Escursioni - La Torre del Signame

Contenuto della pagina: scheda completa del percorso «La Torre del Signame»

  1. Scheda
  2. Percorso
  3. Approfondimento
 
  • Zona: Valchiavenna
  • Tipo: Escursione
  • Periodo consigliato: tutto l'anno
  • Punto di partenza: S. Pietro Samolaco 255 m; S. Pietro Samolaco 255 m, raggiungibile staccandosi a sinistra dalla SS 36 dello Spluga all'altezza di Novate Mezzola (10, 5 km da Colico e 106 km da Milano). Per comoda carrozzabile, la "Strada Trivulzia", si raggiunge il paese dopo 7 km (pure la Trivulzia arriva a Chiavenna in 12 km da Novate Mezzola)
  • Tempo di percorrenza: 2-3 ore
  • Dislivello: 330 m
  • Difficoltà: E (Escursionistica)
  • Bibliografia: Giacomelli F. e Lisignoli G. "Sentieri e ascensioni facili in Valchiavenna"; Edizione Rota - Chiavenna 1989.
  • Cartografa:  CNS 1:50.000 «Roveredo»; Carta Escursionistica Kompass 1:50.000 «Chiavenna-Val Bregaglia»
 


 
mappa di La Torre del Signame

Percorso

La Torre del Signame sorge su una grande emergenza rocciosa parzialmente isolata dalla pendice montuosa del lato destro orografico della Val Chiavenna, presso l'imbocco meridionale della forra della Val Bodengo (lo storico edificio risale al IX secolo). Si tratta di una gita breve ma assai suggestiva per la bellezza dei luoghi e alcune curiosità come la Casa della Pipeta di cui si parla nella descrizione dell'itinerario.
A stagione avanzata, autunno-inverno, il fitto e un po' scivoloso fogliame che ricopre buona parte del sentiero richiede di prestare una certa attenzione.
Da S. Pietro Samolaco 255 m, proseguire ancora in auto seguendo la stradina comunale che porta alle case di Ronscione e che poi prosegue a mezza costa fino a Bedogna 323 m. Qui si deve lasciare il mezzo meccanico per proseguire a piedi (cartello indicatore-Sentiero D 15) lungo una carrareccia che varca un valloncello su di un ponte e prosegue fra i vigneti passando presso alcune case. Si entra nel bosco e si prosegue con leggera salita traversando un piccolo rio (Valle del Vendul) si lambisce una cascina e poco oltre si traversa il torrentello della Val Caurga. Dopo alcune baite in rovina, si esce brevemente dal bosco per poi rientrarvi, e piegando leggermente a sinistra si risale una ripida dorsale giungendo ad un rudere isolato, verso a quota 465 m.
Alle spalle del rudere si trova un bivio: a destra sale, un sentiero diretto ma scomodo, a sinistra prosegue il tracciato migliore e più largo che entra in breve in un valloncello percorso da un rio e posto fra il dosso su cui sorge la Torre del Signame a destra e la pendice del Monte Borlasca a sinistra. In un'atmosfera arcana si giunge presso i ruderi della località Tagnina dove, traversato un ponticello di legno (cartelli indicatori) si sale diagonalmente verso destra lambendo alcuni grandi di grandi massi, fino ad un altro rudere da dove si prosegue nel bosco verso destra. Infine, con un'ultima deviazione a sinistra, e qualche tornante, giungiamo in cima allo sperone ove sorge la torre.
Un'attimo di sosta per ammirare la costruzione e il panorama sulla piana di Chiavenna e l'antistante e complessa mole del Pizzo di Prata, poi inizia il rientro. Si segue il sentiero che verso Nord percorre la dorsale su cui sorge la torre per poi abbassarsi ripido a tornanti giungendo presso le dimore, quasi tutte diroccate di Avert di Signame. Dalle case si piega a sinistra e si percorre il valloncello sopra descritto tornando ai ruderi di Tagnina. Riattraversato il ponticello di legno prediamo ora una deviazione verso destra (cartelli) che traversa a mezza costa salendo con lento diagonale fino ad un poggio oggi rimboschito al cui inizio si passa accanto alla "Casa della Pipeta", un'autentica e completa abitazione ricavata sotto un enorme monolito. L'interno ospita alcuni locali e l'"appartamento" è dotato addirittura di una fonte di acqua sorgiva. Da qui si prosegue lungamente a mezza costa nel bosco con qualche saliscendi, riattraversando i corsi d'acqua della Caurga e del Vendul, fino ad un altro nucleo abbandonato (465 m circa) ove il sentiero si biforca (cartello indicatore). Prendendo a sinistra si scende, ora sempre più ripidamente, con numerosi tornanti per giungere al piccolo parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto

La Torre del Signame

La Torre del Signame è uno dei pochi superstiti degli oltre cento fortilizi medioevali presenti un tempo in Valtellina e Valchiavenna. La sistematica distruzione delle fortificazioni piccole e grandi che, similmente a quelle della Val d'Aosta e del Trentino costellavano i fianchi delle montagne della Provincia di Sondrio, avvenne nel XIV° secolo ad opera dei Grigioni. Impadronitisi del territorio, i nuovi conquistatori preferirono smantellare la gran parte del sistema difensivo precedente anche alla luce delle nuove considerazioni strategico militari che, con l'introduzione dell'artiglieria, vedevano ridursi di molto le valenze di tali fortilizi.
La torre, lo suggerisce il nome stesso, faceva parte di un capillare sistema di punti di avvistamento e segnalazione ottica che correva lungo la Valchiavenna, la Val San Giacomo e la Val Bregaglia. La sua sopravvivenza alla distruzione é dovuta probabilmente più alla pigrizia umana che ad altri fattori: per raggiungere la torre occorre infatti un'oretta di cammino.
Curioso é il fatto che, non sussiste l'evidenza di alcun passaggio per entrare all'interno dell'edificio; l'unica possibilità di penetrarvi é un'apertura praticata probabilmente con una mina, alla sua base. Dopo anni di abbandono, la Torre del Signame, unico esempio del genere ancora conservato in Valchiavenna, è stata finalmente restaurata nel 1999 su iniziativa del Comune di Gordona.






  • All'inizio della salita verso la torre
  • La Torre del Signame
  • Panorama su Chiavenna
  • All'interno della Casa della Pipeta
  • La Casa della Pipeta
  • Il torchio in pietra