle, bisogna ammettere che ha anche consentito l'avvio del recupero di molte baite nel rispetto dell'originale stile architettonico, e ha evitato l'abbandono dei luoghi.

Da alcuni anni la valle è diventata Riserva Regionale ed il suo territorio è interamente protetto. Purtroppo, per una serie di inspiegabili ritardi il piano di gestione e le normative inerenti stentano ancora a decollare lasciando, speriamo ancora per poco, questo patrimonio naturale in balia degli eventi.

  • Il Precipizio degli Asteroidi.
  • Tipica dimora rurale della Val di Mello.
  • Le scogliere del Cameraccio viste da Cascina Piana.
  • La valle.
  • Dall'Alpe Pioda sguardo verso l'uscita della valle
  • L'Alpe Pioda si staglia contro le rocce della Val Torrone
  • Scalatore sulle lisce placche della valle
  • Il Monte Pioda ed il Monte Disgrazia dalla Val di Mello