Sci alpinismo - La gita sci alpinistica alla Punta Marinelli

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «La gita sci alpinistica alla Punta Marinelli»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Media Valtellina
  • Tipo: Sci alpinismo
  • Sigla: S48
  • Periodo consigliato: marzo-aprile
  • Punto di partenza:Diga di Campo Moro 1990 m; Campo Moro si raggiunge imboccando la strada carrozzabile della Valmalenco che si diparte sulla sinistra (per chi provenga da Milano) all'ingresso di Sondrio.
  • Tempo di percorrenza:3/3,5 ore per il Rifugio Marinelli; 1 ora per la punta; 2/2,5 per la discesa fino alla diga di Gera passando per il Rifugio BignamiDislivello: 820 m il primo giorno , 360 m il secondo
  • Difficoltà:BSA (Buon sciatore alpinista)
  • Bibliografia:Miotti G. e Selvetti C.: "282 itinerari di scialpinismo fra alto Lario ed Engadina" - Guide dalle Guide 1998; Canetta N. e Miotti G. "Bernina"  Collana Guida dei  Monti d' Italia Ed. CAI-TCI; Milano 1996.
  • Cartografia:Carta Nazionale Svizzera (CNS) 1:50.000 - «Monte Disgrazia» e «Julierpass»; IGM 1:25.000 «Chiesa» e «Pizzo Bernina»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 n° 93 «Bernina-Sondrio».
  • Informazioni locali:CAI Sezione Valtellinese di Sondrio - Via Trieste, 27 - 23100 Sondrio (SO) - tel. 0342.214300;
  • Rifugio Marinelli-Bombardieri- tel. 0342.511577;
  • Consorzio turistico Sondrio-Valmalenco, Sondrio - Via Tonale, 13 - 23100 Sondrio - tel. +39 0342 219246 - info@sondrioevalmalenco.it
  • Chiesa Valmalenco - Località Vassalini - 23023 Chiesa V.co - tel. +39 0342 451150
 


 
mappa di La gita sci alpinistica alla Punta Marinelli

Itinerario

Primo giorno

Lasciata l'auto nei pressi del parcheggio che si trova sulla destra della strada, si scende per la sottostante sterrata che conduce ai muraglioni della diga. Percorso il primo coronamento, dopo la casa dei guardiani e in prossimità del secondo muraglione, si scende a sinistra lungo una sterrata che termina in un vasto piazzale posto ai piedi della diga. Seguendo le evidenti segnalazioni per i rifugi Carate e Marinelli Bombardieri si sale percorrendo un ripido costone roccioso, attraversato da cenge che, in breve, porta ad un bosco di larici e abeti. Superato questo primo tratto, la pendenza del versante si fa più docile fino a farsi piana e il bosco via via più rado. Da qui si apre un ampio vallone, sovrastato dalle Cime di Musella, che va percorso senza salire di quota fino alla fine della vegetazione in direzione Nord. A questo punto la salita prosegue lungo una serie di panettoni che conducono al Rifugio Carate. La scelta di una particolare linea di salita per questo tratto può essere influenzata dalle particolari condizioni d'innevamento presenti.

La prima sosta dell'itinerario è il Rifugio Carate da dove si spazia a Sud sul Pizzo Scalino, sul Monte Acquanera e sul Monte Palino mentre, più in basso, giacciono coperti dal manto nevoso l'Alpe Prabello e il vasto pianoro dell'alpe Acquanera.

Lasciato il rifugio, in breve si risale alla bocchetta delle Forbici. A Ovest il ghiacciaio di Scerscen inferiore riposa sotto le nevicate invernali mentre a settentrione quello di Scerscen Superiore tuffa le sue seraccate nell'omonimo vallone. Superata la bocchetta si procede con un lungo traverso in leggera discesa verso Nord (paline segnaletiche) e che conduce ad uno stretto passaggio tra le rocce che costituiscono i contrafforti occidentali delle Cime di Musella. Una volta superato l'angusto passaggio in breve si raggiunge la conca fra il Ghiacciaio di Caspoggio a Est, le Cime di Musella a Sud e l'imponente bastione roccioso su cui sorge il Rifugio Marinelli-Bombardieri a Nord. Da qui si procede in direzione del ghiacciaio e, attraversando la conca, si attacca la salita del bastione sul suo lato orientale. Con diversi tornanti si arriva, infine, sul vasto piazzale antistante il rifugio. Il rifugio è aperto nel periodo fine aprile-primi di maggio.

Secondo giorno

Lasciata la Capanna Marinelli-Bombardieri alle spalle, tenendosi sulla destra della Cresta del Rifugio, si va in direzione Nord e, con una deviazione a sinistra, si giunge alla conca che precede i passi Marinelli: quello Occidentale e quello Orientale che collegano il pianalto del ghiacciaio di Scerscen superiore ai circhi del Fellaria Occidentale. Piegando a destra si risale una ripida china che porta all'ampia sella del Passo Marinelli Orientale che si stende fra la Quota 3333 a Nord e la Punta Marinelli a Sud-est. Deviando ancora a destra (Sud-est) si segue facile la cresta che porta in breve sulla sommità della Punta Marinelli, a quota 3181 metri, ove sorge una statua della Madonna.

La discesa procede sempre per la cresta da cui si è saliti fino a toccare il Ghiacciaio di Fellaria Occidentale. Ora si piega verso Sud-est tenendosi vicini alla base della cresta della Punta Marinelli. Dopo un ripido tratto si entra in una conca glaciale meno ripida che si percorre puntando in diagonale verso la cresta rocciosa che la chiude a Sud. S'imbocca in tal modo un ripido canalino verso quota 2750 m. Superati i primi ripidi metri, le difficoltà cessano e per facili pendii si scende per una vallecola che, in breve, conduce al minuscolo laghetto intramorenico di Caspoggio, un piccolo specchio d'acqua che, nel periodo invernale, poco risalta in quanto completamente gelato e ricoperto di neve.

Qui lo sguardo incontra le spettacolari seraccate dei due ghiacciai di Fellaria: quelle dell'apparato occidentale si adagiano dolcemente verso la piana che ospita la lingua terminale, mentre quelle del ghiacciaio orientale se ne stanno sospese, su di un vasto gradino roccioso, in attesa di un crollo.

Seguendo il filo della morena, senza perdere quota, si piega verso Sud passando ai piedi della grande parete rocciosa di Quota 2848.

Risalendo per qualche decina di metri, per evitare una piccola parete rocciosa, si scende infine per un ripido pendio verso l'Alpe Fellaria e il rifugio Bignami. Qui è possibile fare una breve sosta per assaporare gli ultimi momenti della gita prima di intraprendere il lungo diagonale che conduce alla diga di Gera. A metà del mese di aprile, quando la temperatura comincia a risalire anche in queste regioni così elevate, la superficie ghiacciata del lago artificiale si rompe producendo numerosi piccoli iceberg che vagano alla deriva fino al loro completo scioglimento. Nell'ultima parte del traverso, è opportuno valutare se togliere gli sci e procedere a piedi: la traccia si fa ripida e stretta e la progressione pericolosa. Attraversata la diga si discende fino alla strada principale che si percorre fino al parcheggio in cui si era lasciata l'auto.

Nota
In caso di abbondanti e recenti nevicate il diagonale che scende dal Rifugio Bignami è assai pericoloso. In questo caso è meglio scendere dal Rifugio in direzione Est fino alla sponda settentrionale del Lago di Gera. Da qui si risale brevemente fino al poggio dell'Alpe Gembrè per poi percorrere il sentiero che tiene la sponda orientale del lago. In alternativa si possono seguire le sponde del lago fin quasi alla diga.

La grande slavina del 1917 e il cimitero degli alpini.

Le avverse condizioni climatiche che segnarono il  secondo decennio del secolo appena conclusosi, provarono pesantemente le forze e la capacità di sopportazione dei corpi militari che si fronteggiarono durante la Prima Guerra Mondiale. Particolarmente dure furono le condizioni di vita dei militari che tenevano il fronte nelle regioni più elevate dell'Arco Alpino Centro-occidentale. Le grandi nevicate, le frane e le alluvioni causate da un andamento climatico particolarmente anomalo fecero quindi le loro vittime anche tra quelli che, trovandosi a difendere la Patria, si trovavano sulle montagne e sui ghiacciai con un equipaggiamento inadeguato e insufficiente e in condizioni proibitive. In questo drammatico contesto non sfuggirono neppure i soldati che operavano nelle retrovie: negli anni in cui si combatteva  sull'Adamello e sul Tonale, in cui il Battaglione Tirano attaccava il Monte Cevedale, una tagedia colpì un gruppo di alpini in Valmalenco.   
Il 2 aprile 1917, una truppa di penne nere si trovava a percorrere il lungo traverso che dalla Bocchetta delle Forbici conduce al Rifugio Marinelli quando dalla Cima Occidentale di Musella si staccava un'imponente valanga che andava a travolgere gli sventurati militari. Sedici furono i morti ritrovati solo dopo febbrili ricerche.
In seguito all'evento, nel Vallone di Scerscen venne costruito un piccolo cimitero per seppellire gli alpini deceduti con una grande croce in legno della quale oggi non esistono che poche tracce. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, nei pressi della Cima Occidentale di Musella, sul vecchio sentiero per la Capanna Marinelli, venne edificato un monumento a ricordo dei militari travolti dalla slavina.

Lo studio della dinamica glaciale sul ghiacciaio di Caspoggio

Nella media e tarda stagione primaverile, quando cessano le nevicate e la neve accumulatasi nei mesi precedenti comincia a fondere, per i glaciologi arriva il momento di intraprendere un importante e interessante lavoro, per la comprensione della dinamica di ritiro dei ghiacciai: il bilancio di massa.
Questo tipo di lavoro consiste di più fasi e consente di valutare quanta neve si è accumulata sugli apparati glaciali durante i mesi invernali, quanta fonde nella tarda primavera e durante la stagione estiva e quanto ghiaccio varia lo spessore del ghiaccio.
Per fare tutto questo è necessario collocare dei sistemi di misura che constano di semplici paline infisse nel nevato residuo fino ad attraversare il ghiaccio per qualche metro, tramite apposite trivelle, in vari punti della superficie di alcuni ghiacciai campione. Al momento della posa, che solitamente avviene nella tarda primavera, viene fissato uno zero di riferimento sulla sommità della palina. Nei mesi  successivi si misura di quanto la superficie innevata o il ghiaccio si è abbassato rispetto allo zero di riferimento. Mediando i dati così ottenuti, è possibile ottenere una valutazione oggettiva e quantitativa del volume di ghiaccio e neve che il ghiacciaio ha perso in una stagione.
Il Ghiacciaio di Caspoggio, negli anni passati è stato oggetto di studio dei glaciologi e su di esso sono stati effettuati numerosi bilanci di massa e su di esso sono state svolte anche le fasi preliminari per calibrare i bilanci di massa di altri ghiacciai in zone limitrofe.
Per valutare oggettivamente quanti metri cubi d'acqua sono scomparsi da un ghiacciaio é necessario eseguire una stratigrafia del manto nevoso residuo. Sulla Vedretta di Caspoggio, verso la fine di maggio si esegue questa fase di studio scavando una trincea nella neve fino a toccare il ghiaccio residuo. Nella trincea vengono prelevati dei campioni di neve a diverse profondità dei quali si misura la densità. Si ottiene così un profilo densimetrico della coltre nevosa residua indispensabile per calibrare i calcoli del bilancio di massa.

  • Sulla vetta della Punta Marinelli. Sullo sfondo il Pizzo Scalino
  • Sguardo verso le Cime di Musella presso il Passo Marinelli orientale
  • Lasciando il Rifugio Caratesotto la Bocchetta delle Forbici. Sullo sfondo il Pizzo Scalino
  • Dalla Punta Marinelli sgurado verso Ovest, sul il Ghiacciaio di Scerscen inferiore
  • La Quota 3333 vista dalla Punta Marinelli
  • Inizia la discesa verso il Lago di Caspoggio
  • Sera sul piazzale del Rifugio Marinelli Bombardieri